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Il ruolo degli Stati Uniti nei massacri degli indigeni Maya
par Durruti
Publie le venerdì 26 aprile 2013 par Durruti - Open-Publishing[19.04.2013] (trad. di Levred per GilGuySparks)
Nel 1982, il giornalista investigativo Allan Nairn intervistò un generale guatemalteco di nome “Tito” davanti ad una telecamera al culmine dei massacri degli indigeni.
Si scopre che l’uomo era in realtà Otto Pérez Molina, il presidente guatemalteco corrente. Mandiamo in onda il filmato originale dell’intervista e parliamo con Nairn in merito al ruolo degli Stati Uniti a sostegno della dittatura guatemalteca.
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La scorsa settimana, Nairn è volato in Guatemala dove era programmato testimoniasse nel processo contro l’ex dittatore, sostenuto dagli Stati Uniti, Efraín Ríos Montt, il primo capo di stato in America ad essere processato per genocidio.
Ríos Montt è stato accusato di essere collegato al massacro di più di 1.700 persone nella regione Ixil del Guatemala, dopo aver preso il potere nel 1982. Il suo dominio, lungo 17 mesi, è considerato come uno dei più sanguinosi capitoli della decennale campagna di Guatemala contro le popolazioni indigene Maya, delle quali provocò la morte di centinaia di migliaia. Il processo ha preso una piega sorprendente la scorsa settimana quando il presidente del Guatemala Gen. Otto Pérez Molina è stato direttamente accusato di aver ordinato le esecuzioni. Un ex meccanico militare di nome Hugo Reyes ha detto alla corte che Pérez Molina, allora maggiore dell’esercito e con il nome di Tito Arias, ordinò ai soldati di bruciare e saccheggiare la zona Maya di Ixil nel 1980.
[...]
AMY GOODMAN: Questa è Democracy Now, democracynow.org, Guerra e Pace Report! Sono Amy Goodman, con Juan González.
Continuiamo la copertura dello storico processo all’ex dittatore guatemalteco, Efraín Ríos Montt, sostenuto dagli Stati Uniti, accusato di genocidio e crimini contro l’umanità. Allan Nairn era con noi nel nostro studio la scorsa settimana prima di volare in Guatemala. Ho cominciato col chiedergli di descrivere solo chi è Ríos Montt.
ALLAN NAIRN: Ríos Montt è stato dittatore del Guatemala negli anni 1982-83. Prese il potere con un golpe militare. E’ stato addestrato negli Stati Uniti. Ha prestato servizio a Washington come capo dell’Inter-American Defense College.
E mentre era presidente, è stato accolto da Ronald Reagan come un uomo di grande integrità, qualcuno che si era completamente dedicato alla democrazia. E uccise molte decine di migliaia di civili, in particolare negli altipiani Maya nord occidentali. In questo particolare processo, è accusato di 1.771 specifici assassinii nella regione dei Maya Ixil. Tali accuse sono in corso di formalizzazione in quanto i pubblici ministeri hanno i nomi di ciascuna di queste vittime. Sono stati in grado di tirar fuori le ossa di molti di loro [dalle fosse comuni ndt].
AMY GOODMAN: Parlaci di come questa campagna, questa strage, venne realizzata e come si collega, dunque, oggi all’attuale governo in Guatemala.
ALLAN NAIRN: L’esercito dilagò negli altopiani nord occidentali. E secondo i soldati che intervistai all’epoca, mentre portavano avanti le perlustrazioni a tappeto, essi sarebbero andati nei villaggi, li avrebbero circondati, avrebbero trascinato la gente fuori dalle loro case, li avrebbero allineati e giustiziati.
Un testimone forense testimoniò al processo che l’80 per cento dei resti che vennero recuperati aveva ferite da arma da fuoco alla testa. Testimoni oculari e sopravvissuti hanno descritto che le truppe di Ríos Montt decapitavano le persone. Un testimone parlò di una vecchia donna che fu decapitata, e poi [i soldati ndt] presero a calci la testa sul pavimento. Strapparono il cuore di bambini mentre i loro corpi erano ancora caldi, e li ammucchiarono su un tavolo perché i loro genitori vedessero. I soldati che ho intervistato descrissero le loro tecniche di interrogatorio, che erano state loro insegnate presso lo stato maggiore dell’esercito. E dissero che domandavano alle persone: “Chi sono i guerriglieri nel villaggio?” E se la gente rispondeva: “Non lo sappiamo“, li avrebbero poi strangolati a morte.
Queste perlustrazioni a tappeto furono intense. I soldati dissero che spesso uccidevano circa un terzo della popolazione di un villaggio. Un altro terzo sarebbero stati catturati e trasferiti in campi militari. E il resto sarebbe fuggito in montagna.
Lì, tra le montagne, i militari gli avrebbero dato la caccia utilizzando elicotteri forniti dagli Usa e aerei forniti dagli israeliani. Sarebbero state sganciate su di loro bombe statunitensi da 50 chilogrammi e li avrebbero mitragliati con elicotteri statunitensi Huey and Bell, usando mitragliatrici di grosso calibro forniti dagli Stati Uniti.
