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IL BLITZ: PIANIFICATO DA TEMPO O IMPROVVISAZIONE NEL CAOS?
Publie le lunedì 6 settembre 2004 par Open-Publishing3 commenti
Quel blitz non si doveva fare. O almeno è ciò che si può dedurre dalle dichiarazioni
delle autorità russe fin dal principio dell’orrore. Putin in primis, che dichiara: «Priorità alla
vita degli ostaggi». Lo ripete alle 7 di mattina del venerdì, poche ore prima
dell’assalto, Lev Dzugayev, responsabile del servizio d’informazione della Repubblica
osseta: «Il ricorso alla forza è da escludere». Al termine della strage, con
323 corpi in obitorio, Putin è a Beslan sui luoghi del massacro. Rimprovera le
teste di cuoio: «Il ricorso alla violenza non era stato programmato». Poi dichiara
alla Ntv russa: «Gli eventi sono precipitati improvvisamente».
Ma torniamo indietro. Fin dal mercoledì scorrono le trattative con i sequestratori. Chiedono che uno dei mediatori sia il pediatra di Mosca Leonid Roshal, il quale intrattiene con loro 15-20 colloqui telefonici al giorno. Chiede la liberazione dei bambini in cambio di ostaggi adulti e la possibilità di portare del cibo dentro la scuola. La risposta in entrambi i casi è uno spietato: «Niet». Eppure, quando il presidente dell’Inguscezia accetta di parlare con loro, i primi segnali sono positivi: giovedì pomeriggio un gruppetto di mamme con bambini molto piccoli possono lasciare la scuola. Sempre nel giovedì, un corrispondente di una televisione iraniana in Russia, Abdallah Isa, accetta di mediare con i ceceni. Ma di lui non si saprà più nulla.
Intanto il commando non accetta nemmeno un salvacondotto delle autorità ossete per poter abbandonare incolumi il Paese. Una giornalista di Le Monde, Natalie Nougayrède, raccoglie alla vigiglia del blitz la testimonianza anonima di un rappresentante di un ministero russo, secondo il quale un assalto era imminente. Notizie peraltro trapelate da molte agenzie già 12 ore prima dell’attacco.
L’abbandono delle trattative, seppur flebili, rimane tuttora un mistero. Secondo il capo dell’Fsb dell’Ossezia del Nord, Valeri Andreyev, il blitz è stata una scelta obbligata. Nella versione ufficiale russa, i terroristi hanno iniziato a sparare sui membri della protezione civile che avevano ottenuto il permesso dal commando di recuperare i cadaveri degli ostaggi uccisi. Una trappola, dunque. A quel punto, la battaglia è iniziata. Una battaglia lunga 9 ore. Per gli esperti, un blitz pianificato ha un tempo d’operazione molto, molto più limitato. Ma allo stesso tempo, la forza dell’attacco, i mezzi impiegati e la rapidità decisionale che ha seguito le raffiche dei sequestratori, o le esplosioni, lascia pensare, appunto, che tutto era pronto, e che si aspettasse l’occasione adatta.
Non sono chiare nemmeno l’origine e la motivazione delle due esplosioni all’interno della scuola pochi secondi prima del blitz: due mine saltate per sbaglio o una cosciente volontà d’uccidere da parte dei sequestratori?
Una degli ostaggi dice: «tutto è iniziato quando una violenta esplosione ci ha scossi, dentro la palestra. Nello stesso istante, da tutti i lati, dei soldati hanno fatto irruzione dalle finestre e hanno iniziato a buttare i bambini fuori». Un’altra donna modifica la versione: «C’è stata un’esplosione accidentale. Ci siamo alzati e siamo corsi alle finestre per spaccare i vetri e uscire. I sequestratori ci hanno sparato addosso». Le forze speciali intervengono.
Per chi c’era, è difficile spiegarsi come mai i cordoni della polizia fossero blandi e poco organizzati. Soprattutto, inspiegabile la presenza di alcuni cittadini di Beslan armati accanto ai membri dell’esercito. Un drappello che al momento cruciale inizia a sparare, ostacolando, lo riferiscono le autorità ossete, i primi passi del blitz.
Che l’attacco sia stato inaspettato lo dimostrerebbe inoltre la povertà di strutture sanitarie organizzate intorno alla scuola. Per i primi bimbi seminudi che escono smarriti dalla scuola non vi sono che poche barelle, poche ambulanze, il lavoro di assistenza è affidato sulle prime ai volontari che caricano sulle proprie macchine gli ostaggi alla volta dell’ospedale. Si alzano degli elicotteri in volo, a terra c’è il caos. Crolla una parte del tetto della palestra del complesso scolastico. Più tardi si saprà che le macerie hanno travolto e ucciso molti ostaggi che erano stati ammassati lì dai rapitori. Chi è stato? E’ scoppiato un altro ordigno? Sono stati gli elicotteri? Non si sa. I ragazzini appena scampati all’inferno raccontano che il commando aveva orlato la palestra con bombe pronte ad esplodere.
Dopo tre ore, lo spazio attorno la scuola di Beslan è un campo di battaglia, le pareti dell’edificio crivellati di colpi, ma non tutti gli ostaggi sono in salvo. Un tank T-72 punta sulla scuola. Un ufficiale osseto riceve l’ordine di non sparare, ci sono delle donne alle finestre con fazzoletti bianchi. Eppure il carro armato apre il fuoco. Più tardi, l’ufficiale si lascia andare alla disperazione: «Sapevano che quelle donne erano usate come scudi umani, ma in ogni caso non si poteva sparare così!». L’uomo condanna «la maniera catastrofica» con cui è stato condotto l’assalto. Un pugno di ferro che doveva calzare un guanto di velluto.
Messaggi
1. > IL BLITZ: PIANIFICATO DA TEMPO O IMPROVVISAZIONE NEL CAOS?, 6 settembre 2004, 11:20
l’unica cosa pianificata é il terrorismo islamico. I terroristi islamici sono entrati nella scuola per assassinare le oltre 1200 persone.
Come sempre la colpa é dei soliti noti, i terroristi/tagliatori di teste sono le vittime e voi i difensori.
complimenti.
Franco Dalla Pace
1. > IL BLITZ: PIANIFICATO DA TEMPO O IMPROVVISAZIONE NEL CAOS?, 12 settembre 2004, 10:39
L’unica cosa pianificata è che noi non sappiamo nulla. Sapere tramite i media è sempre avere una visione distorta dalla realtà, soprattutto adesso, che torna comodo accentuare i discorsi sul terrorismo. L’unica cosa certa, invece, è che 200 persone ci hanno rimesso con la vita. Continuiamo a credere di essere lontani da questa realtà e godiamoci il prossimo telefilm (magari della serie: La fine del mondo).
2. > IL BLITZ: PIANIFICATO DA TEMPO O IMPROVVISAZIONE NEL CAOS?, 6 settembre 2004, 12:25
Il problema se il blitz era pianificato o improvvisato è puramente tecnico. Il fatto più importante, che non vedo citato sul sito, è che trenta terroristi volevano sterminare 1200 bambini. Perchè non vedo un grido di condanna per questo e solo critiche a Putin? Non rovesciamo i termini della questione.