Home > INCHIESTA DIAZ L’arma segreta della difesa
Un software sofisticatissimo, usato anche dall’Fbi. Un programma
capace di riconoscere la storia di un documento
riversato su un floppy-disc. Dettagli molto tecnici, che chiariscono il
contenuto dell’esposto di alcuni avvocati difensori dei
poliziotti sotto accusa per il blitz della scuola Diaz. E’ questa l’arma
segreta che i legali si preparano a utilizzare contro la
procura della Repubblica, quella procura che ha chiesto il rinvio a
giudizio di dirigenti, funzionari e agenti di polizia. Perché il
software spione avrebbe dimostrato che alcuni documenti protetti dal
segreto istruttorio furono invece spediti a «destinatari
sconosciuti, ma sicuramente persone che non avevano nulla a che fare con
l’inchiesta», dal computer di uno dei magistrati del
pool G8.
Uno degli atti contestati dai difensori alla procura è un
interrogatorio di Gilberto Caldarozzi, all’epoca vice direttore
dello Sco. C’è di più: trapela che una perizia calligrafica «dimostra
come la firma di una segretaria, unica persona autorizzata a
trascrivere i verbali, sia stata in realtà apposta da quattro persone
diverse, pur essendo sempre identico il nome». Emergono
così, come emerge dagli ultimi summit dei difensori, «un preoccupante
quadro investigativo. Molte cose nel lavoro della
procura non quadrano». Delle presunte "distorsioni" gli avvocati hanno
anche parlato, nei giorni scorsi, con il procuratore
aggiunto Giancarlo Pellegrino. E’ stata, finora, una richiesta informale
di chiarimenti. Ora diventerà un esposto.
M. Men.
http://www.ilsecoloxix.it/Secolo_notizia01OK.asp?IDNotizia=169798&IDCategoria=1367