AMY GOODMAN: Andiamo ad un video di una tua intervista ad un soldato negli altopiani. Si tratta di un documentario finlandese – giusto? E quando è stato girato questo? Quando hai parlato con i soldati laggiù?
ALLAN NAIRN: Questo è avvenuto nel settembre del 1982 nella regione di Ixil, nella zona circostante la città di Nebaj.
AMY GOODMAN: Andiamo al video di questa intervista.
Soldato Guatemalteco: [tradotto dallo spagnolo] In questo modo abbiamo avuto successo. E inoltre, se li abbiamo già interrogati, l’unica cosa che possiamo fare è ucciderli.
Allan Nairn: E quanti ne avete uccisi?
Soldato Guatemalteco: Ne abbiamo ucciso la maggior parte. Non c’è niente altro da fare che ucciderli.
Allan Nairn: Quindi li avete uccisi immediatamente?
Soldato Guatemalteco: Sì. Se loro non vogliono fare le cose giuste, non c’è niente altro da fare che bombardare le case.
Allan Nairn: Bombardare? Con che cosa?
Soldato Guatemalteco: Beh, con granate o bombe collettive.
Allan Nairn: [tradotto] Che cosa è una bomba collettiva?
Soldato Guatemalteco: Sono come cannoni.
Allan Nairn: Utilizzate elicotteri?
Soldato Guatemalteco: Sì.
Allan Nairn: Qual è la più grande quantità di persone che avete ucciso in una volta sola?
Soldato Guatemalteco: Beh, veramente, a Sololá, circa 500 persone.
Allan Nairn: E come reagiscono quando arrivate?
Soldato Guatemalteco: Chi?
Allan Nairn: Le persone dei piccoli villaggi.
Soldato Guatemalteco: Quando l’esercito arriva, fuggono dalle loro case. E così, mentre fuggono verso le montagne, l’esercito è costretto a ucciderli.
Allan Nairn: E in quale paesino l’esercito ha fatto questo genere di cose?
Soldato Guatemalteco: Questo che è successo un sacco di volte.
Allan Nairn: Nello specifico, mi potrebbe dare alcuni esempi nei quali sono successe queste cose?
Soldato Guatemalteco: A Salquil, Sumal, Chiquito, Sumal Grande, Acul.
AMY GOODMAN: Quando hai intervistato questo soldato, Allan?
ALLAN NAIRN: Questo è stato nel settembre del ’82.
AMY GOODMAN: Cosa ci facevi lì?
ALLAN NAIRN: Facevo un documentario per la televisione scandinava.
AMY GOODMAN: Così avevi soldati che parlavano di uccisioni di civili, di interrogatori brutali che erano stati ingaggiati a compiere. Perché ti avrebbero raccontato queste cose? Sei un giornalista. Parlavano dei crimini che stavano commettendo.
ALLAN NAIRN: Beh, perché questa è la loro vita di tutti i giorni. Lo fanno tutto il tempo. Lo fanno per ordine del vertice della catena di comando, a quel tempo Ríos Montt. E non avevano quasi mai visto giornalisti allora. Era molto raro che un giornalista di fuori o persino un giornalista locale andasse in quella zona.
AMY GOODMAN: Allora riportiamo questo al giorno d’oggi, all’attuale presidente del Guatemala, perché nel medesimo periodo nel quale intervistavi questi soldati, hai intervistato il presidente guatemalteco – o almeno il presidente guatemalteco odierno, del 2013.
ALLAN NAIRN: Sì, l’alto ufficiale, il comandante a Nebaj, era un uomo che usava il nome in codice “Maggiore Tito”… Maggiore Tito. Viene fuori che il vero nome di quell’uomo era Otto Pérez Molina. Otto Pérez Molina poi ascese al rango di generale, e oggi è il presidente del Guatemala. Così egli è colui che è stato il realizzatore locale del programma di genocidio che Rios Montt è accusato aver promosso.
AMY GOODMAN: Questa è un’accusa enorme. Voglio dire, in questo momento, si tratta di un processo storico nel quale dopo 25 anni un ex presidente è ora sotto accusa. Andiamo alla registrazione di Otto Pérez Molina, l’attuale presidente del Guatemala, ma questo è il 1982 nel cuore della regione di Quiché nel nord-ovest del Guatemala, a nord ovest di Città del Guatemala. In questo video, si vede Otto Pérez Molina mentre legge letteratura politica trovata su uno dei corpi.
Questo è il tuo colloquio con lui.
Maggiore Otto Pérez Molina: “Il povero artigiano lotta a fianco del lavoratore. I poveri contadini lottano a fianco del lavoratore. La ricchezza è prodotta da noi, i poveri. L’esercito prende i contadini poveri. Insieme, abbiamo una forza invincibile….. Tutte le famiglie sono con la guerriglia, l’esercito guerrigliero dei poveri, per sempre verso la vittoria finale.” Questi sono i diversi fronti che hanno.
