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Il 24 maggio 2004 si è tenuto presso il Centro Poggeschi un incontro di studio...

Publie le sabato 29 maggio 2004 par Open-Publishing

Il 24 maggio 2004 si è tenuto presso il Centro Poggeschi un incontro di studio e
proposta a cura della Rete Lilliput

LE NUOVE GUERRE

Potere, economia, informazione: è possibile uno sviluppo non basato sui
conflitti armati?

Sono intervenuti: Angelo CAVAGNA - Presidente del GAVCI; Giulietto CHIESA -
Presidente di Megachip; Alberto CASTAGNOLA - Tavolo Campagne - Rete Lilliput
Ha coordinato: Gualtiero VIA - Nodo di Bologna della Rete Lilliput.

CAVAGNA

Ci vuole un’altra Onu. Nessuno cita mai la parte II dell’art. 11 della
Costituzione che recita che l’Italia è pronta a cedere parte della propria
sovranità. Ci vorrebbe però una riforma radicale dell’Onu per togliere il
comando che attualmente è in mano al potere economico-finanziario e restituirlo
a quello politico-democratico.
Clinton fu eletto grazie a un accordo con le grosse compagnie finanziarie.
La Nato, dopo l’89 e lo scioglimento del Patto di Varsavia, ha cominciato a
parlare di "Nuovo modello di difesa" per il mondo e quindi anche per il
territorio italiano. Non difesa dei confini della patria, ma degli interessi
vitali della nazione in qualsiasi parte del mondo. Ad esempio per disporre delle
materie prime presenti nel Terzo mondo. L’Italia fa da unione fra Terzo mondo e
Occidente.
Stiamo diventando incivili!
Le spese militari sono un argomento da prendere sul serio. Più aumentano e più
si spende meno per le spese sociali. Bisogna aderire alla "Campagna di obiezione
alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta".
Dobbiamo lottare perché la prossima finanziaria sia di pace e non di guerra.

CHIESA

Chi è contro la guerra deve essere a conoscenza che deve cambiare vita!
Siamo a un capolinea della storia. Oggi, c’è un cambio d’epoca. Dobbiamo
guardarci addosso. Quando Bush afferma che il tenore di vita del popolo
americano non è negoziabile, lo dice anche per noi.
La Cina è diventata il primo consumatore di energia del pianeta. Gli Usa
consumano diciannove milioni di barili di petrolio al giorno; la Cina ne consuma
venti e le altre nazioni, nel loro complesso, sedici. Durerà per altri
sette/otto anni. Poi non ci sarà più da riscaldarsi, non ci saranno le medicine,
oppure con la guerra dovremo sottomettere gli altri a causa della limitatezza
delle risorse.

L’intero sistema della comunicazione, oggi, nasconde questa verità.
La contraddizione attuale è che le risorse del pianeta non sono infinite, ma
viviamo in un sistema economico basato sulla dilatazione dei consumi.
Finalizzato a bisogni superflui, a desideri illimitati e dilatati dal sistema
pubblicitario. Con consumatori compulsivi. Vi è una patologia dei consumatori.
Si va in guerra per questo! Chi può respirare e chi non lo può più.
C’è un bluff del cosiddetto terrorismo islamico. C’è invece lo scontro tra Usa e
Cina. Quest’ultimo rappresenta il primo paese in grado di fronteggiare gli Usa.
Decide senza consultarli e cresce dieci volte più dell’Occidente. Non lo
possiamo fermare se non con l’esercito e la tecnologia.
Assistiamo a una corsa contro il tempo per imporre la volontà Usa contro la
Cina. Nel 2017, ci sarà uno scontro politico oppure militare. Chi si fermerà nel
2017? La data è questa!

Discutiamo del futuro di noi. Cominciamo o stiamo a guardare?

Bush è stato eletto grazie a un colpo di stato.
Bush e Berlusconi sono pieni di afflato religioso al modello di vita americano.
Hanno una missione da compiere. Sono i più potenti del mondo.
Siamo in grado di produrre anticorpi contro la concorrenza quotidiana? Siamo una
società di vincitori. Ma ci sono altri che vorrebbero vivere come noi. Ci odiano
perché pensano che non hanno niente e ci attaccano. Stiamo costruendo un
esercito di perdenti contro i quali l’Occidente non può vincere. Costruiamo
l’odio contro di noi.
Più cresce la voglia di guerra, più cresce la resistenza contro la guerra. C’è
un Governo di destra in Italia che ci porta via la Costituzione, ma abbiamo la
maggioranza della gente contro la guerra. Oggi la guerra è la chiave di volta
contro la quale lavorare!
Oggi lo sgabello, che non può più contare sulla gamba rappresentata dalla
Spagna, non starebbe più in piedi senza l’Italia, nel momento in cui dovesse
passare dalla guerra alla pace. Anche l’Unione europea sarebbe a maggioranza
pacifista se l’Italia cambiasse politica.
La guerra si gioca in Italia.

