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Genova: zona rossa permanente

Publie le lunedì 23 febbraio 2004 par Open-Publishing

A Genova sta per nascere una zona rossa permanente. Trattandosi di
aree private e già da tempo chiuse al pubblico passaggio, non sarà
facile impedirlo nella sua interezza, ma è comunque necessario
intervenire per limitare il danno.

Come sapete, il piano di utilizzo delle aree di Cornigliano da parte
del Governo è quello di costruirvi una base logistica militare (si
vedano l’intervista rilasciata al secolo XIX dall’’Ing Cuneo,
amministratore delegato dell’Elsag, l’11 febbraio 2002, le dichiarazioni
dell ministro Manzano del 18 marzo 2002 e i commenti del giorno dopo,
allegati alla presente) e di costruire sulla spianata degli Erzelli un
polo tecnologico sull’esempio di Sophia Antipolis. Quest’ultimo è un
centro nei pressi di Niza dove si applicano le più recenti tecnologie
alla progettazione e alla produzione di armi.. I contatti con Sophia
Antipolis sono già stati attivati per quanto riguarda l’IIT che sta per
essere installato nell’ex manicomio di Quarto, guarda caso pressochè
adiacente alla caserma di Sturla, e che vede coinvolto quel Federico
Faggin che quando la rapida evoluzione dei microprocessori per usi
civili ha reso impossibile vendere a tale scopo quelli ormai obsoleti
per il mercato militare ha orientato le sue aziende solo su
quest’ultimo. Vale la pena di ricordare che l’IIT è stato presentato
subito a ridosso delle iniziative che hanno provocato la fuga di molti
ricercatori dall’Istituto Tumori, dal Centro per le Biotecnologie
Avanzate e dall’Istituto di Fisica della Materia.

Se inizialmente si
prevedeva l’installazione del centro logistico militare nell’area dalla
quale sono stati scacciati 650 lavoratori dell’acciaieria ed
innumerevoli dell’indotto, la modifica dell’accordo che prevede che Riva
possa anche sostituire le lavorazioni a freddo dell’acciaio nelle aree
che gli sono state regalate con altre attività "industriali non
inquinanti" lascia pensare che anche i molti lavoratori di quell’area
dovranno convertirsi in facchini dei bombardatori. Vale la pena di
ricordare che presso le basi militari sono vietate misure di
radioattività e simili, quindi il Polo Logistico sarebbe non inquinante
per decreto.

Ora, avrete letto sui giornali che Renzo Piano, incaricato di
progettare il nuovo Polo Tecnologico, ha dichiarato che la viabilità
esistente è sufficiente. Ma chi conosce lo stato delle strade che da
Sestri salgono verso gli Erzelli sa bene che già sono al limite della
percorribilità; di fare incrociare due autobus non è neppure lecito
ipotizzarlo per scherzo, e l’aumento del traffico privato renderebbe
impossibile la cricolazione. Questo significa che il P.Tecn. dovrebbe
rimanere non comunicante con Sestri, se non tramite la rampa
dell’autostrada, quindi che il parco progettato sugli Erzelli è previsto
per non essere fruito dai cittadini e anche i posti di lavoro dovrebbero
essere riservati a foresti che vivrebbero nelle nuove abitazioni
previste da Piano, farrebbero i loro acquisti negli spacci del villaggio
e nel tempo libero o per acquisti più impegnativi prenderebbero
l’autostrada ed amen.
Questo può permetterci un’iniziativa che coniughi diversi aspetti e
quindi si rivolga a ceti con interessi diversi:

* Al movimento pacifista, perchè prema affinchè le nuove attività
che si insedieranno non siano legate agli armamenti e alla
logistica militare ma siano attività tecnologicamente avanzate per
scopi civili;

* Agli abitanti delle vie Sparta, Sant’Elia, dell’Acciaio e dei
Sessanta, perchè premano da un lato per poter usufruire del parco
e dall’altro perchè gli oneri di urbanizzazione siano impiegati
per connettere tra loro in quota le prime tre strade citate e vi
possano essere quindi introdotti sensi unici che rendano più
scorrevole la circolazione e permettano una migliore frequenza dei
mezzi pubblici; analogamente, anche via dei Sessanta sia collegata
in quota al parco e al casello autostradale. in modo che possa
essere utilizzata anch’essa a senso unico con discesa dalla rampa
dell’autostrada;

* Ai commercianti sestresi e corniglianesi, perchè possano sperare
negli acquisti dei nuovi residenti sulla collina;

* Agli ecologisti, perchè impongano che nessun divieto di effettuare
analisi di alcun tipo sia imposto nè agli Erzelli, nè a
Cornigliano, nè a Quarto o Sturla;

* Al movimento sindacale, perchè dai posti di lavoro che verranno
creati non siano esclusi i genovesi e perchè nessuno dei
licenziati delle acciaierie sia sottoposto al ricatto di accettare
un lavoro che moralmente gli ripugna o perdere il diritto a quelle
garanzie che peraltro, per il momento, sono solo fumose promesse.

Tutto questo non è facile, ma è necessario se vogliamo evitare che
Genova, dove già pullulano le fabbriche di armi, diventi una città
militarizzata ed invivinìbile ed un importante bersaglio dei patrioti
dei Paesi attaccati dalla NATO o dal futuro esercito europeo (nonchè
eventualmente dagli USA se lo scontro militare fra questi e l’Europa
 che già c’è stato attraverso l’appoggio alle due fazioni che si sono a
lungo combattuti in Angola- dovesse diventare uno scontro diretto).

Giorgio Boiani