Allan Nairn: Quindi qui si dice che l’esercito abbia ucciso delle persone.
Maggiore Otto Pérez Molina: E’ esatto.
AMY GOODMAN: Voglio dire, questo è stupefacente. Questo è l’attuale presidente del Guatemala in piedi sopra questi corpi. Raccontaci di più.
ALLAN NAIRN: Bene, come dice uno dei soldati nel suono in sottofondo, Pérez Molina interrogava quegli uomini. E poco dopo, venivano… uccisi. E un soldato mi ha detto fuori campo che, infatti, dopo che Pérez Molina li interrogava, loro li facevano fuori.
AMY GOODMAN: Quest’uomo, Pérez Molina, il presidente, in realtà stava sotto un nome in codice al tempo. Quando fu chiaro che si tratta di Pérez Molina? Anche se abbiamo una ripresa molto chiara di lui.
ALLAN NAIRN: Per lungo tempo, Pérez Molina ha cercato di nascondere il suo passato e a quanto pare nascose il fatto che giocò questo ruolo nella posizione di supervisore durante i massacri degli altipiani. Durante la campagna presidenziale del Guatemala, che Pérez Molina alla fine ha vinto, circa due anni fa, ricevetti chiamate mentre ero in Asia da parte della stampa guatemalteca, dal Wall Street Journal, che chiedevano se potevo garantire il fatto che il maggiore Tito, l’uomo nel video che incontrai negli altopiani nord occidentali in mezzo alle stragi – se potessi garantire il fatto che il maggiore Tito fosse in realtà il generale Otto Pérez Molina, il candidato presidenziale. E io dissi che non potevo, solamente guardando i video attuali. Sai, le persone possono cambiare molto visivamente in più di 30 anni, quindi ho detto che non potevo esserne sicuro. La cosa venne fuori – e durante la campagna elettorale di Pérez Molina, quando i giornalisti chiedevano, “Il maggiore Tito è Pérez Molina?” avrebbero schivato la domanda. L’avrebbero elusa. Fuggivano da essa. Si scoprì, però, lo abbiamo appena appreso questa settimana, che Pérez Molina ammise nel 2000 di essere stato il maggiore Tito. Ma poi, a quanto pare, dopo, egli ritrattò e cercò di insabbiare la faccenda. E ora, questo è potenzialmente un guaio per lui. E’ attualmente presidente, e così, secondo la legge guatemalteca, egli gode dell’immunità. Ma una volta lasciata la presidenza, potrebbe, in teoria, essere oggetto di un’azione penale, proprio come quella per cui Ríos Montt è ora sotto incriminazione.
AMY GOODMAN: Questa potrebbe essere per lui una seria motivazione per dichiararsi presidente a vita.
ALLAN NAIRN: Beh, Ríos Montt ha preso il potere con un colpo di stato, ma uno dei fatti importanti sulla situazione odierna è che i militari non hanno il potere che hanno usarono. Il fatto che questo processo stia avvenendo è un’indicazione di questo. Questo processo sta accadendo perché i sopravvissuti si sono rifiutati di desistere. Hanno persistito – i sopravvissuti hanno lavorato a questo per decenni, facendo pressione per portare Ríos Montt e gli altri generali alla giustizia. Hanno rifiutato di rinunciare. Hanno ottenuto il sostegno internazionale, di alcuni avvocati internazionali dei diritti umani. E all’interno del sistema giudiziario guatemalteco, c’erano poche persone di integrità che erano ascese a posizioni di una certa autorità all’interno del sistema della pubblica accusa, nel sistema giudiziario. E così, ora abbiamo questo quasi miracolo politico di un paese che porta in giudizio un suo ex dittatore per genocidio, mentre il presidente del paese, che fu implicato in questi omicidi, è in carica.
AMY GOODMAN: Allan, questo video che abbiamo mentre intervisti Pérez Molina è abbastanza stupefacente e inoltre, come hai detto, lui ha ammesso al quotidiano guatemalteco Prensa Libre, nel 2000, di aver usato il soprannome di Tito.
Quindi cerchiamo di andare ad un altro video, in cui parli con lui riguardo al tipo di sostegno che vuole.
Allan Nairn: Gli Stati Uniti stanno considerando di dare aiuto militare qui sotto forma di elicotteri. Qual è l’importanza degli elicotteri per tutti voi?
Maggiore Otto Pérez Molina: Un elicottero è un apparecchio che è diventato di grande importanza non solo in Guatemala, ma anche in altri paesi in cui si sono avuti problemi di contro-insorgenza.
Allan Nairn: Come in Vietnam?
Maggiore Otto Pérez Molina: In Vietnam, per esempio, l’elicottero era un apparecchio che venne utilizzato molto.
Allan Nairn: Si può anche usare in combattimento?
