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Fassino alla marcia per la pace I pacifisti: "Meglio se stai a casa"
Publie le martedì 24 febbraio 2004 par Open-Publishinghttp://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/politica/iraqita/pacifisti/pacifisti.html
Francesco Caruso promette "ceffoni umanitari" mentre Vittorio Agnoletto
parla di "contorsioni tattiche". Contraria anche Lilliput
Manifestazione per la pace
ROMA - Francesco Caruso preannuncia "ceffoni umanitari", Vittorio
Agnoletto esorta: "E’ meglio che resti a casa", mentre per la Rete
Lilliput padre Alex Zanotelli, Gino Strada e don Luigi Ciotti avevano
parlato in maniera preventiva: "Chi non chiede il ritiro delle truppe
dall’Iraq non appartiene al movimento per la pace". La decisione di
Piero Fassino di partecipare alla marcia per la pace lanciata dal Forum
sociale europeo di Parigi in risposta all’appello dei pacifisti
americani provoca un muro di reazioni fra i pacifisti italiani.
Fassino dice "certo che ci andrò ci mancherebbe altro che qualcuno
decida dove debbo andare", ma i rappresentanti del movimento che quella
manifestazione ha convocato non sono così contenti dell’adesione. Il più
colorito, come suo solito, è Francesco Caruso, leader dei Disobbedienti
che parla di "presenza equivoca ed ipocrita" e a Fassino predice
"schiaffoni umanitari". "Non sono io che vado a dargli gli schiaffi -
dice il portavoce dei Disobbedienti - però sostengo che se nessuno può
impedirgli di venire nessuno può impedire che venga contestato. Non può
tenere il piede in due staffe e pensare di farla franca".
"Spero - continua Caruso - che nessun parlamentare che ha votato a
favore della guerra si scandalizzerà per un paio di sberle o alzerà la
voce per tacciare questa benevola promessa come un atto di violenza e
sopraffazione. Questi signori portano sulla coscienza, con il loro voto,
l’occupazione militare dell’Iraq, con una lista di morti civili e
militari che ogni giorno si allunga sempre più, mentre nessuna delle
menzogne portate a giustificazione dell’aggressione militare si è
rivelata vera: non le armi di distruzione di massa, non la lotta al
terrorismo, non la democratizzazione dell’area".
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E anche il più moderato Vittorio Agnoletto non è da meno. "Prendo atto
delle contorsioni tattiche di Fassino - dice Agnoletto - ma la questione
è molto semplice: se il governo non stralcerà la missione in Iraq dal
decreto i Ds come voteranno? Tutto il resto sono e resteranno semplici e
vuote parole".
"Ognuno è libero di partecipare alle manifestazioni che vuole - aggiunge
Agnoletto - ma un segretario di partito ha il dovere della coerenza tra
il comportamento dentro e fuori il Parlamento. La manifestazione del 20
marzo è organizzata in tutto il mondo per richiedere il ritiro delle
truppe occupanti dall’Iraq. Chiunque decida di parteciparvi deve dare il
proprio contributo a questo obiettivo partendo dalla propria
collocazione". Secondo Agnoletto "chi è in Parlamento ha una sola
possibilità: votare contro la missione, altrimenti è meglio che resti a
casa".
Anche il grande agglomerato di Lilliput ritiene che chi non vota no al
finanziamento della missione in Iraq è meglio che stia a casa. E mentre
continua la campagna di mail bombing verso i deputati, resta la
posizione espressa da Alex Zanotelli, Gino Strada e don Luigi Ciotti:
"Chi ha manifestato perché l’Italia non si associasse a questa avventura
militare trova nei tragici sviluppi di questi giorni conferma delle sue
ragioni e chiede oggi che quell’avventura cessi. La richiesta del
movimento per la pace è inequivocabile: ritiro delle truppe italiane
dall’Iraq, subito. Chi non è portatore di questa richiesta, non
appartiene al Movimento per la pace".
"Non si può marciare - continuano - e poi essere indecisi o compiacenti
sulla decisione di abbandonare una guerra coloniale che non ha mai avuto
alcuna legalità o giustificazione. Le forze politiche e, in ciascuna di
esse, i parlamentari che rifiuteranno queste richieste non dovranno mai
più contare sul voto di chi si sente tradito sui temi decisivi della
pace, della fedeltà alla Costituzione, dei diritti umani, del diritto
internazionale".