Home > G8, al via processo ai ’no global’, aggiornato al 9 marzo prossimo
G8, al via processo ai ’no global’, aggiornato al 9 marzo prossimo
Publie le mercoledì 3 marzo 2004 par Open-PublishingGenova, 2 mar. (Adnkronos) - E’ stato aggiornato al 9 marzo prossimo il
processo ai 26 no global accusati di devastazione e saccheggi per i
fatti del G8, Il presidente del tribunale di Genmova ha rigettato
l’istanza di sospensione avanzata dall’avvocato Anna Maria Alborghetti,
difensore di due degli imputati. ’’La legge prevede la sospensione come
ipotesi solo eventuale e quindi e’ un atto facoltativo -ha detto
leggendo la sua decisione il presidente Marco Devoto- quando non si
ravvisano motivi per ritenere che la prosecuzione del processo possa
provocare gravi e irreversibili pregiudizi agli imputati’’. Non avendo
ravvisato questo pericolo il giudice ha disposto che il processo
continui regolarmente.
La prossima udienza e’ quindi fissata al 9 marzo.
Nel frattempo la Cassazione potrebbe aver gia’ deciso sull’istanza
– sempre dell’avv. Alborghetti- di spostamento del processo per legittimo
sospetto. La giornata e’ stata incentrata sulla presentazione delle
eccezioni degli avvocati difensori e sulla costituzione delle parti
civili. Si sono costituite parti civili gli istituti bancari Carige e
San Paolo, il Comune di Genova, Area Banca Service, la Presidenza del
Consiglio, i ministeri degli Interni, della Difesa e della Giustizia. Si
e’ costituito parte civile anche il carabiniere Filippo Cavataio, il
militare che guidava il defender assaltato dai manifestanti il 20 luglio
in piazza Alimonda e dal quale il commilitone Mario Placanica esplose il
colpo di pistola che uccise Carlo Giuliani. Placanica, attraverso il suo
legale, l’avv. Giuseppe Gallo di Genova, ha reso noto la sua decisione
di non costituirsi parte civile ne’ in questo ne’ in eventuali altri
processi che potrebbero derivare da questo.
’’E’ ancora in convalescenza
e ha bisogno di tranquillita’ -ha detto Gallo- Con l’ordinanza di
archiviazione del processo a suo carico e’ uscito di scena e per lui
questa e’ l’unica somma di risarcimento alla quale lui tiene’’. Riguardo
al processo c’e’ da registrare lo stralcio della posizione di uno degli
imputati, Eurialo Predonzani, uno dei tre confluiti in questa inchiesta
da quella precedente e gia’ archiviata sui fatti di piazza Alimonda. Per
un difetto nella notifica Predonzani dovra’ riprendere il suo iter
processuale dall’udienza davanti al gup. Questa mattina circa 250
disobbedienti hanno sfilato in corteo nella zona vicina al tribunale di
Genova. A protezione del palazzo e delle zone limitrofe, bonificate dal
nucleo di antisabotatori della polizia, circa 150 agenti delle forze
dell’ordine. Sugli striscioni dei manifestanti, alcuni slogan del tipo:
’’Non vi lasciamo soli’’, ’’Resistenza’’, ’’Disobbedire non e’ reato’’.
’’Non si possono mettere sullo stesso piano aggrediti e aggressori’’. In
coincidenza con l’apertura a Genova del processo per i fatti del G8, il
vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini interviene -a margine di un
convegno di An sulla missione dei nostri soldati in Iraq- commentando:
’’Con tutto il rispetto verso la magistratura e pesando le parole che
sono pietre, il semplice fatto che a due anni di distanza dagli eventi
la magistratura di Genova rinvia a giudizio un numero di carabinieri e
poliziotti maggiore di quello di teppisti e no global e’ la
dimostrazione di come in Italia alcune cose non funzionino ed e’ la
cartina al tornasole di come talvolta l’operato della magistratura non
venga compreso dai cittadini’’.
Per Fini, ’’quel che accadde a Genova e’
scolpito nella memoria degli italiani. Il che -precisa il vicepremier-
non vuol dire impunita’: se ci sono stati errori e omissioni, vanno
perseguiti e puniti. Ma vuol dire ricordare che non si possono mettere
sullo stesso piano aggrediti e aggressori. E mi dispiace che qualuno
l’abbia fatto’’. L’onorevole Paolo Cento, dei gruppo parlamentare dei
Verdi, ha invece annunciato che presentera’ una interpellanza
parlamentare al ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, e al ministro della
Giustizia, Roberto Castelli, su alcune procedure di sicurezza adottate
per lo svolgimento del processo contro i 26 No global in corso a Genova.
In particolare Cento contesta il fatto che all’ingresso vengano
fotocopiati i documenti delle persone che chiedono di assistere al
dibattimento. ’’Non contesto il fatto che il procuratore generale per
motivi di sicurezza abbia limitato a cento persone l’accesso all’aula,
nemmeno che queste debbano essere identificate. Ma dopo che hanno fatto
le fotocopie dei documenti dove le mettono, cosa se ne fanno? E’ questo
che vogliamo sapere’’.
http://it.news.yahoo.com/040302/201/2ok54.html
Di Di (Adnkronos)