Home > IL TERRORISMO IGNORATO.PIAZZA FONTANA:TUTTI ASSOLTI

IL TERRORISMO IGNORATO.PIAZZA FONTANA:TUTTI ASSOLTI

Publie le sabato 13 marzo 2004 par Open-Publishing

Piazza Fontana, strage senza colpevoli: tutti assolti a Milano
di Susanna Ripamonti

Piazza Fontana, la strage coi capelli bianchi, è morta e seppellita. La Corte d’Appello di Milano ieri ha cancellato la condanna all’ergastolo, in primo grado, dei tre imputati principali. Assolti per non aver commesso il fatto Giancarlo Rognoni, Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, con un unico spiraglio lasciato aperto per il ricorso in Cassazione: sono stati prosciolti con la vecchia formula dell’insufficienza di prove. La Corte d’Appello ha ridotto poi a un anno di reclusione la pena che la Corte d’Assise aveva fissato in tre anni per Stefano Tringali, accusato di favoreggiamento.

Firma nera
Le motivazioni, che saranno depositate tra un mese, chiariranno forse il senso di questa sentenza. Quello che si può intuire, da quel punto di domanda costituito dall’insufficienza di prove, è che probabilmente i giudici hanno ritenuto che l’impianto accusatorio reggesse. In primo grado si era messo quanto meno un punto fermo alle indagini stabilendo, a 34 anni di distanza, dopo depistaggi e sciagurate assoluzioni, che la strage era firmata dalla destra eversiva.
Ma i giudici devono aver esitato davanti alla richiesta di tre ergastoli: una decisione sicuramente da non prendere a cuor leggero. E dato che la giurisprudenza stabilisce che nel dubbio, la sentenza deve favorire il reo si è preferito assovere.
Con lo stesso margine di incertezza quasi trent’anni fa furono assolti Freda e Ventura, le cui responsabilità sono invece riemerse nel corso di questo processo. Errori del passato, che non sono serviti a correggere il tiro.

Il verdetto
Il dispositivo è stato letto dal presidente della Corte d’Assise d’Appello Roberto Pallini, dopo una settimana esatta di camera di consiglio trascorsa in un albergo del centro cittadino. In aula non era presente nessuno dei tre imputati: e se Delfo Zorzi ormai se ne sta da anni in Giappone (paese di cui ha ormai la cittadinanza), gli altri due avevano preferito attendere altrove. Per Zorzi, i giudici hanno disposto la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare, mai eseguita; per Maggi quella dell’obbligo di dimora. Il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale, che aveva chiesto la conferma dell’ergastolo per i tre accusati di strage, invitando i giudici a non essere buoni, ma giusti, non ha commentato, limitandosi a dire: «Dovrò fare ricorso in Cassazione». L’avvocato Federico Sinicato ha definito «sorprendenti» le conclusioni a cui sono arrivati i giudici. Sconcertati i familiari delle vittime, che quasi non hanno più fiato per protestare.

Povera Italia
Questo era il decimo processo per la strage. All’inizio la falsa pista anarchica, con le indagini a carico di Pietro Valpreda, poi gli inquirenti spostarono l’attenzione sull’eversione nera. L’inchiesta avviata a Milano fu sottratta ai suoi giudici naturali col pretesto che il clima degli ambienti giudiziari del capoluogo lombardo non era del tutto sereno. Da qui il trasferimento degli atti alla corte d’assise di Catanzaro che mandò assolti gli imputati Freda e Ventura (con giudizio successivamente confermato dalla corte d’assise d’appello di Bari).
Fu aperto poi col nuovo rito il processo a carico degli attuali imputati, ritenendoli peraltro coinvolti insieme a coloro che era già stati assolti e non potevano più essere giudicati per lo stesso reato dal quale erano stati prosciolti: Freda e Ventura.

Riflessi su Brescia
Questa sentenza avrà probabili ripercussioni sul processo ancora in fase di indagini, per la strage di Brescia. E sempre a Brescia a giugno inizierà il procedimento nei confronti di avvocati difensori di Zorzi che avrebbero fatto da tramite tra il loro assistito e il pentito Martino Siciliano, al quale sarebbero state passate alcune centinaia di milioni di lire per ritrattare le accuse rese in sede di indagini preliminari o quanto meno per non presentarsi in aula davanti alla Corte d’assise per confermare le chiamate accusatorie. PER QUESTO EPISODIO E’INDAGATO anche il presidente della commissione giustizia della camera GAETANO PECORELLA, ma la sua posizione è stata stralciata.

La fuga di Zorzi
Con l’assoluzione di Delfo Zorzi si chiude anche la lunga e complessa trattativa tra Italia e Giappone per l’estradizione dell’ ex militante di Ordine Nuovo, dal 1989 cittadino giapponese con il nome di Roi Hagen. Lo hanno indicato fonti del ministero della giustizia giapponese.
«Anche nel caso di una conferma in appello della condanna di primo grado all’ergastolo, le possibilità di estradizione, pur esistenti, richiederebbero comunque un giudizio molto complesso, e motivabile soltanto con un grave danno al bene pubblico del Giappone, superiore di molto agli svantaggi derivanti al singolo cittadino dalla privazione della sua nazionalità. In più, ciò sarebbe possibile «solo a sentenza passata in giudicato» avevano anticipato nei giorni scorsi alti funzionari del ministero in un’intervista ad alcuni giornalisti italiani. Con questa assoluzione è chiaro che la partita è chiusa.

DA L’UNITA’