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Giornalisti giornalai (non edicolanti) e cani da guardia del potere

par Enzo Castaldi

Publie le domenica 20 ottobre 2013 par Enzo Castaldi - Open-Publishing

Esistono due categorie di "informatori ufficiali" alias cronisti, alias possessori del patentino che li autorizza formalmente a scrivere su testate varie: i giornalisti informatori (appunto) e i giornalisti giornalai o cani da guardia del potere ovvero manipolatori di informazioni secondo i loro credo e i loro paraocchi (vari).

I primi sono quelli che raccontano i fatti così come li vedono i loro occhi mettendo dunque da parte legittimi valori ed ideali personali pur essendo consci che l’avalutatività dei fatti è una chimera e l’oggettivismo è qualcosa che non esiste così come il nichilismo: anche il rifiuto dei valori può essere (ed è) a sua volta un valore. Negativo certo, ma non per forza (talvolta può essere un "rifugio").

Costoro sono purtroppo una minoranza. Spesso impegnati su campi difficilissimi, si sbattono e talvolta rischiano la vita per stipendi (che di certo non sono esorbitanti) animati dalla loro passione e dal loro senso civico. I secondi invece tendono a svilupparsi in maniera molto rapida. La loro inclinazione alla manipolazione dei fatti per puro scopo personale, li porta facilmente a conformarsi alla "linea" del direttore responsabile o del potentato che finanzia il loro stipendio.

Questi giornalai (e chiedo scusa ai miei amici edicolanti) tendono inoltre al "populismo" più sfrenato soprattutto sulle testate locali: si assoggettano al politico più in auge, snobbano gli altri che hanno posizioni un po’ in controtendenza tranne quando gli servono per creare scalpore e soprattutto sorvolano i fatti salienti e si occupano del sentito comune diffuso inventando storie favolistiche e ringhiando se gli si tocca il padrone.

Insomma sono quelli che "deve andare come è stato stabilito ex ante, anche se poi ex post è andata diversamente" e allora si aggrappano al cavillo e al fuochicino di paglia. Costoro sono quelli che - quando ieri nella manifestazione romana comparivano su via Napoleone III decine e decine di militanti di Casapound in assetto provocatorio, fermi in posizione, vestiti di nero ed armati di bastone e scatenando di conseguenza le giuste proteste dei manifestanti - scrivevano oggi sul Corriere della Sera: " ... la manifestazione fino a quel momento si era accesa solo per IL TENTATO ASSALTO a Casapound Italia in Via Napoleone III".

Cari giornalai quello non era un tentato assalto bensì una reazione ad una provocazione(tra l’altro in tutta risposta le forze dell’ordine si disponevano in assetto da "protezione" quasi in favore dei fasci invece di disperderli e quindi evitare scontri prevedibili). Sono quelli che chiamavano provocazione un legittimo "siamo tutti antifascisti" scandito come slogan dai manifestanti. Sono quelli che scrivevano sempre ieri sul televideo: " violenatata ragazza in una festa da cinque coetanei...tutti italiani" facendo dunque passare l’idea che questi gesti sono abitualmente commessi da immigrati e "caso ha voluto" che stavolta fossero invischiati degli autoctoni. Cani da guardia del potere. Appunto.

Ed infiltrati. Perchè sono loro i veri "infiltrati" all’interno dei cortei antagonisti e di protesta, all’interno dei mezzi di informazione di massa. Sono loro che più di ogni altro sperano nel fatto eclatante per fare uno scoop e manipolarlo di conseguenza. Sono loro i veri black bloc come qualcuno ieri ha detto. Ecco, sull’editoriale del Corriere di oggi si legge di Italia impantanata e preda della burocrazia, del vecchiume, delle corporazioni, delle lobby e dell’anticultura. Io aggiungerei: preda anche della cattiva informazione che contribuisce a creare e diffondere ignoranza e rassegnazione, luoghi comuni ed immobilismo sociale. Strategia della tensione dunque, creata dal potere e diffusa dai suoi portaborse. Cani da guardia, ancora una volta.

http://www.pensieroscomodo.org/index.php/politica/84-giornalisti-giornalai-non-edicolanti-e-cani-da-guardia-del-potere

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