Maggiore Otto Pérez Molina: Sì, certo. Gli elicotteri che sono modelli militari, sono attrezzati per supportare le operazioni sul campo. Hanno mitragliatrici e lanciarazzi.
Allan Nairn: Che tipo di mortai usano i ragazzi?
Maggiore Otto Pérez Molina: Ci sono vari tipi di mortai. Abbiamo mortai piccoli e mortai Tampella.
Allan Nairn: Tampella.
Maggiore Otto Pérez Molina: Sì, è un mortaio da 60 millimetri.
Allan Nairn: E’ molto potente? Ha una grande potenza per distruggere le cose?
Maggiore Otto Pérez Molina: Sì, è un’arma molto efficace. E’ molto utile, e dà ottimi risultati nella nostra operazione in difesa del paese.
Allan Nairn: E’ usata contro le persone o …?
Maggiore Otto Pérez Molina: Sì, è un arma anti-uomo.
Allan Nairn: Ne avete uno qui?
Maggiore Otto Pérez Molina: E’ leggero e facile da trasportare, tra l’altro.
Allan Nairn: Quindi, è molto leggero, e lo si può utilizzare a mano.
Maggiore Otto Pérez Molina: Esattamente, a mano.
Allan Nairn: Dove li avete presi?
Maggiore Otto Pérez Molina: Questi, li abbiamo ottenuti da Israele.
Allan Nairn: E dove prendete le munizioni?
Maggiore Otto Pérez Molina: Anche quelle da Israele.
AMY GOODMAN: Quindi, questo è, ancora, l’attuale presidente, Pérez Molina, del Guatemala, il generale che incontrasti sugli altopiani nel 1982, che chiede maggiori aiuti. Parlaci del rapporto allora tra il Guatemala e gli Stati Uniti.
ALLAN NAIRN: Beh, gli Stati Uniti sono stati lo sponsor dell’esercito guatemalteco, come lo erano stati per molti decenni, poichè gli Stati Uniti hanno sponsorizzato… e
continuano a sponsorizzare… decine e decine di eserciti repressivi di tutto il mondo. Nel caso del Guatemala, se si va all’accademia militare e si vedono le foto dei passati presidenti della scuola militare, alcuni di loro sono in realtà americani. Sono in realtà ufficiali americani laggiù a guidare sotto la luce del sole l’addestramento militare guatemalteco. Con gli anni ’80, quando vennero condotti i massacri di Rios Montt, il Congresso degli Stati Uniti aveva l’impressione di aver fermato con successo l’aiuto militare degli Stati Uniti in Guatemala. Ma in realtà esso continuò. La CIA aveva un vasto programma di sostegno al G-2, il servizio di intelligence militare, che selezionava gli obiettivi per gli assassini e le sparizioni. Hanno anche persino costruito un quartier generale segreto per il G-2 vicino all’aeroporto di Città del Guatemala. Avevano consiglieri americani al lavoro all’interno del quartier generale. Nel campo i soldati guatemaltechi ricevevano dagli Stati Uniti munizioni e armi. E, soprattutto, gli Stati Uniti, a partire dall’amministrazione Carter, ma proseguendo sotto Reagan e dopo, chiedevano agli israeliani di entrare e riempire il vuoto che era causato dalle restrizioni del Congresso. Così Israele faceva massicce spedizioni di fucili automatici Galil e di altre armi. E Pérez Molina, come avete visto nel video, in realtà aveva un mortaio di fabbricazione israeliana che uno dei suoi subordinati venne e mi mostrò. Quel mortaio e gli elicotteri che chiedeva agli Stati Uniti, quelli erano il tipo di armi che avrebbe utilizzato per bombardare i villaggi e per attaccare le persone mentre fuggivano in montagna.
Nell’ascoltare le testimonianze nel processo fino a questo momento, mi ha colpito il fatto che quasi ogni testimone ha detto che erano stati attaccati dall’aria, che, o il loro villaggio era stato bombardato e mitragliato, o che venivano bombardati o mitragliati mentre fuggivano in montagna. Questa testimonianza suggerisce che l’uso di questi aerei statunitensi e israeliani e delle munizioni statunitensi contro i civili negli altipiani Ixil era in realtà molto più esteso di quello che comprendevamo all’epoca. Oltre a ciò, al di là del sostegno materiale statunitense, c’è la questione della dottrina.
Ieri al processo, la difesa di Ríos Montt ha chiamato un generale, un ex comandante del G-2, come perito di parte della difesa. E al termine della sua testimonianza, l’accusa ha letto a questo generale un estratto di un documento dell’addestramento militare guatemalteco. E il documento diceva che è spesso difficile per i soldati accettare il fatto che ad essi possa essere richiesto di eseguire azioni repressive contro civili, donne, bambini e malati, ma che, con un addestramento adeguato, essi possono divenire capaci di farlo.
