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In memoria di Fausto Lazzaro, morto a 61 anni, troppo giovane per la pensione ma

Publie le giovedì 15 agosto 2013 par Open-Publishing

A beneficio della conoscenza del mondo intero, si riporta di seguito la storia di Fausto Lazzaro, morto all’età di 61 anni. Il racconto è dei suoi amici dell’associazione Atdal Over40.:

"...Residente in provincia di Venezia, coniugato con due figli ventenni, Fausto era disoccupato dal gennaio del 2010. Un passato da piccolo imprenditore nel settore informatico si era visto costretto a chiudere la sua attività agli albori della crisi.
Iscritto alle liste di disoccupazione da tre anni non percepiva alcuna forma di sostegno al reddito.
Aveva cercato in tutti i modi una ricollocazione trovando solo porte pronte a chiudersi perché considerato troppo vecchio per poter aspirare ad un lavoro.
Smentendo i luoghi comuni sulla inadattabilità delle persone mature e con esperienza ad accettare lavori di basso profilo, Fausto aveva accettato piccoli, nonché brevi, incarichi quali la gestione di bancarelle ambulanti per la vendita di ninnoli ai turisti in visita a Venezia. Tutti lavori della durata di qualche settimana.
L’occupazione di maggior durata, circa tre mesi, gli era arrivata grazie all’interessamento della Caritas veneziana ed è consistita nell’attività di riordino delle camere e rifacimento letti in un piccolo hotel di Venezia.
Ma anche questa occupazione si è conclusa e a Fausto non è rimasta che la disperazione del sentirsi rifiutato da tutto e da tutti.

Ciò nonostante, non ha mai cessato di impegnarsi nel volontariato occupandosi a tempo pieno non del suo problema ma del problema dei tanti che come lui si sono visti mettere in un angolo, reietti di una società per la quale sono considerati troppo vecchi per lavorare ma troppo giovani per la pensione.

Nel 2012, su invito di un Padre Salesiano, Fausto ha accettato di recarsi per qualche mese in Tanzania dove ha svolto con entusiasmo attività di volontariato presso il centro religioso delle Suore Di Veronica del Volto Santo (VERONICAN SISTERS OF THE HOLY FACE).
Un’esperienza che gli ha permesso, per qualche tempo, di ritrovare fiducia in se stesso e consapevolezza di poter ancora essere utile agli altri.
Rientrato a Venezia ha ripreso la sua attività di volontariato a favore dei disoccupati maturi bussando a tutte le possibili porte: la Diocesi di Venezia, il Comune e la Provincia, la sede locale della Confindustria, le organizzazioni sindacali.
Ha scritto varie lettere in particolare a Lei Signor Presidente e a politici di ogni schieramento.
Le uniche rare risposte sono arrivate proprio dalla Sua Presidenza con qualche del tutto inutile parola di comprensione per la sua situazione e l’impegno a trasmettere la richiesta di aiuto ai Ministri del Lavoro che si sono alternati nel corso degli ultimi anni.
Tutti indistintamente troppo impegnati per preoccuparsi della condizione di un cittadino in difficoltà, pur essendo perfettamente a conoscenza che quella condizione riguardava diverse centinaia di migliaia di altri disoccupati maturi.
Nel febbraio di quest’anno Fausto, insieme ad una quindicina di cittadini che vivono il suo stesso dramma, ha inoltrato un ricorso alla UE denunciando la gravi discriminazioni esistenti in Italia sia per quanto riguarda la possibilità di trovare lavoro per un disoccupato over50 che nel riconoscimento del diritto di accesso alla pensione che questo paese ha concesso, in deroga alle normative vigenti, quando si è trattato di risolvere un problema di esuberi in una grande
azienda ma lo ha negato a coloro che, pur con una maggiore età anagrafica e un più consistente monte contributivo, venivano espulsi dal ciclo produttivo a livello individuale.
La situazione di Fausto, come si evince dal testo del ricorso alla UE, era quella di un lavoratore che aveva accumulato 34 anni di versamenti contributivi come dipendente e commerciante, più 11 anni in periodi parzialmente sovrapposti all’attività da commerciante come iscritto alla gestione separata INPS. Infine aveva versato un altro anno di contributi
come “Agente di Commercio”.
Gli interventi in materia previdenziale, susseguitisi negli anni, avevano visto spostare in avanti il traguardo della pensione per l’amico Fausto. In particolare, l’ultima riforma del Governo Monti aveva determinato il definitivo spostamento del traguardo dal marzo del 2014 al novembre del 2018.
Un’attesa assurda e indegna di un paese che non riesce a garantire un sostegno al reddito ad una persona che si trova in difficoltà dopo una intera vita dedicata al lavoro.
Nell’inverno del 2012 Fausto è stato colpito da un ictus che ne ha determinato una lunga degenza in ospedale e un lungo periodo di convalescenza e riabilitazione. Nella primavera di quest’anno un infarto apparentemente superato ma che, con buona probabilità, ha determinato l’evento tragico del 24 luglio scorso.
Fausto non si è suicidato, non entrerà quindi nella lunga lista di coloro che hanno rinunciato a vivere a causa del disinteresse, dell’incompetenza, della superficialità di chi afferma di voler seriamente farsi carico di tutti nessuno escluso.
Fausto è morto a causa di quel disinteresse, incompetenza e superficialità, è morto senza potersi veder riconosciuta la pensione per la quale aveva versato decenni di contributi né tanto meno uno straccio di sostegno al reddito.
Come le centinaia di disperati che hanno scelto di farla finita i tanti Fausto deceduti per le tante, troppe sofferenze, così come coloro che hanno subito gravi danni fisici e psichici in conseguenza della condizione di abbandono da parte di uno Stato che si proclama civile, non possono non pesare sulla coscienza dei tanti politici che si sono girati dall’altra parte fingendo di non capire, non sapere, non potere.
Per quanto voi vi pensiate assolti siete comunque coinvolti
"

PS: Il testo che avete letto è stato inviato in forma di lettera al Presidente Napolitano e, per conoscenza, via mail o posta, ai Presidenti di Camera e Senato, ai Senatori Monti e Sacconi e agli Onorevoli Damiano, Gnecchi, Rostellato, Cominardi. La lettera è sottoscritta da Stefano Giusti e Armando Rinaldi nella loro qualità, rispettivamente, di Presidente e Vice presidente dell’Associazione "Atdal Over40"

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