Home > G8: crisi al Comune di Genova anche tra i Ds
No global, spaccatura nei Ds
LA POLITICA I consiglieri comunali di area berlingueriana si dissociano
dalla posizione del partito
Il correntone chiede di sospendere la delibera sui Black bloc
La crisi politica a Palazzo Tursi si complica sempre di più. Non solo
Rifondazione comunista insiste nella richiesta che il Comune non si
costituisca parte civile nei confronti di 26 manifestanti al G8 (e in caso
di bocciatura uscirà dalla maggioranza), adesso anche sei consiglieri
comunali del Correntone diessino (Massimo Casagrande, Bruno Delpino,
Massimiliano Morettini, Paolo Lavagetto, Gabriella Biggio e Fulvio Molfino)
scendono in campo per chiedere la "sospensione" della delibera contestata.
Pur concludendosi con un appello al confronto e all’unità in vista delle
prossime decisioni importanti per il futuro della città (Cornigliano, Amt,
il bilancio), il documento prende di fatto le distanze dalla posizione
assunta e ribadita dal sindaco. «La decisione della giunta - scrivono
infatti - non può essere considerata, come molti sostengono, un mero atto
amministrativo né un atto dovuto. Era chiaro che avrebbe assunto una
valenza politica e aperto una discussione all’interno della maggioranza di
centrosinistra. Era dunque necessaria un preventiva discussione con le
diverse forze di maggioranza». In un quadro che rischia di precipitare, «è
necessario che ognuno si fermi e rifletta, senza pregiudiziali o
atteggiamenti arroganti».
Pur riconoscendo a Pericu di aver svolto «un
ruolo di grande spessore politico e istituzionale nei giorni del G8», il
documento della minoranza diessina apre un nuovo fronte di criticità.
«Sono sorpreso e dispiaciuto sul piano personale - è la reazione a caldo di
Mario Tullo, segretario diessino - A questo punto è evidente che occorre un
chiarimento all’interno del comitato politico, dove ribadirò la posizione
che era stata discussa con il gruppo consiliare e approvata, cioè il
sostegno alla decisione della giunta, con l’ulteriore impegno a
confrontarsi sul documento politico che due assessori stanno elaborando».
L’irritazione di Tullo deriva anche da questo: «Lunedì mattina a parte
qualche perplessità su aspetti di metodo nessuno aveva avanzato la
richiesta di sospensione».
Rifondazione, intanto, non fa passi indietro. L’altra sera la segreteria ha
deciso di chiedere al gruppo consiliare di presentare una mozione. Dice
Bruno Pastorino, segretario di Prc: «Spero che il presidente del consiglio
avrà la sensibilità di discuterla prima del 2 marzo, data di inizio del
processo». Sarà un testo ampio, articolato, intorno al tema della "verità
negata" sui fatti del luglio 2001, che si concluderà chiedendo al Comune di
non costituirsi parte civile, con le modalità meglio viste, e rivervandosi
di chiedere i danni una volta che saranno eventualmente accertate le
responsabilità penali degli imputati. Il documento politico che la giunta
sta elaborando? «Immagino che ci ritroveremo su molti punti - dice
Pastorino - ma il punto su cui ci deve essere una risposta è: il Comune
conferma o no la decisione?
L’intervento del sindaco Pericu su "Il Secolo
XIX"è sicuramente di altissimo profilo, però c’è un elemento che non
condividiamo assolutamente: la divisione tra amministrazione e politica.
L’amministrazione non è mai neutrale». Lunedì alle 21, alla sezione
Bianchini di Marassi, si terrà una riunione aperta degli iscritti. Sulla
presentazione della mozione, il capogruppo Roberto Delogu è perplesso: «Mi
pare una forzatura che inasprisce il conflitto. O si aspetta di leggere il
documento della giunta, oppure tanto vale uscire ora».
In dissenso c’è anche l’assessore Valter Seggi. «E’ una posizione legittima
– dice Pastorino - ma quando il 90 per cento del partito sceglie una linea,
chi non la rispetta compie un’azione di rottura».
Per Claudio Gustavino, capogruppo della Margherita, dalla delibera non si
può tornare indietro: «Se questa richiesta fosse accolta, non saremmo più
noi nella maggioranza. E se Rifondazione insiste si mette fuori da sola».
dal Mercantile