Così, il pubblico ministero ha chiesto al generale di Ríos Montt: “Bene, generale, qual è la sua risposta a questo documento?“
E il generale ha risposto dicendo: “Beh, questo documento che usiamo per l’addestramento è una traduzione quasi letterale di un documento statunitense d’addestramento.“
Quindi questa dottrina di uccidere civili, persino donne, bambini e malati, era, come ha testimoniato il generale, adottata dagli Stati Uniti, infatti, anni prima, l’addetto militare statunitense in Guatemala, il colonnello John Webber, aveva detto alla rivista Time che all’esercito guatemalteco fu concessa l’autorizzazione di uccidere i guerriglieri e i potenziali guerriglieri. E, naturalmente, la categoria dei potenziali guerriglieri può comprendere chiunque, compresi i bambini.
E il punto dei civili in guerriglia è in realtà molto importante per la comprensione di questa vicenda. Quei corpi sopra cui stava Pérez Molina nel filmato di Nebaj del 1982 che abbiamo visto, quelli che erano in realtà un’eccezione alla regola, perché la Commissione per la verità che ha indagato le stragi in Guatemala, ha scoperto che il 93 per cento delle vittime erano civili, uccisi dall’esercito del Guatemala. Ma c’erano anche dei combattimenti in corso tra esercito e guerriglia. E in quel caso, nel video che abbiamo visto, i corpi sui quali Pérez Molina stava sopra erano di guerriglieri, guerriglieri che l’esercito aveva catturato. E uno di loro in prigionia aveva lanciato una bomba a mano come atto suicida, ma a quanto pare, da quello che ho visto e da ciò che i soldati mi hanno detto, sembra fosse sopravvissuto all’esplosione, ed era stato poi consegnato a Pérez Molina per l’interrogatorio.
Lui lo interrogò, e poi, come abbiamo visto, [i soldati ndt] lo liquidarono. Ma nella maggior parte dei casi, erano civili, gente completamente disarmata, che son stati bersaglio di eliminazione da parte dell’esercito di Ríos Montt.
Domandai a Ríos Montt di questa pratica in due diverse occasioni, prima in un colloquio con lui due mesi dopo che ebbe preso il potere nel 1982, e poi, anni più tardi, dopo che era stato allontanato dal potere. E quando gli chiesi nel ’82 del fatto che molti civili vennero uccisi dall’esercito, disse: “Guarda, per ognuno che spara, ce ne sono 10 che lo sostengono,” che significa: dietro la guerriglia ci sono un
gran numero di civili. Il suo anziano aiutante e suo portavoce, un uomo di nome Francesco Bianchi, che era seduto accanto a lui in questa intervista, ha poi ampliato il concetto. Bianchi disse che la guerriglia – beh, la popolazione indigena – che lui chiamava “indios”, che è un un termine dispregiativo in spagnolo guatemalteco…
AMY GOODMAN: …al posto del termine indiani…
ALLAN NAIRN: Si – disse che loro stavano collaborando con la guerriglia, quindi era necessario uccidere gli indiani. “E la gente direbbe…“ proseguì Bianchi, “Oh, stai massacrando tutti questi indiani innocenti” – “innocenti Indios“, nelle sue parole. Ma Bianchi allora disse: “Ma, no, non sono innocenti, perché sono al soldo della sovversione.“
Quindi questa è una dottrina di assassinio di civili, e in particolare di Maya, perché l’esercito li vedeva collettivamente come gruppo. Loro non li vedevano come individui, ma li vedevano collettivamente come un gruppo al soldo della sovversione. E questa era una dottrina che gli Stati Uniti sostenevano.
AMY GOODMAN: il giornalista Allan Nairn. L’intervista che abbiamo fatto è stata registrata la scorsa settimana appena prima che partisse per il Guatemala per testimoniare al processo contro il dittatore guatemalteco Efraín Ríos Montt. Ma all’ultimo minuto, la sua testimonianza è stata annullata ieri in tarda serata.
Il processo è stato annullato. Continueremo con l’intervista tra un minuto.
[Pausa]
AMY GOODMAN: Mercedes Sosa, qui a Democracy Now, democracynow.org, Guerra e Pace Report, mentre continuiamo la nostra copertura dello storico processo all’ex dittatore guatemalteco Efraín Ríos Montt, sostenuto dagli Usa, accusato di genocidio e di crimini contro l’umanità. Allan Nairn si è unito a noi nel nostro studio la scorsa settimana prima di volare in Guatemala. La sua testimonianza è stata annullata. Il processo è stato annullato ieri sera. Ma ho chiesto Allan di parlare di come sia riuscito a intervistare il dittatore del Guatemala, Rios Montt, due mesi dopo che prese il potere nel 1980.