Ds e Triciclo stavano perdendo voti e hanno dovuto cambiare la loro politica. I
pacifisti hanno fatto una pressione di massa formidabile.
Fra pochi giorni ci sarà una nuova risoluzione al Consiglio di sicurezza Onu.
Con l’ok di Russia e Francia. Respingiamo da subito questa tesi che porta alla
prosecuzione della guerra. Se la guerra in Iraq continua, ci sarà il dilagare
del terrorismo, anche prima di novembre, in Europa. Il Centrosinistra deve tener
duro su questa posizione. Ruini e gli altri cardinali hanno posizioni gravemente
errate.
Anche Kerry pensa di aumentare le truppe. L’unica soluzione è una sconfitta
degli Usa.
L’Ue dopo le elezioni deve cambiare politica. La prima discussione da fare è
esercito sì oppure no; armi sì oppure no. Usa e Cina hanno l’esercito; l’Ue no e
non si deve attrezzare. Deve essere una potenza economica-commerciale-culturale
e fare da cuscinetto per dissuaderli.
Oggi, gli Usa sono i paria del pianeta: isolati e fuori dalla politica.
La Russia sta lavorando per un accordo con Ucraina, Kazikistan e Bielorussia.
Putin vorrebbe fare così una grande unione. Attualmente il potenziale
missilistico Russo è nelle mani degli Usa.
Lo scudo spaziale è contro la Cina. Sì, all’ingresso della Russia nell’Ue.
Russia che oggi è un grande mercato nelle mani degli Usa che la rapinano.
L’allargamento dell’Ue è sia un’opportunità sia un problema. I dieci nuovi Paesi
Ue sono repubbliche nelle mani degli Usa. Le repubbliche baltiche hanno come
dirigenti dei dipendenti degli Usa. Polonia e Romania come si è visto sono già a
disposizione degli Usa. L’Ue non ha fatto niente per contrastare ciò.
La Russia è stata dollarizzata a ritmo intensivo, con vagoni pieni di dollari.
Gli Usa hanno comprato l’economia russa perché l’Ue era inesistente
politicamente ed economicamente.

L’Ue si trova oggi in difficoltà con i dieci nuovi. Militarmente tutto è in mano
agli Usa e quindi l’Ue non si armerà. La difesa Ue non è possibile, per la sua
spesa dovrebbe spendere molto di più degli Usa per tentare inutilmente di
raggiungerli. Nessun contribuente in Ue accetterebbe un carico fiscale così
pesante per armi ed esercito. Gli Usa comunque non accettano concorrenza di
potere da parte di alcuno stato o gruppi di stato. L’Ue può invece fare una
forza di pronto intervento fuori dalla Nato. Con comandi Ue autonomi ad esempio
per intervenire come forza di interposizione in Palestina; lì potrebbe usare una
forza autonoma per fare la sua politica non condivisa dagli Usa. Una forza non
professionale, di leva qualificata.
Gli Usa sono in debito da trent’anni e non lo pagano, se non svalutando il
dollaro.
Cosa possiamo fare? Siamo immersi in una fabbrica dei sogni creati dal sistema
mediatico che è un elemento integrante della macchina del consumo. Desideri che
cambiano con la tv; consumi e desideri artificiali. Siamo venduti e comprati.
Siamo una merce del mercato. Dobbiamo concentrare la nostra attenzione politica
sulla tv. Invertire il corso. Modificare i comportamenti con una battaglia sui
media. Imporre e stabilire un controllo politico sulle tv. La tv è uno strumento
di visione collettiva contro l’azione. Siamo all’inizio della società
dell’immagine e della tv verità. Fare una grande riforma intellettuale e morale
è il vero futuro della trasformazione. O le cose vengono trasmesse ed esistono o
tutto è inutile. Mettere dei contenuti nella tv, in modo da farla girare alla
rovescia.

