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FARC-EP: COMUNICATO AI FAMILIARI DEGLI UFFICIALI...
Publie le lunedì 2 agosto 2004 par Open-PublishingFARC-EP: COMUNICATO AI FAMILIARI DEGLI UFFICIALI, DEI SOTTUFFICIALI
E DEGLI UFFICIALI SUBALTERNI, luglio 2004
Il "Plan Patriota", uno dei più grandi operativi militari mai
lanciati dai governi della Colombia e degli Stati Uniti contro le
FARC-EP nel corso di tutta la loro storia, continua la sua avanzata
verso l’inevitabile fallimento totale.
Dal febbraio scorso, quando ebbero pesantemente inizio gli scontri
nel sud del paese, fino ad oggi, l’esercito ufficiale ha subito
circa mille perdite tra morti, feriti e mutilati. Un importante
comando dell’operativo risulta tra i morti in combattimento. La
demoralizzazione ha iniziato a causare disastri nell’esercito
aggressore, e si è incrementata per via della costante risposta
militare guerrigliera, delle inondazioni, delle contingenze della
selva e delle calamità atmosferiche. Molti soldati ed ufficiali
stanno chiedendo il congedo perché non vogliono andare incontro alla
stessa sorte dei loro compagni nella giungla.
Ai soldati ed agli ufficiali lanciamo un appello bolivariano
affinché si rifiutino di essere usati come ciechi strumenti della
geopolitica del governo degli Stati Uniti, che mira non solo
all’eliminazione della resistenza dei popoli alle sue politiche di
dominazione, ma anche all’impiego del suolo della Colombia come base
d’aggressione e d’assalto neocoloniale al continente. Il fatto che
gli ufficiali colombiani debbano agire come subalterni di seconda
categoria di un Generale di una potenza straniera qual è il signor
James Hill, capo del Commando Sud dell’esercito yankee, umilia
l’onore militare. In queste circostanze, in cui la dignità ed il
sentimento della Patria sono offesi, chiedere il congedo significa
agire con dignità.
Molti soldati ed ufficiali subalterni vorrebbero che il loro
servizio nelle Forze Armate non contribuisse a puntellare un regime
di repressione e miseria come questo, che sta chiudendo ospedali,
scuole ed università pubbliche, licenziando i lavoratori, inventando
nuove tasse che ormai non sopporta più nessuno, gravando sulle
pensioni dei nostri anziani, privatizzando quel poco che rimane
delle imprese redditizie dello Stato, svendendo la sovranità ai
capitalisti e militari gringos, approvando statuti repressivi contro
il popolo e scialando "tenerezza" con i suoi paramilitari. Se si
tratta di agire a detrimento degli interessi del popolo e non in
difesa delle garanzie sociali, dell’indipendenza e della sovranità,
allora è preferibile -come ammonì il Libertador nel suo ultimo
proclama- ritornare dal campo di battaglia alle caserme, e da queste
al calore del focolare e delle proprie famiglie.
Da un po’ di tempo a questa parte il Presidente Uribe Vélez ha
cercato di vendere, ad un settore della società colombiana e del
mondo, l’illusione della sconfitta militare della guerriglia. Ciò
non è possibile, perché la causa della sollevazione armata è il
desiderio mai estinto di giustizia sociale, sovranità, libertà e
vera democrazia che anima il popolo. Con il più alto morale, quello
dei comandi e combattenti delle FARC che resistono nel sud e nel
resto della Colombia di fronte all’ondata guerrafondaia dei governi
di Washington e Bogotá, riaffermiamo che la soluzione politica del
conflitto è il cammino da percorrere. E’ la più alta bandiera delle
FARC e di un popolo che non è mai stato preso in considerazione
dall’oligarchia governante. Siamo disposti ad intraprendere, con un
nuovo governo, il titanico compito della costruzione della pace con
giustizia sociale, con la partecipazione del popolo e in cui i
privilegi dei potenti cedano di fronte al bene comune.
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Montagne della Colombia, luglio del 2004