Home > Ieri la Sbic oggi...VENERDI’ 12 MARZO ore 21.00
Rifondazione Comunista Circolo A. Polini
Organizza presso il
TEATRO AURORA
di SERIATE
VENERDI’ 12 MARZO ore 21.00
tavola rotonda:
LA SALUTE IN FABBRICA:
IERI LA SBIC, OGGI……
Introduzione di Rita Gussago, Circolo Prc Angelo Polini di Seriate
Relatori:
Marco Caldiroli, Medicina Democratica di Varese
Domenico Marcucci, responsabile nazionale CGIL/FILCEA per l’ambiente
e la sicurezza
Alessandro Sabiucciu, assessore al lavoro della Provincia di Venezia; è
stato Segretario generale della CGIL e con Paolo Cacciari ha lavorato su
Porto Marghera
Ezio Locatelli, segretario regionale P.R.C. e Consigliere regionale
Conclusioni:
Marco Sironi, segretario provinciale P.R.C.
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SABATO 13 MARZO ore 21.00
Canti popolari delle fabbriche
con Sandra e Mimmo Boninelli
a seguire
teatrattivo presenta:
Giacomo Bertoletti, operaio
monologo di e con
Giuseppe Nespoli
regia
Ettore Colombo
Valerio Gatto
La piccola storia di un operaio qualunque. Ecco un sottotitolo adatto a
questo spettacolo, dove ricostruzione realistica del passato e memoria
storica si coniugano con una riflessione sul nostro presente, sul come
siamo ora.
La vicenda è ambientata nella Bergamasca, a metà degli anni 60, in una
grande fabbrica chimica che produce coloranti. L’intero paese
dipende da questo stabilimento che impiega centinaia e centinaia di
operai, gente qualunque, che pensa solo a lavorare per mantenere la
famiglia.
Siamo ben lontani qui dalla figura dell’operaio-massa che in quello
stesso periodo, nelle grandi fabbriche del nord Italia, inizia a prendere
coscienza del proprio ruolo e a contestare l’organizzazione del
lavoro.
Alla Chimica, così la gente chiama il grande complesso che dà da mangiare
a tutto il paese, ci sono in prevalenza operai/contadini, che integrano
col magro salario quanto riescono a ricavare dal lavoro nei campi. Uno di
questi è Giacomo Bertoletti, quattro persone a carico, un passato da
emigrante in Svizzera, figlio di una generazione cresciuta tra gli stenti
ed i sacrifici del mondo contadino e gli orrori della guerra. “Ti ho
mai raccontato di quando ero prigioniero degli inglesi in Africa”
dice il protagonista al suo interlocutore, rievocando la sua misera epopea
di italiano mandato a difendere i “destini della patria” nel
deserto. Attorno a Giacomo ruota un mondo di individui simili a lui,
paesani con le stesse passioni e gli stessi desideri, le stesse angosce e
gli stessi dolori, spesso connotati da soprannomi coloriti come possono
essere quelli affibbiati dall’umore popolare (uno su tutti:
Kruscioff, unico sindacalista della fabbrica).
Qualche volta alla “Chimica” capitano degli incidenti, un
forno che salta e dilania tre operai, “cose che capitano”.
Comunque al funerale c’è tutto il paese a consolare le vedove, con
il sindaco e la direzione della fabbrica in prima fila ed il parroco che
ha invocato la provvidenza.
Ma c’è anche qualcosa altro, assai meno tranquillizzante: parecchi
operai cominciano a sentire debolezza, bisogno continuo di andare in
bagno, bruciori alla vescica, tracce di sangue nell’urina. Il medico
della fabbrica, che è anche medico condotto del paese, minimizza. La
realtà si prospetta invece drammatica, chiusa tra il terribile sospetto di
avere contratto un male incurabile e la paura di perdere il lavoro alla
“Chimica”.
Senza mai cadere nel didascalico, la vicenda di Giacomo Bertoletti si
inscrive così entro la tragica etichetta delle tante fabbriche della
morte, che ancora oggi costituiscono un problema irrisolto, ancorché messo
in ombra.
Gli occhi dello spettatore scrutano da lontano l’ultimo giorno di
lavoro del protagonista nello stabilimento, prima della struggente
sequenza finale, che costituisce una sorta di epitaffio di un operaio
qualunque.
La vicenda raccontata si basa su avvenimenti realmente accaduti, gran
parte dei personaggi non sono stati inventati.
Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Davide Nespoli e a tutti gli
operai della SBIC di Seriate morti nel corso degli anni per essere stati
esposti a sostanze nocive.