Home > Il Comune e il G8 Processo ai no-global ds in crisi col Correntone
Il Comune e il G8 Processo ai no-global ds in crisi col Correntone
Publie le domenica 22 febbraio 2004 par Open-PublishingIl Comune di Genova, con un voto di giunta, ha deciso di costituirsi parte
civile nel processo contro ventisei manifestanti accusati di devastazione e
saccheggio durante il G8. La decisione è stata votata anche dai due
assessori di Rifondazione comunista che - dopo la presa di posizione del
loro partito fortemente contrario a questo atto - hanno fatto non
esattamente marcia indietro ma marcia a zig zag. Valter Seggi prima ha
detto di aver votato quello che gli era stato presentato come «un atto
dovuto» dando l’idea di prender distanza (zig), poi ha detto che peròè
d’accordo su quello che ha votato (zag). Dante Taccani ha detto che si era
distratto al momento del voto (zig), ma adesso non è più distratto, è
d’accordo con il partito che rappresenta (zag).
Al di là di futuri zig e zag, cerchiamo di ragionare sulla vicenda.
Purtroppo, siamo in pieno clima elettorale. Piacerebbe ragionare senza
questa zavorra che ti tira verso il basso, ma c’è. Allora, liquidiamola
brevemente. Rifondazione deve fare i conti con i suoi elettori - il che per
un partito è più che giusto - e poiché nel "movimento" ha sempre più
trovato il suo referente per l’urna, la sua posizione gradita ai no global
è comprensibile ma diventa difficile da gestire in giunta.
La Margherita è così intransigente sul sì alla costituzione parte civile
non perché abbia questo senso estremo della legalità, ma perché non vede
l’ora di togliersi Rifondazione dai piedi e avere qualche assessore in più.
Il Correntone, che per un po’ è stato lì a pensare se era d’accordo o no,
ha trovato una sua visibilità politica nel dire che è«per la mediazione».
In più, il Correntone non gradisce un surplus di assessori della
Margherita, preferisce Rifondazione in giunta.
Benissimo. Ma questo è il gioco dei partiti. Quanto alla questione in sè,
ovvero il Comune di Genova che si costituisce parte civile contro i 26 che
saranno processati e che potrebbero benissimo, per quel che ne sappiamo,
essere tutti assolti, il problema - come si dice - è un altro. E’
sicuramente un problema politico e non amministrativo. Da un punto di vista
amministrativo è infatti ineccepibile e nessuno, in fondo, lo mette in
discussione. Se è stato danneggiato un patrimonio collettivo di cui il
Comune ha la tutela, il Comune si dichiara parte lesa nei confronti di chi
fosse ritenuto responsabile. Ma, evidentemente, qui si apre un’ulteriore
riflessione. Nulla, in realtà, è atto "dovuto", se non quello che si vuole
fare. Il fatto è che Rifondazione - e a quanto pare anche il Correntone -
ritiene a priori che i manifestanti, anche se avessero commesso atti di
violenza (incendio di cassonetti, vandalismi nelle banche ecc.), non sono
"responsabili". Perché i veri responsabili di ogni disastro del G8 sono -
per Rifondazione - i vertici della Polizia e il governo Berlusconi.
Rifondazione nega, in questo caso, la responsabilità penale individuale dei
manifestanti.
La posizione dei ds è sempre stata diversa: fin dal primo momento i ds
hanno detto che "tutte le responsabilità" dovevano essere individuate e
colpite, quelle dei poliziotti violenti ma anche quelle dei manifestanti
violenti. Questo concetto teneva a sottolineare la necessità di dissociarsi
da qualunque forma di violenza da parte di quelle che vengono chiamate le
frange estreme del "movimento". Non si tratta quindi di chiedere i danni
"in sede civile", come vorrebbe oggi il Correntone, ma per l’appunto di
prendere posizione..
Qui, la questione è che ognuno giochi il suo ruolo apertamente. La
posizione espressa dal sindaco Pericu è chiara: sulle responsabilità
politiche del G8 vada a fondo una commissione parlamentare d’inchiesta,
sulle responsabilità penali individuali dei manifestanti e dei poliziotti
si esprima la magistratura, infine il Comune sia presente sia nella forma
politica (richiesta di commissione parlamentare) sia nella forma
istituzionale come parte lesa in sede giudiziaria. Sarà il Comune parte
lesa anche nei confronti di un possibile rinvio a giudizio di esponenti
delle forze dell’ordine accusati di violenze contro i cittadini?
Rappresentando in questo caso il Comune un altro patrimonio, non quello dei
cassonetti bruciati, ma quello del diritto violato dei cittadini, la logica
ci farebbe supporre di sì. Scegliere una sorta di "neutralità" del Comune
sul piano penale come quella proposta dal Correntone, renderebbe difficile
ad esempio sostenere la costituzione parte civile contro eventuali
poliziotti rinviati a giudizio. Ridurre poi questa scelta a una sorta di
ricattuccio come fa Agnoletto («se il Comune si costituisce contro i no
global, allora lo faccia anche contro i poliziotti»), con una modestissima
trappoletta politica è veramente svilire la questione.