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G8: Chiesto il rinvio a giudizio per 29 funzionari. A breve stessa sorte per altri 39 agenti?
Publie le giovedì 4 marzo 2004 par Open-Publishinghttp://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=16006,1,1
G8, la Procura attacca la polizia
Chiesto il rinvio a giudizio per 29 funzionari. A breve stessa sorte per
altri 39 agenti?
roberto schena
Con un tempismo da lasciare
stupefatti, davvero eccezionale, ben 68 poliziotti, tra dirigenti,
funzionari, graduati e agenti sono stati ieri investiti da una sapiente
politica dell’annuncio da parte dell’amministrazione giudiziaria che
indaga sui fatti del G8. La regia ha già scelto le sue vittime.
Fra i 68, ci sono i 29 dirigenti e funzionari indagati per l’irruzione
della polizia nella scuola Diaz durante il G8, in cui furono arrestati
93 manifestanti (tutti prosciolti). Per i 29 è stata depositata proprio
ieri mattina la richiesta di rinvio a giudizio. Contemporaneamente,
altri 39 poliziotti hanno ricevuto avvisi di fine indagini preliminari
(Acip).
Sono agenti e graduati della polizia penitenziaria, poliziotti e
personale sanitario presenti nella caserma di Bolzaneto nei giorni del
G8. Le ipotesi di accusa sono abuso d’ufficio, violenze private e abuso
di autorità contro detenuti o arrestati. Solo un miracolo potrà salvarli
dal rinvio a giudizio.
OCCHIO AL CONTESTO
Guarda caso, tali annunci sono stati predisposti per il giorno dopo
l’apertura del processo ai 26 no global accusati di saccheggio e
devastazione, i soli di cui - finora - esistano prove ritenute certe.
Significativo anche il numero dei poliziotti: 29 + 39 contro gli appena
26 no global.
Le giornate di martedì e di ieri sono state segnate da polemiche feroci,
in cui si è tirato in ballo di tutto fuorché i reati specifici e le
relative accuse contro i no global devastatori, i quali sostanzialmente
sembrano godere di un diffuso silenzio stampa. Pressioni enormi, sia
politiche, sia di piazza, si stanno esercitando sulla Procura di Genova
per disinnescare la bomba di un processo che rischia di ribaltare la
versione fin qui fornita dai no global e dai loro protettori, agnellini
"aggrediti" dalle forze dell’ordine. Rifondazione comunista vuole
addirittura aprire una crisi di giunta per la scelta del Comune di
costituirsi parte civile al processo contro 26 no global. L’assessore
Valter Seggi (Prc), si oppone e ha dato del dimissioni dal partito
insieme ad altri, che non sopportano una decisione così vergognosa.
BLOCCARE LE INDAGINI
Lo scopo, tra l’altro evidente, è di evitare possibilmente di estendere
i rinvii a giudizio agli altri 50 e passa manifestanti ancora sotto
indagine. Le sorti dell’inchiesta, infatti, potrebbero mutare
radicalmente a favore delle forze dell’ordine, le sole che finora
abbiano scontato errori e processi sommari.
E gli autonomi continuano a benedire la tanto criticata "legge Cirami"
sulla legittima suspicione della sede di un processo. «La Cirami è una
legge giusta come qualsiasi legge garantista, malgrado origini per
difendere gli interessi privati di Berlusconi. Mi entusiasmano le leggi
garantiste che vanno rivendicate in ogni caso», ha detto Francesco
Caruso, leader dei Disobbedienti. Due avvocati dei non global hanno
infatti chiesto di trasferire il processo da Genova a Torino. Un
beneficio che è stato negato ai poliziotti, i quali avevano certo molti
più motivi. Difficilmente sarà concesso proprio a loro.
36 PAGINE PER LA DIAZ
La richiesta di rinvio a giudizio per i 29 poliziotti della Diaz è lunga
36 pagine (firmate dai procuratori aggiunti Giancarlo Pellegrino e Mario
Morisani e dai pubblici ministeri del pool G8, Enrico Zucca, Patrizia
Petruzziello, Francesco Cardona Albini, Francesco Ranieri Miniati). I
capi d’imputazione sarebbero oltre 20, tra cui, a vario titolo, falso,
calunnia, abuso d’ufficio e lesioni gravi. Solo il fascicolo di Lorenzo
Murgolo, allora vice questore di Bologna, si avvierebbe
all’archiviazione, perché il funzionario non era inserito in alcuna
delle due strutture operative di comando, Sco e Ucigos.
Gli imputati, per conoscere le nuove ipotesi di accusa formulate nei
loro confronti, dovranno aspettare che il fascicolo venga assegnato ad
un gup perché fissi l’udienza preliminare. I quattro pm del pool G8
avrebbero cambiato in parte le accuse nei confronti dei poliziotti,
raggiunti il 12 settembre dall’avviso di fine indagini preliminari
(Acip), precisando meglio ruoli e responsabilità nei vari episodi
contestati. Sotto accusa ci sono infatti i presunti pestaggi, durante
l’irruzione nella scuola Diaz, dei 93 manifestanti; l’episodio
dell’accoltellamento dell’agente scelto Massimo Nucera, avallato dal suo
diretto superiore Maurizio Panzieri, e le false prove delle due
bottiglie molotov trovate durante la perquisizione. Per questo episodio
devono rispondere a vario titolo i dirigenti di polizia presenti quella
sera alla Diaz e il vice questore Pietro Troiani, che le avrebbe
introdotte fisicamente nella scuola.
BOLZANETO
Per i fatti della caserma di Bolzaneto, le accuse sono abuso d’ufficio,
violenze private, e abuso di autorità nei confronti degli arrestati, che
lamentano una serie di pestaggi e maltrattamenti. La caserma era stata
utilizzata durante il G8 come centro per l’identificazione dei fermati
durante le manifestazioni e gli incidenti. Solo la pratica di Alfonso
Sabella, magistrato dell’antimafia a Firenze, sarà archiviata. Sabella
era ispettore del dipartimento di amministrazione penitenziaria, era
stato raggiunto da un avviso di garanzia "tecnico".
SICUREZZA IN CITTÀ
Il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, rispondendo alla Camera a un
question time, assicura che tutte le misure per garantire la sicurezza
del processo di Genova contro i 26 no global sono state adottate; non
prevedono «né zone rosse, né zone franche» intorno al tribunale.
Martedì, a Genova, più di mille manifestanti hanno partecipato al corteo
di protesta per l’inizio del processo, mentre nelle immediate vicinanze
del tribunale si è invece svolto un presidio, cui hanno dato vita 600
esponenti dell’ala più radicale del movimento antagonista, provenienti
anche da altre città. All’udienza hanno assistito alcuni parlamentari
dell’opposizione e circa 90 aderenti al movimento, che hanno preso posto
nello spazio riservato al pubblico secondo un criterio di rotazione,
dopo essere stati autorizzati e sottoposti ai dovuti controlli.
RISARCIMENTI
Il ministero dell’Interno -spiega Pisanu - ha già fatto pervenire al
Comune di Genova circa 7 milioni e mezzo di euro (per la precisione
7.746.853 euro). I pagamenti complessivamente effettuati ammontano a
quasi 5 milioni (4.950.817 euro) e la cifra residua, pari a 2.796.036 di
euro, è stata lasciata nella disponibilità del Comune di Genova, per la
copertura di spese comunque connesse ai danni subiti dalla città nel
luglio 2001.