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Il segretario dell’ANM contro il governo: "Si rischia la deriva fascista"

Publie le domenica 8 febbraio 2004 par Open-Publishing

ROMA - La riforma della giustizia è necessaria, ma quella del governo mette "a rischio la tutela
dei diritti e della legalità demandata dalla Costituzione alla magistratura autonoma indipendente".

Di più: con la riforma dell’ordinamento giudiziario di Castelli "si rischia una deriva fascista".
Usa parole forti il segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Carlo Fucci, tirando le
somme del XXVII congresso dell’Anm a Venezia che oggi, inasprendo la sua posizione, ha rilanciato lo
sciopero: di due giorni (contro una sola giornata di astensione proposta ieri), il 4 e il 5 marzo
prossimi, di cui il secondo probabilmente virtuale; un’assemblea nazionale a Roma il 20 marzo e
altre iniziative rimesse al parlamentino dell’Anm che è già stato convocato per il 6 marzo prossimo.

Subito dopo, arriva anche un "aggiustamento" del tiro da parte dello stesso presidente dell’Anm,
Edmondo Bruti LIberati: "interventi e accentuazioni personali". Sostanzialmente, una presa di
distanza dalle parole di Fucci.

Fucci risponde: "Lungi da me l’idea di ipotizzare un ritorno al fascismo: ho voluto solo ricordare
 sottolinea - come la gerarchizzazione e la burocratizzazione della magistratura possano avere
effetti deleteri, richiamando un precedente storico ovviamente irripetibile".

Ma la platea di Venezia è attraversata da sentimenti di dura critica al governo. E, alla richiesta
di Fucci di fare un gesto simbolico contro "le continue denigrazioni rivolte ai magistrati da chi
ricopre incarichi istituzionali e le contumelie pronunciate disprezzando anche la memoria dei
tanti magistrati uccisi per servire uno stato che non è riuscito a proteggerli", i presenti si alzano
tutti in piedi.

Un discorso indignato quello di Fucci che della riforma del governo ha un’opinione senza
sfumature: "E’ analoga a quella che nel 1923 pose le premesse per tentare la fascistizzazione della
magistratura" portando a una "deriva istituzionale".

Fucci accusa la maggioranza di "usare il suo potere "come una clava" contro i magistrati con la
loro "denigrazione violenta" e ribadisce che le toghe sono "costrette" a percorrere la strada
"dolorosa" dello sciopero "per la difesa strenua dei valori costituzionali". Quella riforma, "la più
sciagurata della storia repubblicana" è ispirata, denuncia Fucci, dalla "volontà della maggioranza di
saldare i conti con i magistrati. Chi oggi governa pone le premesse di un sistema caratterizzato
non dalla prevalenza della forza della legge, bensì dalla legge del più forte".

E ancora: il progetto già approvato dal Senato, attacca Fucci, è "in netto contrasto con la
Costituzione" ed è "parte rilevante" di un complessivo "segno controriformatore idoneo ad abbattere
l’ultimo baluardo di un sistema democratico: la divisione dei poteri dello Stato"; "attua di fatto la
separazione delle carriere ed espone il magistrato al condizionamento del potente di turno", visto
che prepara "sia il controllo politico delle Procure sia l’attribuzione in un prossimo futuro del
potere disciplinare ad un organo diverso dal Csm". Insomma, "svuota l’autonomia e l’indipendenza
dei magistrati e vanifica il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge".

Di fronte a tutto questo, ma anche alle "quotidiane contumelie che una parte della maggioranza
governativa ci rivolge a causa della nostra azione istituzionale" dice Fucci, e alla "mistificazione
della realtà" che viene dalla stessa Cdl quando parla della corruzione "come di una perversa
invenzione della magistratura", le toghe devono reagire. Non si deve "tacere", ammonisce Fucci, per
difendere i "valori costituzionali.

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