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Genova 25 febbraio 2004
COMUNICATO
19/21 luglio 2001 - 2 marzo 2004
A distanza di due anni e mezzo dal G8, dai giorni in cui a Genova è stata
messa in atto una inedita "sospensione della democrazia" ed è stata
praticata dallo Stato "manu militari" una violenza cieca ed indiscriminata,
26 persone vengono processate per reati di devastazione e saccheggio,
un’imputazione che prevede una pena dagli 8 ai 15 anni di galera.
Sono loro i responsabili di tutto ciò che è accaduto in quei giorni?
Evidentemente la pensa così la nostra giunta comunale che, sindaco in testa,
ha deciso di costituirsi parte civile nel processo, avanzando la richiesta
che i 26 imputati risarciscano i danni materiali e "di immagine" della
città.
Una scelta certamente grave e sbagliata, che sorprende e scandalizza solo
quelli che dimenticano altri significativi passaggi della politica della
nostra amministrazione: le privatizzazioni attuate o proposte (dighe, AMT,
servizi), la vendita del patrimonio edilizio pubblico, la "distrazione" sui
controlli dei cantieri (museo del mare ed altri) ecc.
L’asserita volontà di ottenere verità e giustizia sulla vicenda del G8 come
si può conciliare con la scelta di costituirsi parte civile contro i 26
manifestanti, scelta che va nella direzione della condanna del movimento?
Movimento che, al di là delle imputazioni a carico delle 26 persone in
giudizio, viene messo sotto processo per la colpa di essersi mobilitato in
massa contro l’arroganza prevaricatrice degli "8 grandi".
Riteniamo quindi che l’unica scelta decente per la giunta comunale sia il
ritiro della costituzione di parte civile nel processo ai 26 manifestanti.
CONFEDERAZIONE COBAS