ALLAN NAIRN: Beh, stava dando interviste alla stampa. Questa intervista avvenne nel palazzo. Ero lì con un paio di altri giornalisti. Ríos Montt fu molto schietto. Sarebbe andato in televisione e avrebbe detto: “Oggi ci accingiamo ad iniziare una lotta spietata. Abbiamo intenzione di uccidere, ma abbiamo intenzione di uccidere legalmente.“
Questo era il suo stile, parlare in maniera diretta. Ed è in grande contrasto con quello che fa oggi. Voglio dire, è molto interessante dal punto di vista delle persone che sono sopravvissute, questo tipo di generali che vivono sul sangue del popolo, non solo in Guatemala, ma in Salvador, a Timor Est, in Indonesia, in innumerevoli paesi in cui gli Stati Uniti hanno sostenuto questo tipo di terrore.
Avete ora davanti lo spettacolo di questo generale, che dopo aver fatto tremare la povera gente alla sua vista, al suo nominarsi, ora si nasconde. Al processo, si rifiuta di parlare. Non si difenderà. E’ come un delinquente comune preso in strada che invoca il quinto emendamento – invoca il suo diritto al Quinto Emendamento. Ma allora, quando aveva il potere, quando nessuno lo poteva contestare, avrebbe parlato abbastanza apertamente. In effetti, la seconda volta che ho parlato con lui, un certo numero di anni dopo, ho chiesto Ríos Montt se pensava di dover essere giustiziato, di dover essere processato e giustiziato a causa della sua responsabilità per i massacri degli altipiani, e lui rispose saltando in piedi e gridando: “Sì! Mettetemi sotto processo. Mettetemi contro il muro… ma se avete intenzione di mettermi sotto processo, dovete provarci prima con gli americani, incluso Ronald Reagan.“
AMY GOODMAN: Allan Nairn all’epoca in Guatemala, non solo intervistavi, dunque, l’attuale presidente, Pérez Molina, che negli altopiani al tempo stava in piedi sopra i cadaveri, ma parlavi anche con funzionari degli Stati Uniti, e vorrei passare alla questione del coinvolgimento degli Stati Uniti in ciò che successe in Guatemala. Parlaci del Vice Assistente Segretario agli Affari Inter-Americani, Stephen Bosworth, un uomo che allora hai dovuto intervistare durante gli anni di Ríos Montt.
ALLAN NAIRN: Beh, Bosworth era, all’epoca, un giocatore importante nella politica statunitense del Centro America. E lui, insieme a Elliott Abrams, per esempio, attaccarono Amnesty International quando Amnesty cercò di riferire riguardo agli assassinii di leader sindacali e sacerdoti e sindacalisti dei contadini e attivisti negli altopiani Maya. E anche lui negava che gli Stati Uniti stessero dando assistenza militare all’esercito guatemalteco che metteva in atto quei crimini.
AMY GOODMAN: Andiamo all’intervista che hai fatto all’allora vice assistente segretario agli Affari Inter-Americani, Stephen Bosworth.
STEPHEN BOSWORTH: Beh, penso che un fattore importante sia che ci sia stata, nel corso degli ultimi sei mesi, la prova di un significativo miglioramento della situazione dei diritti umani in Guatemala. Dal momento dell’ascesa al potere del governo di Ríos Montt, il livello di violenza nel Paese, della violenza politica, in particolare nelle aree urbane, è diminuito piuttosto drasticamente. Detto questo, però, penso che sia importante anche notare che il livello di violenza nelle zone rurali continui ad un livello che è fonte di preoccupazione per tutti. E se è difficile, se non impossibile, attribuire la responsabilità di tale violenza in ogni caso, è chiaro che nelle zone rurali il governo ha infatti bisogno di compiere ulteriori progressi in termini di miglioramento del controllo delle truppe governative.
AMY GOODMAN: Tu, Allan Nairn, hai anche chiesto all’allora vice assistente segretario statunitense agli Affari Inter-Americani, Stephen Bosworth, precisamente quale fosse la presenza militare e il ruolo degli Stati Uniti in Guatemala.
Questo è il modo in cui Bosworth rispose.
STEPHEN BOSWORTH: Non abbiamo alcun ruolo o presenza militare. Abbiamo, come parte della nostra istituzione diplomatica, un ufficio addetto alla difesa e un rappresentante militare. Ma questo è lo stesso tipo di rappresentanza che abbiamo in quasi tutti gli altri paesi del mondo. Non abbiamo addestratori americani che lavorano con l’esercito guatemalteco. Non abbiamo personale militare americano attivo in Guatemala in quel tipo di area.
ALLAN NAIRN: non ci sono addestratori americani lì?
STEPHEN BOSWORTH: No.
ALLAN NAIRN: Nessuno mette in atto il tipo di attività che si portano avanti nel Salvador, per esempio?
STEPHEN BOSWORTH: No, non ci sono.
AMY GOODMAN: Questo era l’allora vice assistente segretario statunitense agli Affari Inter-Americani, Stephen Bosworth. Rispondi su ciò che ha detto, e dicci chi divenne in seguito, che ruolo ricopre oggi nel governo degli Stati Uniti.
