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Favia svela i segreti di Grillo: «Dietro gli eletti una macchina di 200 persone»

par Francesca Siciliano

Publie le sabato 13 aprile 2013 par Francesca Siciliano - Open-Publishing

«Girano un sacco di soldi pubblici, ma non se ne parla». «Grillo e Casaleggio sono i re della rete». «Grazie a loro dal parlamento degli impresentabili siamo passati al parlamento dei mediocri». «Spero vadano al governo, si scoprirà la farsa».

 

Giovanni Favia, epurato illustre del M5S, intervistato da IntelligoNews racconta la sua verità sul MoVimento di Beppe Grillo. Rimase affascinato dalla linea del partito, «quella che Grillo diceva di professare da privato cittadino». Venne espulso nel dicembre 2012, «quando iniziò la deriva totalitaria, quella in base alla quale non c’era più possibilità di appello». Consigliere regionale emiliano, eletto nelle file del MoVimento, il 9 aprile scorso ha definitivamente lasciato anche il gruppo consiliare. Ma agli albori la storia era un’altra, lui era «il pupillo del duo». Poi si è giocato tutto: «I post velenosi contro di me vennero scritti quando iniziai ad entrare in contrasto con Casaleggio e Grillo: due menefreghisti capricciosi».

Perché ha aspettato tutto questo tempo per lasciare formalmente il gruppo consiliare?

«Il gruppo è una struttura complessa e fare uno spostamento di questo tipo in periodo elettorale sarebbe stato molto difficile. È avvenuto nel momento in cui ho saputo, a mezzo stampa, che il mio collega di consiglio era contrario alla mia permanenza nel gruppo. Tuttavia tengo a precisare che il gruppo consiliare non corrisponde al partito M5S, dal momento che è stato creato dal sottoscritto insieme al collega Andrea De Franceschi. È un gruppo istituzionale, non politico e io avrei avuto tutto il diritto di rimanerci. Non ho mai tradito principi e battaglie che mi sono impegnato a portare avanti con il MoVimento. Fin da quando sono stato eletto, la mia coerenza è sempre stata totale».

Quindi resta fedele ai valori del grillismo?

«Ho un mandato istituzionale che mi lega al programma che intendo rispettare. Non c’è un motivo politico per il quale dovrei lasciare il gruppo e tradire il mio elettorato. Perché Grillo mi ha espulso forse?».

E allora?

«Sono dovuto uscire perché hanno sostenuto non fossi adeguato a rimanere lì. L’ho appreso dalla stampa e non ho voluto fare l’ospite non voluto».

Il M5S è davvero il nuovo che avanza?

«Ha degli elementi di novità, ma ha molti elementi nascosti che sanno di vecchio».

Tipo?

«Il tema della democrazia, anzi di pseudo-democrazia. Grillo è riuscito a vendere la dittatura come iper-democrazia. Casaleggio credo abbia letto un libro dal titolo “Prosperare sul caos” (che si occupa di gestione aziendale) che sostiene si debba avere la disorganizzazione affinché si possa ottenere una leadership in modo tale dal non poter avere organismi legittimati che possano contrastare con legittimazione il pensiero del capo. In teoria uno vale uno, ma in realtà uno solo lì dentro non vale nulla».

Grillo si vanta di far decidere tutto dalla rete…

«Non fa decidere assolutamente nulla ai cittadini. Grillo e Casaleggio sono i re della rete, la maneggiano benissimo. E la rete è destinata ad aumentare, quindi loro giocano in posizioni di favore. Ma sulla questione del Presidente della Repubblica la nostra Costituzione, ad esempio, sostiene che il capo dello Stato venga designato dal Parlamento con una discussione tra le forze politiche. Che non è un inciucio».

Le Qurininalizie quindi non servono?

«Vede, Bersani è il segretario del Pd; la base del suo partito gli ha dato mandato, forza e autorevolezza per parlare a nome di tutti e di confrontarsi con gli altri leader per la scelta del Capo dello Stato. Nel M5S chi ha deciso che avremmo votato il Presidente della Repubblica con quelle modalità? Grillo e Casaleggio. Senza confrontarsi con nessun altro. Lui dà gli strumenti di democrazia: ma solo se e quando vuole. Si confronta con alcuni dei suoi parlamentari per dettare la linea, ma nel momento in cui qualcuno si permette di virare lui delegittima, esattamente come ha fatto con Crimi. Questa è una presa in giro ai cittadini, perché sulle cose concrete non c’è possibilità di replica. Le sembra nuova politica questa?».

