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di MICAELA BONGI
Il leader della Margherita sul Corriere della Sera sostiene che le riforme approvate dalla destra non vanno cancellate. Invita tra l’altro a «sperimentare la Moratti». E solleva un coro di proteste, anche da parte della maggioranza diessina
Questa volta non è solo l’ala sinistra della coalizione a saltare sulla sedia. Ha un sussulto il presidente dei senatori diessini Gavino Angius, prende le distanze anche il responsabile lavoro della Quercia, Cesare Damiano. I prodiani sono decisamente inviperiti. A dare una nuova scossa al centrosinistra ci pensa ancora una volta Francesco Rutelli. Intervistato dal Corriere della sera, il leader della Margherita la dice davvero grossa. I provvedimenti varati dalla Cdl? «Se andremo al governo non potremo scaraventare l’Italia in un terzo quinquennio di riforme che riformano riforme che avevano riformato altre riforme». Tradotto: non andranno cancellate quelle della destra, semmai aggiustate qua e là, perché «non si può seminare nel paese l’incertezza permanente sul futuro». Per spararla il più grossa possibile, Rutelli porta come esempio la riforma Moratti sulla scuola, che andrà «sperimentata» per poter «stabilire i punti precisi su cui intervenire», la riforma previdenziale e la legge Biagi che andrà giusto «ritoccata per evitare alcune esasperazioni». All’esasperazione Rutelli per ora sta portando gli stessi esponenti del suo partito. In particolare i prodiani contro cui il leader della Margherita ha ingaggiato una battaglia che punta a colpire lo stesso Prodi. L’ex sindaco di Roma, nella sua intervista, liquida così il primo governo dell’Ulivo: a differenza di Berlusconi, il professore «raggiunse in un anno e mezzo il suo obiettivo: raccolse la sfida di agganciare l’Italia all’Euro e la vinse. Peccato che quella sfida non conteneva traguardi successivi e forse fu uno dei motivi che portò l’alleanza a disgregarsi». Ora a Prodi toccherà redigere un programma «che tenga conto delle diverse sensibilità che animano la coalizione». Cioè no a «condizionamenti» da parte di Rifondazione».
Già ieri, nella direzione della Margherita si era consumato un altro scontro tra Arturo Parisi e l’asse Rutelli-Marini, con il primo che si era rifiutato di votare le regole per il tesseramento. Letta l’intervista a Rutelli, il «parisiano» Franco Monaco sbotta: «Ieri abbiamo chiesto invano di fare il punto sulla situazione politica, invertendo l’ordine del giorno, ci si è occupati solo di tesseramento. Ora Rutelli formula giudizi e orientamenti di particolare rilievo che avrebbero meritato di essere discussi. Un partito degno di questo nome si costituisce e cresce solo se gli orientamenti politici sono discussi e decisi dentro i suoi organi». La «piattaforma programmatica neocentrista», come il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti definisce la sortita del leader margheritato, porta poi nuovamente lo stesso Prc, la sinistra dell’Ulivo e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani a sollecitare l’elaborazione di un programma. Un programma di alternativa, concorda anche la maggioranza diessina. Mentre la rincorsa del centrodestra, segnala il presidente dei Verdi Pecoraro Scanio, conduce direttamente al suicidio.
Nel merito delle riforme da non riformare elencate da Rutelli, il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini, sottolinea come «ci sia ben poco da sperimentare, perché la realtà che abbiamo sotto gli occhi parla chiaro». Concorda la diessina Alba Sasso. Dalla Quercia, protesta poi Angius: «Francamente non ho capito a cosa si riferisse Rutelli: il 90 per cento delle leggi della cdl va preso e stracciato. Vogliamo parlare delle leggi vergogna? Vogliamo parlare delle politiche economiche e sociali? Siamo al disastro. Vogliamo parlare della riforma Moratti? E una controriforma. Invece di dividerci in dibattiti inutili dobbiamo continuare l’impegno di costruire l’unità del centrosinistra». Certo, anche nella maggioranza dei Ds, soci della Margherita nel listone, c’è chi non trova poi del tutto stonate le parole di Rutelli. Il capogruppo a Montecitorio Luciano Violante dice infatti che «non si può ogni legislatura buttare a mare quello che ha fatto la legislatura precedente». Dunque, ci sono leggi che vanno cancellate (il falso in bilancio, le rogatorie...), altre, la legge 30, quella sulla scuola, la riforma previdenziale, da «correggere profondamente».