ALLAN NAIRN: Beh, in primo luogo, quasi tutto ciò che Bosworth disse era una bugia. Disse che gli omicidi erano in calo. In realtà, erano aumentati drammaticamente sotto Ríos Montt. Disse, cosa piuttosto paradossale, che era impossibile conoscere e attribuire la responsabilità di ciò che accadeva. Ebbene, la Conferenza dei Vescovi Cattolici non ha avuto difficoltà a conoscere e ad attribuire le responsabilità. Dissero che le uccisioni avevano raggiunto gli estremi del genocidio. Dicevano questo all’epoca in cui i massacri avvenivano e nel momento in cui Bosworth li negava. E loro, i superstiti e i gruppi per i diritti umani stavano tutti chiaramente incolpando l’esercito. E poi, infine, disse che l’esercito doveva stare attento a mantenere il controllo delle sue truppe. Beh, c’era un controllo molto rigoroso. In realtà, gli ufficiali sul campo nella regione di Ixil che ho intervistato al momento dichiararono di avere un guinzaglio molto corto e che c’erano solo tre livelli di comando tra loro sul campo e Ríos Montt.
E, infatti, qualche settimana prima, c’erano solo due livelli di comando tra loro e Ríos Montt. Poi, Bosworth andò a dire che gli Stati Uniti non davano alcun aiuto militare al Guatemala, tuttavia credo fosse un paio di settimane dopo quel colloquio, quando andammo in Guatemala, incontrai un Berretto Verde degli Stati Uniti, il capitano Jesse Garcia, che stava addestrando i militari guatemaltechi in tecniche di combattimento, tra cui quelle che ha definito, letteralmente, “come distruggere i villaggi.” Questo andava oltre alle armi e alle munizioni statunitensi di cui ho parlato prima, oltre agli addestratori della CIA che lavoravano nel quartier generale, costruito dalla CIA, del G-2, il servizio di intelligence militare, che compiva omicidi e rapimenti.
AMY GOODMAN: Il G-2 che è il G-2 guatemalteco. Ora, attualmente Stephen Bosworth è il decano della Fletcher School della Tufts University. Ma prima di questo, nel 2009, dunque, giocava un ruolo chiave nell’amministrazione Obama.
ALLAN NAIRN: Sì… sai… invece, in quello che si potrebbe considerare come un sistema politico che funziona normalmente, se un alto funzionario del governo ha mentito in quel modo su questioni così gravi, di vita e di morte ed è stato coinvolto nella fornitura di armi a terroristi, in questo caso l’esercito guatemalteco, ci si aspetterebbe, come minimo, che venga licenziato e che cada in disgrazia, o forse venga portato in giudizio. Ma Bosworth è stato a tutti gli effetti promosso. E sotto l’amministrazione Obama, Hillary Clinton lo scelse come inviato speciale per la Corea del Nord. E’ stato nelle news parecchio negli ultimi tempi a causa del suo ruolo di grande rilievo laggiù.
AMY GOODMAN: Nel 1995, Allan Nairn fu intervistato al Charlie Rose Show riguardo al suo pezzo su The Nation intitolato “Gli squadroni della morte della CIA”, nel quale descrisse come gli americani fossero direttamente coinvolti nelle uccisioni dell’esercito guatemalteco. Fu intervistato assieme ad Elliott Abrams, che contestò ciò che stava dicendo. Abrams aveva prestato servizio come assistente segretario di stato per i diritti umani e le questioni umanitarie sotto il presidente Reagan tra il 1981 e il 1985. Questo video inizia con Elliott Abrams.
Elliot Abrams: Aspetta un minuto. Non siamo qui per combattere di nuovo la Guerra Fredda. Pensavo fossimo qui per parlare di un caso specifico su cui è stato fatta un’incriminazione – sul marito di un’americana e su un altro caso di un cittadino americano, che furono uccisi, e c’era un collegamento con la CIA, presumibilmente con la persona presumibilmente coinvolta in essa. Ora, io sono felice di parlare di questo tipo di cose. Se il signor Nairn ritiene che saremmo dovuti essere dall’altra parte in Guatemala, cioè saremmo dovuti essere a favore della vittoria della guerriglia non sono d’accordo con lui.
Allan Nairn: Dunque sta, quindi ammettendo che fu dalla parte dei militari guatemaltechi.
Elliot Abrams: Sto ammettendo che era la politica degli Stati Uniti, sotto democratici e repubblicani, approvata dal Congresso ripetutamente, ad opporsi a una vittoria della guerriglia comunista ovunque in America centrale, anche in Guatemala.
Charlie Rose: Bene, bene, io…
Allan Nairn: …ad una vittoria della guerriglia comunista.
Charlie Rose: Sì, io…..
