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GENOVA / Lettera del ministro dopo le contestazioni dei no global sul G8 e il no del Correntone
Publie le martedì 7 settembre 2004 par Open-Publishing1 commento
di Maria Latella
Scajola non va alla festa dei Ds: io denigrato
ROMA - L’avevano invitato, voleva andare. Invece una vasta area che va dal Correntone all’ Unità , ha brandito il più classico dei: «No, tu no». Scajola, insomma, non andrà alla kermesse in corso a Genova, però una letterina l’ha mandata, indirizzata alla Festa, ma destinata a quelli che non l’hanno voluto: «Intolleranti e manipolatori». «Avrei avuto piacere di confrontarmi con Livia Turco» scrive il ministro Claudio Scajola a Lino Paganelli, responsabile della Festa Nazionale dell’Unità, riferendosi al dibattito sull’immigrazione previsto per oggi e poi rinviato. Avrebbe avuto piacere, Scajola, «anche per offrire motivi di seria riflessione a quanti si sono prodotti in dichiarazioni vicine alla denigrazione personale, alimentate da un’indegna intolleranza verso gli avversari politici e dal vizio di falsificare la storia manipolando le responsabilità».
Invece, no. Niente Festa Nazionale dell’Unità per il ministro di Forza Italia. Questo pomeriggio, a Genova, ci sarebbero stati per lui un tripudio di fischi «no global» e i musi lunghi dei diessini del Correntone, ma la realpolitik ha provvidenzialmente procurato un altro impegno al sindaco di Genova, Pericu, e dunque incontro rinviato all’11 settembre, data nella quale sarà lui, Scajola, altrove affaccendato.
Si chiude così, con un escamotage della diplomazia, il caso Scajola-Festa dell’Unità, ma la questione su quali esponenti della Cdl si possano invitare alla festa del partito di Fassino è più che mai aperta. O meglio: per il momento ha vinto la linea del «no», in futuro si vedrà.
Gli appassionati dei rapporti bipartisan ricorderanno i precedenti. Proprio il giornale che dà il nome alla festa, l’ Unità , aveva aperto il dibattito, in prima pagina: doveva considerarsi opportuno l’invito rivolto ai ministri Scajola e Maroni, protagonisti l’uno del G8 genovese e l’altro della riforma delle pensioni? No che non era opportuno, concludeva l ’Unità , sapendo di avere dalla sua non pochi volontari della Festa, i compagni degli stand e delle cucine e quelli di «Aprile», per non parlare dei più giovani militanti.
Giorno dopo giorno, il malumore è andato crescendo: manifesti per le strade di Genova e ieri Aprileonline , vicino al correntone Ds, che manda in rete l’attacco finale all’ex ministro dell’Interno dei drammatici giorni del G8: «Perché ricercare sempre, ad ogni costo, il "dialogo" con il centrodestra quando si sa benissimo che con questo centrodestra è impossibile dialogare? Perché dare legittimità e visibilità a personaggi come Scajola? Solo perché il suo rapporto con Berlusconi è in crisi? Perché non un dibattito sui gay con Storace? O magari un incontro sull’Islam con Borghezio?».
Così, una telefonata tra il ministro Scajola e l’organizzazione della Festa ha definitivamente archiviato il tentativo di dialogo bipartisan: «Ministro, ci dispiace, meglio rinviare il dibattito...». Rinviato.
Abbassato il telefono, Claudio Scajola due righe le ha mandate, ai suoi mancati ospiti. Una lettera indirizzata a Lino Paganelli, responsabile nazionale Ds: «Avrei avuto piacere di confrontarmi su un tema fondamentale della politica del governo». Sarà per un’altra volta: «Non mancherà da parte mia l’occasione di ritornare sugli eventi anche dolorosi che segnarono il G8 di Genova, per ribadire ancora una volta quali furono le corrette ed equilibrate direttive da me impartite». Ne parlerà ancora, Scajola, ma se ci fosse stato qualcuno, uno stravagante estremista bipartisan, un Ds interessato ad ascoltarlo alla Festa dell’Unità, quell’uno dovrà andarsene fino a Gubbio, sabato prossimo, al seminario di Forza Italia.
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=POLITICA&doc=SCAJOLA
Messaggi
1. > GENOVA / Lettera del ministro dopo le contestazioni dei no global sul G8 e il no del Correntone, 7 settembre 2004, 16:53
Sarebbe bene ricordare al ex ministro Scajola, che ministro è servitore del popolo e non servo dei potenti. Dal mio punto di vista è la zona ROSSA da lui predisposta l’inizio dei tragici fatti del G8. Una domanda ministro. Perchè nella centrale operativa membri ex fascisti (non troppo ex purtroppo) erano presenti e si sa il lupo perde il pelo ma non il vizio e noi genovesi ci ricordiamo il passato.
saluti
DCC