Home > Guantanamo: l’orrore rimosso

Guantanamo: l’orrore rimosso

Publie le lunedì 26 gennaio 2004 par Open-Publishing

Incredibile come a volte il mondo si sollevi, e a volte taccia in un silenzio colpevole e sordo.

Da due anni 660 persone sono prigioniere a Guantanamo contro ogni regola di civilta’ ma il mondo
finge di non saperlo, non vuole vedere. La guerra dell’Afganistan e’ stata dimenticata, e’ entrata
nel grande rimosso collettivo, come se non solo non fosse mai esistita ma anche non continuasse ad
avere morti e distruzioni ogni giorno, mentre il paese non ha fatto un solo passo verso l’ordine e
la democrazia. La coscienza del mondo non vuole piu’ saperne di verificare se quella fu o non fu
una guerra giusta e ragionevole o se si tratto’, invece, di un enorme atto di ipocrisia,
alimentato dal desiderio invasivo americano, che sfruttò abilmente l’attacco alle Torri per spingere un
progetto già preparato da mesi per gli oledotto afgani e in cui si ebbe il primo dispiegamento
della propaganda liberazionista, falsa e sfacciata, che sventolava nomi altisonanti: democrazia,
liberta’, ordine, giustizia, cultura, civiltà...

Liberazione non c’è stata. I signori della guerra spadroneggiano esattamente come prima,i poveri
sono piu’ poveri grazie all’enorme inflazione prodotta dall’arrivo americano, le donne continuano a
portare il burka e sono allontanate dalle scuole, il papavero da oppio riempie come prima i campi,
solo sono aumentati i senza gambe che continuano a esplodere sulle mine, le vedove, gli orfani. Il
mondo ebbe piacere di raccontarsi una favola, ora sarebbe da dire chiaramente che la favola era
una truffa, ma troppe parole sono dette e troppe facce andrebbero perse. Lo dicono anche in
Giappone: perdere la faccia è sempre la cosa peggiore. Così il mondo si è messo tacitamente d’accordo sul
metterci una pietra sopra, all’Afganistan. In fondo quel che conta e’ ’parlare’ di liberta’ e
democrazia, parlarne soltanto, parlarne anche molto, come se il solo parlarne fosse compito umano e
alleviasse la coscienza anzi la esaltasse, anche se poi i fatti smentiscono le parole.

Così
l’ipocrisia del mondo cresce a dismisura nel pubblico e nel privato. Un fiume di parole sotterra
l’Agfanistan. Ci sentiamo dei santi che amano la democrazia e la libertà, solo perche’ ne abbiamo, molto,
’parlato’. Punto. Ora giriamo pagina e occupiamoci di un’altra cosa: magari la democrazia in Iran.
Ma restano, ingombranti, quei 660 prigionieri nelle gabbie da polli.
Dunque l’America rastrella 660 uomini, li accusa di essere talebani, e non li porta in campi
internazionali o in prigioni americane, no, ipocritamente li rinchiude in una parte di Cuba che non è
di Cuba, non è di nessuno stato civile, sembra, è una base militare americana, ma, pur essendo una
base americana, non soggiace a quelle famose leggi americane che pretendono di esportarsi nel
mondo, perche’ è una terra che non soggiace a nessun ordinamento giuridico, è un deserto giuridico,
116 km quadrati, una specie di paradiso penitenziario, come esistono i paradisi fiscali, solo che
paradiso non è, è la terra senza legge. Gli Americani pretendono che una base americana non debba
sottostare nemmeno alle leggi americane. E dunque, quando parte del mondo sarà diventata un’intera
base americana, come le guerre di Bush intendono, non avremo l’esportazione della democrazia che è
legge, ma una enorme terra di nessuno dove domina l’arbitrio e l’arroganza.

E nessun uomo sarà
considerato prigioniero di guerra, perché per gli Americani non esiste nessuna guerra ma solo stati
canaglia che debbono essere puniti, come una banda di criminali punisce un’altra banda di
criminali, e cioè al di fuori di ogni diritto.
Guantanamno è un lager, dove 660 persone senza capo di accusa sono chiuse in gabbie e vivono con
un cappuccio nero in testa. Non si possono sapere i loro nomi, non hanno diritto a una difesa, non
hanno un regolare processo, non conoscono le convenzioni di Ginevra, vivono in condizioni
disumane, non sappiamo nemmeno qual’è il loro capo di accusa, sono rinchiusi e basta. E il mondo, che si è
tanto indignato per i lager nazisti, ora tace, rimuove il fatto. E i cittadini americani, così
bravi a parlare di democrazia e di diritti, così fieri dei loro principi costituzionali, tacciono
anch’essi, e sono pronti a rivotare Bush.