Allan Nairn: Il novantacinque per cento di quelle vittime sono civili, sindacalisti contadini, leader dei diritti umani…
Charlie Rose: …sono felice di invitarvi entrambi…
Allan Nairn: …preti assassinati dall’esercito guatemalteco sostenuto dagli Stati Uniti. Guarda la realtà. In realtà, non stiamo parlando di due omicidi di un colonnello. Stiamo parlando di più di 100.000 omicidi, di un intero esercito, di molti dei più alti funzionari dipendenti del governo degli Stati Uniti. Stiamo parlando di crimini, e noi stiamo anche parlando di criminali, non solo di persone, come i colonnelli del Guatemala, ma anche di agenti statunitensi che hanno lavorato con loro e di funzionari statunitensi del più alto livello. Voglio dire, penso che si debba essere, che sia necessario applicare norme uniformi. Il presidente Bush una volta parlò di mettere Saddam Hussein sotto processo per crimini contro l’umanità, in un tribunale in stile Norimberga. Penso che sia una buona idea. Ma se siete seri, si deve essere imparziali. Se guardiamo a un caso come questo, penso che dobbiamo parlare, iniziare a parlare di mettere i funzionari statunitensi e guatemaltechi sotto processo. Penso che qualcuno come il signor Abrams sarebbe il soggetto adeguato per [essere sottoposto ad ndt] una tale indagine in stile Norimberga. Ma sono d’accordo con il signor Abrams che i democratici dovrebbero stare sul banco degli imputati con lui. Il Congresso è stato complice di quanto accaduto. Il Congresso ha approvato la vendita di 16.000 M-16 al Guatemala. Tra l’87 e l’88… Charlie Rose: Va bene, ma aspetta un secondo. Ho solo…prima perché…
Allan Nairn: Hanno votato più aiuti militari di quanti ne abbiano chiesti i repubblicani.
Charlie Rose: Ancora una volta, invito te ed Elliott Abrams a tornare a discutere su ciò che ha fatto. Ma in questo momento, vi…
Elliot Abrams: No, grazie, Charlie, ma non accetterò…
Charlie Rose: Aspetta un secondo. Vai avanti. Vuoi ripetere la domanda, su chi vuoi che stia sul banco degli imputati?
Elliot Abrams: E’ ridicolo. E’ ridicolo rispondere a questo genere di stupidità. Questo tizio pensa che fossimo dalla parte sbagliata nella guerra fredda. Forse lui personalmente era dalla parte sbagliata. Io sono uno dei tanti milioni di americani che pensa siamo stati felici di vincere.
Charlie Rose: Va bene, non fare…
Allan Nairn: Mr. Abrams, lei era assolutamente dalla parte sbagliata nel sostenere il massacro di contadini e di sindacalisti, di tutti coloro che hanno osato parlare. Charlie Rose: Ciò che voglio fare è porre la seguente domanda…
Allan Nairn: Anche quello è un crimine. Quello è un crimine, signor Abrams, per il quale la gente dovrebbe essere processata davanti alla legge americana.
Elliot Abrams: Perché non ti…si giusto, metteremo tutti i funzionari americani che hanno vinto la guerra fredda sul banco degli imputati.
AMY GOODMAN: Questo era Elliott Abrams, ha prestato servizio come assistente segretario di stato per i diritti umani e le questioni umanitarie sotto il presidente Reagan dall’81 all’85 – mentre dibatteva con il giornalista investigativo Allan Nairn al Charlie Rose Show. In realtà, il membro del congresso Robert Torricelli, allora dal New Jersey, prima di diventare senatore, era anche lui a quella discussione ad un certo punto. Allan, il significato di ciò che il signor Abrams diceva? Andò avanti, Abrams, su qualcosa riguardante il Medio Oriente.
ALLAN NAIRN: sì. Beh, lui, quando dissi che sarebbe dovuto essere processato da un tribunale in stile Norimberga, reagì praticamente dicendo che ero pazzo, che era una idea folle che si potessero processare dei funzionari degli Stati Uniti per la fornitura di armi ad eserciti che uccidevano i civili. Ma la gente pensava anche che fosse da pazzi che Ríos Montt potesse affrontare la giustizia in Guatemala. Tuttavia dopo decenni di lavoro da parte dei sopravvissuti ai suoi massacri degli altipiani Maya, oggi, mentre parliamo, Ríos Montt è seduto sul banco degli imputati.
AMY GOODMAN: era il pluripremiato giornalista Allan Nairn, che parlava la settimana scorsa prima di volare in Guatemala. Giovedì, una pietra miliare, un processo per genocidio contro l’ex dittatore guatemalteco Ríos Montt è stato sospeso nel momento in cui il processo minacciava di coinvolgere l’attuale presidente del Guatemala nelle uccisioni di massa di civili. Allan ha riferito che complici dell’esercito guatemalteco avevano minacciato le vite del giudice e del pubblico ministero e che il processo era stato annullato dopo l’intervento del presidente del Guatemala, il generale Otto Pérez Molina. Alcuni dei filmati video utilizzati nel programma provengono da un documentario del 1983 diretto da Mikael Wahlforss.
Faremo un link ad esso su democracynow.org e sul sito di Allan Nairn, allannairn.org.