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G8…atto dovuto?

Publie le domenica 22 febbraio 2004 par Open-Publishing

Caro Sindaco,

quei giorni di Luglio a Genova io c’ero, come c’era pure lei.

Al di là della grande gabbia che proteggeva “i grandi della terra” non esistevano più “il buono” e ” il cattivo”, per le strade della nostra città si scontravano anche fisicamente due visioni del mondo, due modi di rappresentarlo.

Come una grande messa in scena teatrale.

Di fronte, a una platea mediatica planetaria , che ne amplificava gli effetti.

Il sinistro rullare dei tamburini veniva soffocato dai rotori degli elicotteri, e poi autoblindati a folle velocità, sirene spiegate, colpi di pistola.

Alla fine, corpi insanguinati, auto distrutte, una vita spezzata.

E lei signor Sindaco, da dentro la gabbia, come alcuni Ministri dello Stato, come alcuni Deputati, come chi aveva preferito andarsene in ferie o barricarsi in casa, è così sicuro di poter giudicare? E’ sicuro di essere così infallibile da ritenere atto dovuto un’azione legale che aggrava ulteriormente la posizione di 26 “comparse” di quello spettacolo?

Se fosse un film, dai titoli di coda mancherebbero i nomi del regista e degli attori protagonisti.

La Genova che c’era aspetta ancora giustizia e verità.

Abbiamo già qualcun’ altro che ci governa con manie di onnipotenza e infallibilità.

Ammettere di aver sbagliato o sottovalutato la valenza apparentemente solo amministrativa di quell’atto non credo offuschi la sua immagine, ma anzi la rafforzi.

Ridiscutere e condividere questa posizione non può far altro che bene alla vita democratica della nostra città e a quella del nostro paese.

Genova 22/02/2004 Gianni Morando

(cittadino genovese)