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Il vero fantasma di Monaco `38

Publie le lunedì 27 settembre 2004 par Open-Publishing
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Dazibao


di LUIGI CAVALLARO

Il 29 settembre 1938, i capi di stato di due importanti paesi europei si recarono
a Monaco, a trovare un loro collega che, nel breve volgere di cinque anni da
quando era stato democraticamente eletto, aveva finanziato su larga scala il
riarmo del proprio paese e promosso una politica estera aggressiva e destabilizzante
nell’intera Europa centrale, culminata qualche mese prima nell’annessione coatta
di uno stato sovrano.

Il nobile intento degli statisti in visita in Baviera era di indurre quel loro
collega a più miti consigli, ricercando con lui una strategia multilaterale che
gli consentisse di perseguire comunque quelli che essi stessi consideravano suoi
legittimi interessi; e certo pesava la consapevolezza che nessuna pacificazione
duratura - nessun appeasement, come si disse - era possibile se non con il suo
consenso.

Il 30 settembre dal virtuoso consesso sortì un accordo. Commentandolo, Winston Churchill disse che le potenze europee potevano scegliere tra la vergogna e la guerra, e avrebbero avuto entrambe (Churchill qualche anno dopo avrebbe trescato col padrone di casa di Monaco e col suo italico servitore per negoziare un ribaltone che ricacciasse i russi ben oltre l’Elba; ma questo è un altra storia). Sessantasei anni dopo c’è il presidente di uno stato assai importante che si proclama war president, ha fatto letteralmente esplodere la spesa militare, ha mosso guerra a due stati senza esserne attaccato e, in generale, sta esercitando una funzione destabilizzante in tutto il Medio Oriente, la cui situazione è ancora più torbidamente complessa di quanto non fosse l’Europa centrale nel 1938.

E ci sono capi di stato che cercano di indurlo a più miti consigli e a ricercare una strategia non unilaterale per tutelare i suoi legittimi interessi (inclusi il controllo dell’approvvigionamento energetico mondiale e un signoraggio monetario che gli consenta di esportare all’estero le contraddizioni del proprio modello di crescita). Come i loro colleghi d’allora, essi sono realisti: sono cioè consapevoli che non c’è oggi alcuna pace possibile senza il consenso di questo collega dai modi un po’ cowboy.

E altrettanto realisti sono gli aspiranti statisti attualmente all’opposizione nel nostro paese: sperano vivamente che alle prossime elezioni costui possa essere sconfitto dal suo avversario (un tipo così progressista da aver sostenuto già sette anni fa, in un libro, quel che il presidente in carica sta praticando), ma non si tirano indietro nemmeno di fronte a una (probabile) rielezione del war president attuale, al punto che hanno intrapreso in patria un dialogo costruttivo con colui che ne è il più fiero e zelante difensore e alleato.

Oggi come ieri questi eventi non maturano nel vuoto, ma nel pieno di una deflazione mondiale, che ha sancito il ritorno in auge di una politica economica che gli inglesi chiamano beggar-thy-neighbour e testimonia ancora una volta dell’incapacità del capitalismo di risolvere le contraddizioni prodotte dal suo sviluppo incontrollato, dalla disoccupazione alla distribuzione arbitraria e iniqua delle ricchezze e dei redditi. È ozioso chiedersi se avremo la guerra o la vergogna: abbiamo già tutt’e due.

È certo invece che questo è l’unico modo sensato di evocare oggi lo spettro dell’appeasement. Ogni diverso paragone, che sfrutti l’emozione creata da un terrorismo brutale che è solo il ritorno di fiamma di un imperialismo nato molto prima, è frutto di corta memoria e/o lunga malafede.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Settembre-2004/art63.html


Accordo concluso a Monaco di Baviera, il 29 Settembre 1938, tra Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia.

Germania, Regno Unito, Francia e Italia preso in considerazione l’accordo che già è stato raggiunto in linea di principio per la cessione alla Germania del territorio tedesco dei Sudeti, si accordano altresì sui seguenti termini e condizioni che governano la detta cessione e le misure conseguenti questo accordo, esse si ritengono responsabili per i passi necessari ad assicurare il suo adempimento:

(1) l’evacuazione comincerà il 1 Ottobre.

(2) il Regno Unito, Francia e Italia sono d’accordo che l’evacuazione del territorio sarà completata il 10 Ottobre, senza che qualsiasi installazione esistente sia distrutta e che il Governo della Cecoslovacchia sarà ritenuto responsabile per l’esecuzione dell’evacuazione senza danno alle dette installazioni.

(3) le condizioni che governano l’evacuazione saranno stabilite in dettaglio da una commissione internazionale composta di rappresentanti di Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Cecoslovacchia.

(4) l’occupazione graduale del territorio prevalentemente tedesco da parte di truppe tedesche comincerà il 1 Ottobre. I quattro territori marcati sulla mappa allegata saranno occupati da truppe tedesche nell’ordine seguente:

Il territorio marcato N.ro 1 il 1 e 2 di Ottobre; il territorio marcato N.ro 2 il 2 e 3 di Ottobre; il territorio marcato N.ro 3 il 3, 4 e 5 di Ottobre; il territorio marcato N.ro 4 il 6 e 7 di Ottobre. Il rimanente territorio di carattere preponderantemente tedesco sarà accertato immediatamente dalla commissione internazionale suddetta e sarà occupato da truppe tedesche entro il 10 di Ottobre.

(5) la commissione internazionale di cui al paragrafo 3 determinerà i territori nei quali un plebiscito sarà tenuto. Questi territori saranno occupati da corpi internazionali fino a che il plebiscito sarà stato completato. La stessa commissione fisserà le condizioni nelle quali il plebiscito sarà tenuto, prendendo come base le condizioni del plebiscito della Saar. La commissione fisserà anche una data, non più tardi della fine di Novembre nella quale il plebiscito sarà tenuto.

(6) la determinazione finale delle frontiere sarà eseguita dalla commissione internazionale. La commissione avrà titolo per raccomandare alle Quattro Potenze, Germania, il Regno Unito, Francia e Italia, in certi casi eccezionali, delle modifiche minori nella determinazione strettamente etnografica delle zone che saranno trasferite senza plebiscito.

(7) ci sarà un diritto di scelta dentro e fuori dei territori trasferiti; la scelta dovrà essere esercitata entro sei mesi dalla data di quest’accordo. Una commissione tedesco-cecoslovacca determinerà i dettagli della scelta, considererà modi di facilitare il trasferimento di popolazione e deciderà sulle domande di principio sorte fuori del detto trasferimento.

(8) il Governo Cecoslovacco entro un periodo di quattro settimane dalla data di questo accordo rilascerà dalle proprie forze militari e di polizia qualsiasi tedesco dei Sudeti che desidererà essere rilasciato, e il Governo Cecoslovacco entro lo stesso periodo rilascerà i prigionieri tedeschi dei Sudeti che stanno scontando pene di detenzione per offese politiche.

Monaco di Baviera, il 29 Settembre 1938.

ADOLF HITLER, BENITO MUSSOLINI, EDOUARD DALADIER, NEVILLE CHAMBERLAIN.

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