Home > GENOVA BLINDATA, AL VIA PROCESSO A 26 NO GLOBAL

GENOVA BLINDATA, AL VIA PROCESSO A 26 NO GLOBAL

Publie le martedì 2 marzo 2004 par Open-Publishing

GENOVA - Un gruppo di disobbedienti e’ arrivato davanti al Tribunale di Genova dove alle 9 inizia il processo a 26 no-global accusati di devastazione e saccheggio nei giorni del G8.La polizia ha realizzato una zona cuscinetto tra l’inizio della strada e il palazzo di giustizia presidiata da 150 poliziotti e carabinieri. I Pm del processo Canepa e Canciani sono arrivati al palazzo scortati dalla Digos. In mattinata il nucleo antisabotatori della polizia ha eseguito la bonifica dell’intera zona. Sul posto sono in arrivo anche un centinaio di uomini della polizia penitenziaria. 02/03/2004 08:51

Il palazzo di Giustizia presidiato dalle forze dell’ordine

Cento (Verdi): "Stanno schedando il pubblico"

G8: processo a 26 no global

Disobbedienti davanti al tribunale

In aula anche don Gallo e i genitori di Carlo Giuliani

Partito da piazza Alimonda corteo di solidarietà con gli imputati

GENOVA - E’ cominciato alle 9.30 con l’appello degli imputati il processo ai 26 no global italiani accusati di devastazione e saccheggio durante il G8. L’aula bunker del tribunale, presidiata dalle forze dell’ordine, è già affollata: tra i presenti Giuliano e Heidi Giuliani, genitori di Carlo, il ragazzo ucciso durante il G8, e Don Andrea Gallo. Un centinaio di Disobbedienti prenotati per assistere al processo sono stati perquisiti e a tutti sono stati chiesti i documenti.

"A coloro che entrano in tribunale vengono fotocopiati i documenti e il loro nome è registrato in un libro. E’ una procedura anomala che limita i diritti civili di chi vuole assistere al processo" ha detto il deputato Verde Paolo Cento uscendo da Palazzo di giustizia. "Non contesto le misure prese per garantire la sicurezza, ma un conto è porre un limite al pubblico perché l’aula è piccola, un conto è schedare le persone. Che fine faranno e come verranno utilizzati quei documenti?" ha aggiunto Cento annunciando in merito una interpellanza ai ministri della Giustizia e dell’Interno.

Alla sbarra 26 no global, accusati di devastazione e saccheggio, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, porto e detenzione di materiale esplodente, furto aggravato e continuato e lesioni gravi. Rischiano da 8 a 15 anni di reclusione.

"Il processo ha almeno il pregio di aver stimolato tutto il movimento" ha commentato don Gallo prima di entrare in tribunale, "che si è nuovamente compattato in tutte le sue anime: dai Cobas alla rete Lilliput ai Disobbedienti". Don Gallo aggiunge che Genova si è accorta che la ferita di allora è ancora aperta e chiede insieme al Movimento verità e giustizia.

Per Don Gallo, infine "il 2004 deve essere l’occasione di un salto culturale anche dei partiti in merito ai fatti del G8 e il governo deve decidere un’inchiesta parlamentare con pieni poteri per dare le risposte che chiede ciascun cittadino che ha vissuto sulla sua pelle quelle giornate".

Fuori dal palazzo di giustizia si sono riuniti circa 250 di Disobbedienti con striscioni ("diritto di resistenza") e un furgone con altoparlanti dai quali viene diffusa musica a tutto volume. Numerosi agenti di polizia e carabinieri in assetto antisommossa, dietro alcune transenne, sbarra la via di accesso al tribunale.

Intanto è partito da piazza Alimonda il corteo dei Movimenti pacifisti, degli studenti e dei Centri sociali organizzato in segno di solidarietà con gli imputati del processo. Oltre 1.500 persone si sono dirette verso via XX Settembre e piazza De Ferrari, a poche centinaia di metri dal palazzo di Giustizia. Aperto da un grande striscione con la scritta "Verità e Giustizia. I diritti non si processano", il corteo è composto da studenti, rappresentanti dei Centri sociali, di partito e della società civile. Molte le bandiere dei Cobas, delle rappresentanze di Base, dei Verdi, e di Rifondazione Comunista.

In marcia si sono anche sindacalisti della Fiom, mentre la Cgil regionale ha partecipato a un presidio in piazza Alimonda per chiedere "Verità e Giustizia" ma non prende parte al corteo. Tra i manifestanti c’ è Vittorio Agnoletto che fu portavoce del Genoa Social Forum nel 2001.

Circa duecento studenti della Pertini-Diaz e delle scuole del Levante cittadino sotto lo striscione di "studenti in movimento", i Verdi, Legambiente, Emergency, la Rete per la Globalizzazione dei Diritti sono invece partiti dalla scuola Diaz diretti verso piazza Alimonda, per ricongiungersi al corteo.

Tra loro ci sono anche due delle persone che furono picchiate durante la perquisizione nella scuola nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001: Arnaldo Cestaro, 65 anni, commerciante di rottami e Mark Covell, 36 anni, il giornalista inglese che rimase in coma per 14 ore.

Sulla scuola è stato steso lo striscione "La Diaz non dimentica". Un altro striscione dice "Ribellarsi è un diritto". Il corteo è stato aperto da un pullmino con altoparlanti degli studenti e dei Giovani Comunisti con lo striscione "Siamo tutti devastatori".

(2 marzo 2004)

Resto del carlino

G8 DI GENOVA

No global a processo, è già protesta

Circa 200-250 disobbedienti stanno manifestando, vicino al tribunale, dove si celebra la prima udienza del processo a 26 No-global per gli scontri di piazza avvenuti durante il G8 di Genova.

Genova, 2 marzo 2004 - Circa 200-250 disobbedienti stanno manifestando in via delle Casacce, nelle immediate vicinanze del Tribunale di Genova dove sta per celebrarsi la prima udienza del processo a 26 No-global per gli scontri di piazza avvenuti durante il G8 di Genova.I manifestanti fronteggiati da un cordone di polizia che impedisce loro l’accesso al palazzo di giustizia, hanno esposto numerosi striscioni con le scritte: «Disobbedire non è reato», «Resistenza», «Non vi lasciamo soli».Una manifestazione, inoltre, è in procinto di partire da piazza Alimonda diretta verso la zona del Tribunale, ma nei luoghi del concentramento, fino a poco fa si contavano solo poche decine di persone. Imponente il dispositivo di sicurezza che prevede la sorveglianza da parte di carabinieri e polizia di tutti gli edifici istituzionali e sede di partito e di tutte le vie laterali che si aprono lungo il percorso del corteo.