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Il forum dei deputati conferma il NO alla guerra in IRAQ...

Publie le venerdì 6 febbraio 2004 par Open-Publishing

Al Social Forum Nazionale, riunito a Bologna il 7/8 febbraio 2004

Il forum dei deputati ribadisce che qualsiasi presenza italiana in Iraq non
può che avvenire sotto l’egida dell’ONU, nel quadro del superamento
dell’occupazione attuale. Quindi è necessaria una precisa risoluzione in
tal senso dell’ONU che ne ristabilisca il ruolo. Il forum dei deputati
ritiene quindi indispensabile trovare una forma di espressione di voto
unitaria di tutta l’opposizione che confermi il NO alla guerra in IRAQ e
chiede a tutti i partiti dell’opposizione di votare contro la proroga della
missione militare italiana, chiedendone l’immediato rientro in Italia.

La guerra preventiva voluta da Bush e da Blair contro l’IRAQ non aveva le
motivazioni che sono state portate a giustificazione, tanto è vero che da
maggio ad oggi non sono state trovate le armi letali di cui si affermava di
avere le prove e i due governi, americano ed inglese, sono oggi costretti a
nominare commissioni di inchiesta sulle false notizie fornite all’opinione
pubblica.

La guerra preventiva oltre che inaccettabile si è rivelata così anche
infondata.

Solo il Governo italiano finge di non capire che anche in Italia occorre
una commissione di inchiesta, indipendente, per accertare come e perché il
nostro paese ha partecipato a costruire il castello di menzogne che ha
portato a scatenare la guerra preventiva in IRAQ.

E’ inutile che il Governo nasconda i finanziamenti per il prolungamento
della missione in IRAQ in un decreto omnicomprensivo che prolunga altre
missioni militari con diverso scopo. Siamo coerentemente contrari al
decreto di proroga come lo siamo stati alla guerra e all’invio dei militari
italiani sotto l’egida degli occupanti militari dell’IRAQ.

Il Governo ha tentato di definire pacifica la missione militare italiana,
ma non può essere pacifica la presenza di un contingente militare in una
zona occupata militarmente da truppe di occupazione, come del resto sono
state definite dalle stesse risoluzioni dell’ONU.

Putroppo la missione militare italiana, voluta dal Governo per compiacere
gli occupanti, ha avuto vittime militari e civili, come del resto hanno
avuto vittime le potenze che hanno occupato l’IRAQ, particolarmente dopo la
dichiarazione ufficiale del Presidente Bush circa la fine della guerra che
in realtà continua tuttora.

Il dolore per le vittime e per i lutti causati alle famiglie non può
nascondere la verità sulla missione italiana che colloca il nostro paese
come potenza occupante nell’ambito della presenza americana e inglese. Del
resto basta guardare la percentuale di spesa e di presenze per avere
conferma che la missione è essenzialmente militare.

Anche negli Stati Uniti la presenza di vittime non impedisce un confronto
politico elettorale in cui emergono posizioni contrarie alla politica della
guerra preventiva in IRAQ e quindi tanto più in Italia è necessario
decidere di fare rientrare i militari che agiscono in un quadro senza
sbocco e che è destinato ad aggravarsi nell’instabilità che ha fatto
seguito all’occupazione militare.

Non c’è ragione di cambiare opinione sulla guerra, sull’invio delle
missione militare e quindi sulla sua prosecuzione non può che esserci un
parere contrario, anche perché è del tutto chiaro che le potenze occupanti
non hanno alcuna intenzione di passare la gestione della transizione in
IRAQ all’ONU, unico soggetto che potrebbe gestirla di intesa con le
rappresentanze irachene in vista del passaggio completo della sovranità.

Per queste ragioni non si può che votare contro la prosecuzione della
missione militare e per il suo rientro, nell’augurio che questa sia la
posizione di tutta l’opposizione, e parteciperemo alle manifestazioni che
culmineranno in nella giornata del 20 marzo prossimo.

Cento, Crucianelli, Deiana, Giordano, Grandi, Marcora, Pisa, Rizzo
in rappresentanza del forum dei deputati