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Forconi, in Rete spunta il programma “eversivo”
par Marco Menduni
Publie le sabato 14 dicembre 2013 par Marco Menduni - Open-PublishingNei volantini e sul web spunta un programma golpista dietro alla protesta iniziata il 9 dicembre. Il paragrafo, intitolato “cosa vogliamo”, è esplicito. Fase uno: «Che l’attuale classe politica, presidente della Repubblica compreso, istituzioni infiltrate dai partiti ladroni, si dimettano ed abbandonino le posizioni».
Fase due: «Da quel momento vi sarà un periodo transitorio in cui lo Stato sarà guidato da una commissione retta dalle forze dell’ordine, trascorso il quale si procederà a nuove votazioni». Il richiamo alle forze dell’ordine, dopo le fibrillazioni e le polemiche dei giorni passati sui caschi sfilati dal capo dagli agenti, assume una dimensione ancora più inquietante.
Perché questa sorta di programma è stato steso prima ancora delle manifestazioni: il 27 novembre. Il sito mostra il volantino “L’Italia si ferma” del coordinamento nazionale dei gruppi e dei movimenti ed è preceduto da una lunga introduzione confezionata dal “Fronte di Liberazione dai banchieri”. Nelle ultime righe le modalità attraverso le quali si dovrebbe affermare la vittoria del movimento stesso.
Nel periodo transitorio, quello retto dalle forze dell’ordine, due i provvedimenti da prendere: «Ristampare la lira per finanziare senza creare debito la spesa produttiva statale; rescissione di tutti i trattati che ci vincolano con l’Europa delle banche». Propositi che giungono dal magma incandescente del movimento 9 Dicembre, che si è organizzato sul web e sui social network e che ha scelto la Liguria e Torino come patrie elettive, affacciandosi alla ribalta della protesta (sulla quale la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta, per interruzione di pubblico servizio dopo il blocco dei treni scattato lunedì a Brignole, con un centinaio di manifestanti nel mirino) in tempi brevissimi. C’è chi sospetta troppo brevi, per non aver già un’organizzazione alle spalle.
E in alcune dichiarazioni su Facebook del leader Danilo Calvani nei giorni precedenti il via ai blocchi (siamo al 6 dicembre) si può intravedere il tentativo di creare ad arte un clima di tensione sociale nel paese, a partire dai bisogni più elementari: «Dopo qualche giorno di protesta si possono verificare mancanze di generi alimentari o altro, consigliamo quindi di provvedere in anticipo a tali inconvenienti».
Non è un caso che il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano abbia, proprio ieri, evocato i segnali che giungono dai servizi segreti sulle possibili infiltrazioni eversive nel movimento dei Forconi. Le informazioni raccolte dagli 007 in questi giorni sono preoccupanti e il direttore dell’Aisi (l’organismo che coordina l’intelligence), il generale Arturo Esposito, già questa mattina riferirà al Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei servizi.
Per gli 007 le manifestazioni di questi giorni sono solo una prova generale, una chiamata alle armi, una conta. Una protesta finora soft, la definiscono, lasciando intuire scenari molto più radicali dalle prossime settimane. Già dalla prossima, quando i Forconi potrebbero convergere su Roma, per dar seguito agli annunci: azioni eclatanti se il governo Letta avesse incassato la fiducia.
Uno degli assilli del vicepremier ministro dell’Interno Alfano è la possibile contiguità, nella sua Sicilia, tra il movimento e la Mafia. Questo all’intelligence italiana, almeno per ora, non risulta. Mentre preoccupa la saldatura a destra e tutte le attenzioni sono mirate nell’occasione offerta a Casapound di misurare la sua forza in un’alleanza sul campo con i Forconi.
Alleanza del tutto sbandierata dal movimento di estrema destra, che sul suo sito chiosa: «Dà fastidio nostra presenza attiva nella protesta dei Forconi», considerazione che giunge dopo altri tre punti di una pretesa “base di rivendicazioni comuni” illustrate dal vicepresidente di Casapoud Italia Simone Di Stefano: elezioni subito con la legge proporzionale; congelamento del debito pubblico italiano in mano estera; un anno di stop alle pretese di Equitalia nei confronti delle imprese.
C’è poi anche una precisa scelta, da parte dei manifestanti, che pare tutta tesa a creare una violenta immagine evocativa. Quella di bloccare, a Milano, piazzale Loreto. Per decretare un “funerale virtuale” dello «Stato dei ladri» e della Casta, nelle dichiarazioni ufficiali. Ma anche la scelta del luogo dove furono esposti i corpi di Mussolini e della Petacci sembra indicare una direzione ben precisa anche nella scelta dei luoghi come simboli della protesta. Un altro segnale di preoccupazione è quello di una strana saldatura (e non di uno scontro tra fazioni opposte) della protesta all’ala più radicale che guarda a sinistra.
L’appello del centro sociale Askatasuna di Torino va proprio in questo senso: «Non vi chiediamo di aderire in toto alle modalità o alle parole d’ordine della protesta, ma di starci dentro e provare ad invertirne la rotta. Lasciare questa piazza in mano a fascisti e mafiosi può rivelarsi la mossa più controproducente».
A questo si aggiunge il pericolo, tutt’altro che irreale, come ha dimostrato il caso Preiti, che in questa situazione di eccitazione collettiva agiscano anche singoli individui, “cani sciolti” mossi dall’esasperazione o da progetti precisi, per quanto deliranti. I segnali di possibili infiltrazioni dell’estrema destra nella protesta sociale erano già stati segnalti dai servizi nell’ultima relazione al Parlamento.
«L’attivismo - segnalava il documento - delle principali formazioni della destra antagonista ha continuato ad incentrarsi prioritariamente su tematiche sociali (occupazione, emergenza abitativa, ambiente) nell’intento di accrescrere ulteriormente la base militante». Anche il mezzo era stato individuato: «Nell’ambito delle strategie operative adottate dai gruppi più rappresentativi, si è confermata l’attenzione ai profili comunicativi, con particolare riguardo all’uso del web (sociale network, blog), funzionale anche a svecchiare l’immagine del movimento».
Precisa anche la previsione sulla possibile evoluzione dei fatti: «È ipotizzabile un’intensificazione dell’impegno dell’area dell’estrema destra sul sociale». Insomma: sfruttare l’area del disagio per cavalcare i movimenti, anche quelli spontanei, per mettersene a capo. Nel frattempo, dicono i servizi, quell’area, e Casapound in particolare, è riuscita a organizzarsi e strutturarsi. Attendeva solo una fiammata per tentare la sfida della piazza.
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/12/11/AQjx8mEB-forconi_eversivo_programma.shtml