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IRAQ/ TARIQ RAMADAN: ITALIA TROPPO PASSIVA IN CRISI OSTAGGI

Publie le venerdì 3 settembre 2004 par Open-Publishing

IRAQ/ TARIQ RAMADAN: ITALIA TROPPO PASSIVA IN CRISI OSTAGGI
03/09/2004 - 19:40
"Dalla Francia formidabile prova diplomatica nel mondo arabo"

Roma, 3 set. (Apcom) - Nella crisi degli ostaggi in Iraq, è "fondamentale mantenere la linea della fermezza e non dare seguito a nessun genere di ricatto" da parte dei guerriglieri. Ma "i governi devono muoversi con estrema rapidità e attivare canali di dialogo con il mondo arabo: come sta facendo la Francia nel caso di Chesnot e Malbrunot, e non è riuscita a fare l’Italia, che ha dimostrato un approccio troppo passivo" nella gestione del sequestro di Baldoni. E’ il parere espresso in un’intervista ad Apcom da Tariq Ramadan, esperto di rapporti fra religioni, una delle figure più controverse del panorama europeo.

Per Time Magazine è tra i 100 più significativi intellettuali del 2003. Già membro del Gruppo dei Saggi voluto da Romano Prodi per il "dialogo fra i popoli e le culture nello spazio euromediterraneo", Ramadan è impegnato da anni nel tentativo di gettare un ponte fra i musulmani e il resto della società francese. In Francia, l’anno scorso, è stato al centro di una dura polemica dopo aver accusato, citandoli con nome e cognome, alcuni intellettuali ebrei francesi di "sviluppare delle analisi sempre più orientate verso una preoccupazione comunitaria". Nipote di Hassan al-Bana, fondatore del movimento egiziano dei Fratelli musulmani, Ramadan insegna all’Università di Friburgo, in Svizzera, e all’Università Notre Dame (Chicago), ma la settimana scorsa il governo statunitense gli ha revocato il visto, per presunti legami con gruppi islamici radicali.

Ramadan, innanzi tutto, "condanna come musulmano ed essere umano, la tecnica dei sequestri": "Essere sensibili alla causa cecena - secondo lui - non significa giustificare quello che sta succedendo in Ossezia, un’azione semplicemente inammissibile". "Un governo - d’altronde - non si può permettere soltanto di dire ’no’, ma deve proporre una linea politica forte. La Francia ha sempre mantenuto un’autonomia precisa dagli Stati Uniti, e dalla notizia della scomparsa dei due connazionali, lo scorso 20 agosto, ha dato prova di una formidabile attività diplomatica in tutto il mondo arabo".