I due terzi del bilancio Ue sono dedicati al sostegno delle proprie esportazioni
agricole. La carne russa è diventata dieci volte più cara di quella europea.
Bisogna abolire il supporto alle esportazioni agricole. C’è uno spazio enorme di
possibilità politica Ue per cambiare le cose.
Gli Usa non riescono più a imporre alla Cina la loro politica. I cinesi sono
pieni di dollari, posseggono oltre il 7% del debito americano. Il premier cinese
pochi giorni fa ha dichiarato che la Cina cresce troppo velocemente. Rischia di
distruggere il proprio territorio. Non c’è più spazio per la crescita dei
consumi. Così per il 2005 la Cina vuol ridurre la sua crescita del 2,3% E’ una
decisione di importanza planetaria. I cinesi sono autonomi e con una linea
diversa da quella Usa.

CASTAGNOLA

Cosa si può fare per costruire la pace a partire da domani mattina?
Le ultime due guerre, quelle contro Iraq e Afghanistan, hanno cambiato natura.
Oggi sono anche stupide perché non raggiungono più gli obiettivi. Ricordiamoci
che alla notizia della morte dei carabinieri il Corriere della sera ha dedicato
diciotto pagine. Sono guerre vigliacche; contro due popolazioni già in guerra da
venti e ventitre anni. Guerre inutili dal punto di vista economico. Non creano
occupazione e ambienti favorevoli per gli investimenti se non per un gruppo
ristretto. Non sono più sufficienti per rianimare l’economia nel suo complesso
come è stato dopo la II guerra mondiale. Dal ’79 la funzione anticrisi della
guerra si è ridotta, non crea più posti di lavoro. Vi è una mutazione del
sistema economico che fa più profitti nella sfera finanziaria. Sul terreno,
inoltre, le guerre non modificano le situazioni ad esempio in Somalia siamo
andati via ma non c’è più lo stato somalo. L’Afghanistan è oggi il maggior
produttore mondiale di oppio e non c’è democrazia. Nell’Iraq diviso in tre non
c’è esportazione di democrazia.

Cosa fare per evitare che si arrivi alle guerre e depotenziarle?

1) Spingere per modificare le rappresentanze sopranazionali. L’Onu è ferma al
1944. Non rappresenta più la realtà. Non ha una forza di polizia come era invece
previsto. Non ha soldi, mezzi, ecc. e li deve chiedere, sotto condizione, ad
altri. Le altre istituzioni Banca mondiale e Fondo monetario internazionale non
sono istituzioni democratiche ma sono S.p.a. Il Fmi con, di fatto, un diritto di
veto degli Usa, oggi controlla il Sud del mondo con i debiti. La Banca mondiale
costruisce dighe invece di dare aiuti. Dobbiamo occuparci anche di questo! Nel
Sud del mondo ci sono persone fuori mercato. Cioè non possono venderci niente né
comprare niente da noi. Questo fenomeno si è creato negli ultimi venti anni.
Persone anche fuori dalla logica di interesse economico: Tre miliardi di persone
che non servono; due miliardi di poveri che servono solo per la produzione di
cacao, di caffè e la manodopera.
Ci vorrebbero dai cinque ai sette miliardi di dollari per combattere l’Aids.
Undici milioni di bambini nascono con l’Aids trasmesso dalle madri. Bisogna
cambiare le logiche per guarirli tutti con medicine a basso costo.
Per quanto riguarda la fame, la Fao si era data come obiettivo quello di farne
uscire su 840.000.000 la metà. Dopo due anni sono solo 6.000.000 di persone
sono uscite dalla fame.

Per questo tipo di strategie, non c’è interesse politico. Le scelte non vengono
fatte. Si dovrebbe intervenire per le ipotesi di rischio e invece non si fa
niente. Non si riesce a intaccare le soglie di incisività dei consumi. La guerra
di Bush ha come base il controllo delle risorse.

Vogliamo partecipare a questo tipo di modello? Oggi consumiamo di più di quello
che ci serve, ma ciò non vuol dire dover tornare all’epoca delle candele.
Decidiamo sull’autodifesa per la sopravvivenza. Per la modifica del livello di
vita, venti anni fa gli ambientalisti davano possibilità di scelta. Oggi non ce
l’abbiamo. Aumentare la partecipazione politica. Far diventare questi degli
argomenti di chiacchiera quotidiana. Dobbiamo proiettarli all’esterno.
Chi si occupa dei milioni di italiani contrari alla guerra? Noi non siamo le
avanguardie, ma dobbiamo far sapere a tutti quello sta succedendo. Far aprire
gli occhi non è fare una riunione perché così non ci annoiamo. Noi abbiamo delle
responsabilità personali e immediate. Litighiamo pure in casa, per poi portare
avanti certe idee partecipando.
C’è un’accelerazione dei consumi energetici Usa. La guerra è fatta per entrare a
controllare fisicamente le risorse.
L’Ue può fare da interposizione fra Israele e Palestina.

(Liberi appunti di Leo)