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I Tory chiedono le dimissioni di Blair. Giornalisti in piazza per difendere l’indipendenza
Publie le domenica 8 febbraio 2004 par Open-PublishingLONDRA. Non si placa la polemica sul caso Kelly. La Bbc è in rivolta. I conservatori hanno
chiesto le dimissioni di Tony Blair dopo la rivelazione che mandò i soldati in guerra senza mai
preoccuparsi di sapere se le armi di distruzione di massa irachene che citava costantemente per
giustificare l’attacco anglo-americano si riferivano a semplice artiglieria o a missili in grado di
attaccare i paesi circostanti, in particolare le truppe inglesi a Cipro. La differenza insomma tra missili
e mortai.
Si apre così un nuovo incredibile capitolo nella vicenda delle armi chimiche e biologiche irachene
che nel dossier pubblicato nel settembre del 2002 furono descritte da Blair come capaci di essere
attivate in 45 minuti. Un’illustrazione basata su una mappa del Mediterraneo e composta di cerchi
concentrici alludeva chiaramente alla possibilità che le armi chimiche potessero arrivare fino a
Cipro. La stampa inglese e di tutto il mondo rimase influenzata da tale interpretazione. Downing
Street, pur vedendo bene i titoli apocalittici che ne venivano fuori, non tentò mai di correggere
l’impressione errata che veniva ripetuta e che portava più gente a sostenere la guerra. Solo adesso
è venuto alla luce che nell’intero periodo di sette mesi, tra la pubblicazione del dossier e il
dibattito a Westminster del 18 marzo 2003 che portò al voto dei deputati a favore della guerra, il
premier rimase nell’ignoranza più totale sulla reale portata di tali armi che del resto non sono
state trovate.
Non
fece domande. Nessuno gliene parlò.
«Sono sorpreso», ha commentato con letale precisione l’ex ministro laburista Robin Cook che diede
le dimissioni dal gabinetto proprio perché non era d’accordo sulla necessità di far guerra.
«Faccio fatica a riconciliare quello che io sapevo e quello che, ne sono sicuro, il primo ministro
sapeva all’epoca del voto in marzo». Infatti Cook prima di dare le dimissioni ebbe un incontro coi
servizi segreti. Ricevette chiara conferma che le armi di cui si parlava nei rapporti
dell’intelligence si riferivano ad artiglieria da campo, non a missili a lunga gittata. Tornò a parlare con Blair
su quanto aveva saputo.
«Non riesco ad immaginarmi niente di peggio» ha commentato il leader dell’opposizione Michael
Howard. «Il primo ministro che non sa fare il suo dovere». Ha pronunciato la formula che suona come la
peggior condanna negli ambienti politici britannici : «grave dereliction of duty», grave omissione
di responsabilità. «È semplicemente incredibile» ha fatto eco un portavoce del partito
liberaldemocratico che si schierò contro la guerra «Se i deputati avessero saputo che si parlava solo di
artiglieria avrebbero probabilmente deciso di votare diversamente».
La debacle sulle armi continua mentre alla Bbc ribolle la rabbia causata dal rapporto Hutton che
ha condannato l’emittente per aver trasmesso la notizia che il governo aveva inserito nel dossier
informazioni sulle armi di distruzione di massa che sapeva sbagliate, in particolare quella dei 45
minuti. L’Independent ha confermato che dopo aver studiato il rapporto, i legali della Bbc
conclusero che nel giudizio di Lord Hutton c’erano degli errori fondamentali. Si sarebbe potuto provare
molto facilmente che rappresentanti del governo avevano mentito nelle loro testimonianze per cui
c’erano le basi per presentare un appello, prima in Inghilterra e poi eventualmente anche davanti
alla corte europea.
Ma il comitato dei consiglieri dell’emittente invece di ascoltare il consiglio
dei legali si fece prendere dal panico. Scartò i legali, licenziò presidente e direttore e fece
delle scuse al governo. Il comitato dei consiglieri ha negato di aver capitolato: «Non è vero che non
abbiamo ascoltato
il parere dei legali», ha precisato in un comunicato.
Da parte loro i dipendenti della Bbc hanno inscenato manifestazioni di protesta davanti alle varie
sedi dell’emittente attraverso il paese. La National Union of Journalists (Nuj), sindacato dei
giornalisti, ha dichiarato che intende sfidare «i tentativi di piegare l’indipendenza della Bbc». Il
segretario generale del sindacato Jeremy Dear ha detto: «Questo è l’inizio di una campagna per
proteggere l’indipendenza della Bbc e il diritto di continuare a fare del giornalismo investigativo».
Parlando alla folla di manifestanti il deputato laburista Austin Mitchell ha dichiarato: «In vita
mia ho visto molte guerre tra governo e Bbc. Ma mai una così sanguinosa e dittatoriale come
questa».