La questione del programma va di pari passo con quella di un impegno più diretto del Professore. Che Rutelli punta a logorare (tra l’altro sostiene che Berlusconi dovrebbe portare a termine il mandato per poter «dare poi un giudizio compiuto sulla sua azione di governo»), offrendo al tempo una sponda alle pulsioni neocentriste. L’Udeor di Clemente Mastella è entusiasta: «E’ ora che il centro-sinistra - si esalta infatti Mauro Fabris - la smetta con la logica miope e perdente della demonizzazione strumentale di tutto ciò che fa la Casa delle libertà».
Messaggi
1. > Il Rutelli delle libertà, 5 agosto 2004, 10:27
MA Rutelli deve per forza fare il politico..non sa fare altro per campare...
Con questa gente qui il centro-destra governerà in eterno
Andrea
2. > Il Rutelli delle libertà, 5 agosto 2004, 10:39
che dire... tutti contro rutelli, proprio tutti... attenzione, forse un marziano che sceso sulla terra commentasse le repliche all’intervista di rutelli potrebbe considerarne un po’ strumentali le critiche.. no?..e allora cos’e’ questa fobia di "strizzatina d’occhio" verso follini, di neocentrismo scalpitante...
la sinistra radicale (so’ che dicendo questo forse non mi pubblicherete) IMHO non ha una visione realistica e a largo spettro dei problemi del governare un paese , forse perchè piu’ idealista e meno pratica.
Un cosiglio (da uno stupido) alla sisistra radicale:
cercate di portare avanti le vostre lotte strizzando l’occhio alla concretezza di un rutelli che propone semplicemente vie "ragionevoli" di riformismo.. avrete 5 anni(vincendo) per dare un impronta decisa, ma senza calpestare a oltranza tutti i punti di riferimento più o meno perfettibili.
enrico stara
3. > Il Rutelli delle libertà, 5 agosto 2004, 11:25
il problema non è certamente quello di fare una semplice piazza pulita dele leggi del Polo, una volta , si spera, l’Ulivo vinca . E’ questa una situazione che ci si trova dinnanzi sempre quando vi è un cambio radicale di governo, e chi assume il potere non può non confrontarsi seriamente con quanto è stato fatto in precedenza. Il problema è di metodo : Rutelli ha sbagliato gravemente perchè non poteva non sapere che una sua affermazione in questi termini sarebbe stata strumentalizzata dalla destra e creato scompiglio nell’Ulivo ; le cose si dicono in modo appropriato nel momento opportuno, perchè la scelta di dirle in modo sbagliato ed in momenti inopportuni è una scelta politica che va al di la del contenuto delle affermazioni. Rutelli poi non poteva non sapere che un’affermazione di questo tipo non poteva essere fatta se non perlomeno consultandosi con gli alleati, proprio perchè si tratta di un problema delicato che andrà , speriamo , affrontato . Se poi Rutelli questi problemi non se li è posti, è effettivamente meglio che ripensi in modo serio al suo futuro, perchè mi pare gli sia estraneo l’abbecedario della politica . E dirò anche una cosa sgradevolissima e scorretta, da vecchio ulivista ed iscritto prima al PCI e poi ai DS ; la elezione di Berlusconi nel 2001 è stata devastante per il paese , ma mi pongo il serio quesito , nell’ipotesi di vittoria dell’Ulivo in quelle elezioni,di come si sarebbe potuto gestire il Piacione Rutelli.
Buster Brown
4. > Il Rutelli delle libertà, 5 agosto 2004, 14:13
Dopo questa ennesima e pessima esternazione, mi torna sempre più alla mente la battuta con la quale la macchietta che di Rutelli aveva fatto Corrado Guzzanti chiudeva lo spettacolo: ’a Berluscò...ricordate dell’ amici!!!!