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Il Tribunale dice no alla costituzione di parte civile del Comune di Genova

Publie le mercoledì 10 marzo 2004 par Open-Publishing

G8 - ED è SUBITO POLEMICA

GENOVA – «Inammissibile per mancanza dei requisiti minimi stabiliti
dalla legge» è stato dichiarato dal Tribunale di Genova l’atto di
costituzione di parte civile del Comune di Genova. L’ente pubblico a
sorpresa è uscito perciò di scena dal processo contro 26 no-global,
accusati di devastazione e saccheggio, ieri alla seconda udienza.
Immediate e di segno opposto sono state le reazioni da parte di
esponenti politici e del Movimento no-global all’estromissione del
Comune dal processo.

Il sindaco Pericu, attaccato da più parti, ha
subito convocato una conferenza stampa per spiegare: «Anche se a questa
vicenda è stato dato un significato politico, sia da destra che da
sinistra, quanto avvenuto oggi dimostra ancor più che il nostro era un
atto tecnico. In ogni caso non credo di dover chiedere scusa a nessuno».
Le scuse erano state sollecitate da Vittorio Agnoletto e da esponenti di
Prc. La decisione dei giudici, che hanno accolto le eccezioni presentate
dalla difesa, è piombata nell’ aula creando stupore e incredulità tra il
pubblico e le stessi parti in causa. «In tale atto – si legge
nell’ordinanza – si fa un generico riferimento al reato previsto dall’
art. 419 del codice penale (devastazione e saccheggio) e alla volontà di
ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali, senza specificare
a quale dei dieci capi di imputazione si faccia riferimento».

Per i
giudici quindi «non appare possibile discernere nell’atto di
costituzione di parte civile per quali specifici fatti e per quali
specifiche ragioni il Comune intenda costituirsi». L’avv. Giovanni
Salvarezza, legale del Comune di Genova, ha spiegato che «i giudici
hanno preso questa decisione perché i danni materiali subiti del Comune
sono stati già risarciti ampiamente dallo Stato». Sul fronte politico
sono intervenuti, tra gli altri, Agnoletto, Disobbedienti, esponenti di
Prc e Alfredo Biondi di Forza Italia. «Ora aspettiamo – ha dichiarato
Vittorio Agnoletto – le scuse del sindaco ai genovesi e al Movimento. La
costituzione di parte civile da parte del comune di Genova non era un
atto dovuto ma una scelta politica». Anche il segretario provinciale
genovese di Rifondazione comunista, Bruno Pastorino, ha chiesto le scuse
di Pericu.

«Il sindaco di Genova – ha esortato – dovrebbe fare un atto
di scuse nei confronti della città e del Movimento, ma soprattutto
dovrebbe avere un forte ripensamento politico su quanto è accaduto in
queste settimane». Il capogruppo di Rifondazione in Commissione
Giustizia, Giuliano Pisapia, ha stigmatizzato a sua volta: «È
incredibile che, oltre all’errore politico insito nella decisione di
costituire parte civile il Comune di Genova al processo per i fatti
relativi al G8, il sindaco Pericu sia incorso in un così grave errore
giuridico, che conferma la strumentalità della sua decisione». Per i
Disobbedienti invece «il sindaco ha fatto un clamoroso autogol». Di
segno opposto le reazioni degli esponenti del centrodestra. Per il
vicepresidente della Camera, Alfredo Biondi, «la decisione da parte del
tribunale di Genova di respingere la costituzione di parte civile del
Comune ha dell’incredibile». «È l’amaro preludio per una città messa a
ferro e fuoco da chi confonde la protesta con la devastazione e la
violenza con il dissenso» ha aggiunto.

http://www.gazzettadelsud.it/index.asp?Pagina=edizioni.asp&Edizione=edz-in.asp&ART=020&PAG=05