660 persone sono state prese e rinchiuse in condizioni innominabili, come fossero ’capi di
bestiame infetto’. Non diversamente da come Hitler prendeva e rinchiudeva ebrei, zingari o omosessuali.
Alcuni di questi ’capi di bestiame’ vengono dall’Afganistan, altri dal Pakistan, si dice che molti
non siano nemmeno stati presi in combattimenti ma comprati dai capi tribù e viaggiarono per ore su
aerei merci, incaprettati in catene e storditi dai sedativi.
E allora ci chiediamo come mai il mondo, tanto sensibile alle Amine lapidate, tanto sensibile ai
diritti umani, tace su una così eclatante ingiuria al diritto e all’uomo? Come mai si continua a
ripetere che il Bush che è stato capace di questo possa arrogarsi anche solo il diritto di parlare
di libertà e democrazia? Lui che il diritto e i principi democratici li calpesta in modo così
infame.. E come mai i governi, i parlamenti di tutto il mondo non insorgono su un fatto tanto aberrante
di cui non si vede nessun esito?

Che fine ha fatto la terza convenzione di Ginevra che garantisce
il trattamento dei prigionieri di guerra? E se anche Bush nega a questi uomini il diritto di
essere prigionieri, perché non li fa processare come criminali con accuse precise? E può esistere
l’accusa di crimine rivolta a ben 660 persone? E quale crimine? Queste 660 persone hanno partecipato
all’assalto alle Torri? Difficile dimostrarlo. Ma se una detenzione simile si potesse imporre a
diritto, a quale accusa dovrebbero essere sottoposti tutti coloro che ubbidiscono a Bush o lo
affiancano in guerre puramente aggressive?
Questo strabiliante trattamento legale è stato voluto dal segretario Rumsfeld con le sue Military
commission instructions per attuare gli ordini di Bush su ’detenzione, trattamento e giudizio dei
cittadini non americani nella guerra contro il terrorismo’.

Non solo gli americani pretendono di
violare a piacere ogni norma di diritto internazionale, non solo pretendono di sferrare guerre a
qualunque paese del mondo appena sorga per loro un vantaggio, non solo Bush stila liste di 43 paesi
canaglia, e si arroga il diritto di fare ispezioni su chi desidera colpire inventando fantomatiche
armi di distruzione di massa, egli ordina anche che i suoi tribunali militari, al di fuori di ogni
legge americana, possano imprigionare, torturare e privare dei diritti fondamentali centinaia di
persone, e ciò non è solo contro ogni norma internazionale, è anche antiamericano, va contro la
stessa costituzione degli Stati uniti d’America, in una sola parola è un comportamento ’hitleriano’.
Guantanamo è il vuoto giuridico. E se a Guantanamo ci fosse anche un solo essere umano che viene
privato così arbitrariamente dei suoi diritti, il mondo intero dovrebbe insorgere contro il suo
persecutore perché sono gli stessi fondamenti del diritto e della democrazia a essere calpestati.

Dalla inchiesta di Amnesty e della Croce Rossa internazionale risulta che questi 660 uomini,
perché sono uomini e non bestie, rastrellati non si sa come e dove, provengono da 42 paesi diversi,
parlano 17 lingue e 23 dialetti, molti sono solo poveri contadini analfabeti, presi in mezzo dalla
guerra, tre sono ragazzi tra i 15 e i 15 anni. Da due anni vivono in gabbie metalliche di 2 metri x
3, dormono su una cuccetta metallica, vivono imbotti di sedativi, il loro cervello è ormai
distrutto, si parla di torture, per 32 volte hanno tentato di uccidersi.

Sui cancelli d’ingresso dei lager nazisti era scritto: "Il lavoro vi rendera’ liberi".
All’ingresso di Guantanamo hanno scritto: "Onore alla difesa della libertà".