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Hugo Chavez: il presidente dei poveri

Publie le martedì 17 agosto 2004 par Open-Publishing

Dazibao


La vittoria degli ultimi
Commento audio

di Fausto Bertinotti

Una vittoria netta, un responso inequivocabile che poco o nulla concede all’opposizione
anti Chavez. Le urne venezuelane hanno parlato chiaro, il referendum che si è tenuto
nel Paese sud-americano ha confermato senza mezzi termini la presidenza di Hugo
Chavez, dando pieno sostegno alla sua esperienza di governo. Un risultato importante
per l’America Latina, un’occasione per l’Europa, una speranza per i paesi poveri
del mondo, un segnale da non sottovalutare per i sostenitori del neoliberismo
e della globalizzazione capitalistica. Chavez ha vinto e oggi il Venezuela vede
confermato il suo governo dal principio democratico della prova elettorale. Un
risultato per nulla scontato alla luce dei vari tentativi parafascisti messi
in atto dalle opposizioni negli anni passati per destituire il presidente in
carica.

Con il suo esperimento, Chavez ha portato al governo del Venezuela, per la prima volta nella sua storia, le ragioni dei poveri e degli indigeni. Per questo noi abbiamo sempre solidarizzato con quella esperienza, e abbiamo altresì pensato che anche nei momenti più difficili essa fosse sostenuta dalla maggioranza del popolo venezuelano. Come le urne hanno confermato. Il voto voluto dalle opposizioni, come si dice, ha tagliato la testa al toro. Con l’esercizio democratico del voto il Venezuela ha detto inequivocabilmente che il governo di Chavez è il suo governo. Ora, i tanti che anche tra le forze democratiche italiane avevano guardato con avversione o sospetto verso questa esperienza, dovranno ricredersi.

Il responso elettorale e la vittoria di Chavez sono un’occasione politica che l’Europa non può e non deve perdere al fine di considerare diversamente dal passato un’esperienza, che insieme ad altre nel continente Latino-Americano, parla tuttavia della medesima questione: per la crescita dei paesi poveri del mondo esiste una politica differente dai principi della globalizzazione capitalistica e del neoliberismo oggi imperanti tra le nazioni del cosiddetto "primo mondo". Sono proprio i paesi poveri ad essere duramente colpiti da queste aberranti logiche. Per questo la vittoria di Chavez è anche la vittoria della speranza che un altra strada è possibile. Ma è anche un’occasione per pensare ad una diversa collocazione dell’Europa nel mondo, più vicina alle istanze e ai bisogni dei popoli che non alla tecnocrazia e ai poteri forti.

http://www.liberazione.it/giornale/040817/LB12D6B2.asp