Come giudica il mancato sostegno dei 5 Stelle a un governo Bersani?

«Grillo parte dal concetto che non vuol fare accordi con chi ha rubato il finanziamento pubblico ai partiti in maniera vergognosa e non vuol fare alleanze con chi in passato ha fatto quelli che definisce inciuci. E ora siamo finiti con il non permettere neppure il confronto su questioni che riguardano il destino del Paese: è sbagliato tutto questo!».

Che voto dà ai cittadini-eletti?

«Il blog di Grillo che è uno strumento comunicativo potentissimo, lui ne ha il pieno controllo, riuscirà a pubblicizzare nel migliore dei modi qualsiasi intervento dei suoi, facendone marketing. I partiti hanno degli strumenti di comunicazione sorpassati mentre il blog no e per questo riesce a dettare la linea. Per ora, comunque, non si può dare un voto, bisogna aspettare che il Parlamento entri nel vivo delle attività. Alcuni ragazzi sono in gamba, altri sono imbarazzanti. Se l’obiettivo era togliere i disonesti in Parlamento (quando l’onestà dovrebbe essere una precondizione) e il risultato è stato quello di inserire dei mediocri…».

Quindi le Parlamentarie sono state inutili?

«Non sono state fatte con una selezione di merito, ma furbissima. Quindi, nel complesso, alcuni degli eletti sono brave persone, altri sono degli opportunisti incapaci. C’è un po’ di tutto».

Questione soldi pubblici.

«Il MoVimento 5 Stelle ha un sacco di soldi pubblici a disposizione, milioni di euro. Se ne parla poco, ma sono i finanziamenti che vengono dati a tutti i parlamentari. Ergo: potranno assumere moltissimi tecnici con grandi competenze e in grado di aiutarli. Soprattutto quelli dell’Italia dei Valori: visto che non hanno più un partito, stanno passando in massa al M5S per aiutarli nelle proposte. Ma tra collaboratori personali e gente assunta del gruppo… dietro i grillini si muove una macchina da 200 persone pagate con soldi pubblici».

Non è giusto?

«Sì, è giustissimo, la retorica è inutile. E proprio per questo andrebbe detto ai cittadini che i soldi pubblici servono ai partiti, purché vengano utilizzati con trasparenza e per scopi politici».

Le loro azioni “forti” come l’occupazione dell’Aula o la continua protesta?

«Marketing politico: serve a massimizzare il consenso e a dichiarare una diversità dal sistema che è la loro forza elettorale. Finché il M5S resterà in mano a Grillo e Casaleggio porterà avanti solo ed esclusivamente istanze di marketing, battaglie che piacciono, populiste. Ma non è una forza politica seria né matura. E soprattutto non è in mano ai cittadini, come si vuole far credere».

Alle prossime elezioni raggiungerà il 100% o toccherà percentuali da albumina?

«La politica di spettacolarizzazione è destinata a crescere fin quando non si scontrerà con il paese reale. L’Italia e gli italiani hanno bisogno di una politica di spessore e di un’azione governativa forte».

Arriveranno al governo?

«Lo spero. Perché solo in quel modo potrà finire questa campagna elettorale perenne, questa demagogia e questi spot continui del duo. A quel punto verrà misurato con il vero valore del movimento (in Parlamento non si può fare, soprattutto se sta all’opposizione). Vista la situazione politica ed economica attuale, disastrata, non credo che gli urli di Grillo lanciati dal palco si trasformerebbero in decreti che convinceranno i cittadini. Non è tutto così facile e in un momento come questo servirebbe maturità e dialogo. Per il momento, però, ‘unica cosa che li potrà “fermare”, che li annienterebbe, sarebbe una vittoria di Berlusconi alle prossime elezioni».

Perché?

«Se dovesse rivincere il Cavaliere vorrebbe dire che Grillo non è riuscito a far nulla pur avendo ottenuto un ampio risultato. Chi lo ha votato nell’ultima tornata una volta non lo voterebbe mai più: il suo fascino passerebbe in secondo piano, rappresenterebbe un voto inutile».

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