Home > Interventi: La CIA, “l’esercito islamico dell’ Iraq”, Enzo Baldoni, i (…)

Interventi: La CIA, “l’esercito islamico dell’ Iraq”, Enzo Baldoni, i giornalisti francesi.

Publie le lunedì 6 settembre 2004 par Open-Publishing

di Mir Mad

Da chi è manovrato il sedicente gruppo terroristico "l’esercito islamico dell’ Iraq" -jaish al-islamiyah fil Iraq-? Questo gruppo che ha assassinato a tempi di record Enzo Baldoni -notoriamente contrario all’invasione americana dell’Iraq- e ha rivendicato il sequestro dei giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot ha nella propria cartella criminale altri sequestri, rapimenti e attentati; tutti atti e atteggiamenti con una fisionomia e natura politica ben precisa.

Cerchiamo una chiave di lettura: appena rapiti i due giornalisti francesi, il premier iracheno Iyad Allawi, notoriamente uomo della CIA, ha sostenuto pubblicamente: "quelli che non combattono con noi, si ritroveranno con dei terroristi". Il premier del "governo indipendente" nominato dall’amministrazione Bush ha continuato in questi termini: " i francesi si facevano l’illusione di poter restare fuori". Parole definite "inaccettabili" dal portavoce del Quai d’Orsay, Cecile Pozzo di Borgo. E’ noto che la Francia si è distinta per la netta contrarietà alla guerra americana in Iraq. Il gruppo terroristico, in cambio della liberazione dei giornalisti francesi, ha chiesto la impraticabile -e insignificante per l’Iraq- abolizione della legge sul velo in Francia.

In precedenza il gruppo aveva rapito il console iraniano a Garbala, Fereydoon Jahani chiedendo in cambio la liberazione di 500 prigionieri della guerra Iran-Iraq , prigionieri inesistenti secondo fonti indipendenti internazionali. E’ noto che anche l’Iran (come paese e come governo) è stato fortemente contrario all’invasione americana dell’Iraq. Il gruppo distintosi per rivendicazioni maldestre e assassini a tempo di record, ha rivendicato tra l’altro anche l’attentato contro Ahmad Chalabi che ritornava dall’incontro con l’influente leader moderato scita Grande Ayatollah Ali Sistani che si oppone all’occupazione. Chalabi è stato l’uomo del Pentagono ai tempi di Saddam con una paga mensile di 360,000 $. Ma subito dopo la cattura di Saddam, ha assunto posizioni indipendenti chiedendo a chiare lettere la fine dell’occupazione, definendo il ritorno dei ba’athisti -soluzione promossa dalla CIA- come il ritorno dei nazisti.

Chalabi con l’aiuto di cinque contabili indipendenti inglesi aveva avviato una inchiesta sulla gestione delle finanze irachene e sull’operato di Paul Bremer, allora governatore civile dell’Iraq, trovando spostamenti di ingenti somme dalle casse del ministero delle finanze iracheno verso le casse della CPA, gestite dallo stesso Bremer. Allora la CIA, assistita dagli uomini del Ba’ath, ha messo sotto sequestro gli uffici di Chalabi, accusandolo di aver fornito informazioni false sulle armi di distruzione di massa di Saddam e di aver passato informazioni riservate agli ayatollah di Teheran. In seguito, un giudice nominato da Paul Bremer, un certo al-Maleki -sconfessato dal presidente al-Yawar e dallo stesso ministro della giustizia irakeno- ha messo sotto accusa Chalabi per aver distribuito denaro falso.

Prima e dopo la caduta di Saddam si parlava di Chalabi come del premier designato dal Pentagono, ma viste le sue posizioni e dopo la vicenda di Abu Ghraib, per la quale il Pentagono di Rumsfeld è stato considerata responsabile, la CIA ha voluto ed ha potuto imporre un proprio uomo come premier e perciò ha fatto nominare Allawi, mettendo a suo fianco, come ministro della difesa, uno degli uomini più pericolosi e spregiudicati, un certo Hazim al-Sha’alan, versandogli sul conto londinese la somma di 8 milioni di $. Sha’alan è colui che - secondo gli osservatori locali, quel che si percepisce dagli eventi e certe prese di posizione - in realtà gestisce il gruppo terrorista dell’ "Esercito islamico dell’ Iraq", che non per caso punisce quasi esclusivamente quei paesi - Francia, Iran,... e quei personaggi come l’italiano Enzo Baldoni - che sono stati e sono contro l’invasione americana dell’Iraq.

H.al- Sha’alan, che si è distinto per l’estrema e ingiustificata violenza durante l’assedio del santuario dell’ Imam Ali a Najaf, è a capo di una squadra i cui personaggi di punta sono, tra gli altri: :
1- L’ex generale del Ba’ath, Mohammad al-Shahrani, già capo dei servizi e membro della CIA, colui che ai tempi di Saddam voleva organizzare un colpo di stato su ispirazione dell’agenzia di spionaggio americana.
2- Fallah Hasan Naghib, figlio del generale Hasan al-Naghib e attuale ministro dell’interno e membro della CIA.
3- Adnan al-Zorfi il governatore di Najaf, membro della CIA.

Secondo le voci provenienti da Baghdad e dintorni, che circolano nelle capitali medio orientali, Sha’alan e i suoi uomini di punta su ispirazione e indicazioni della CIA, che secondo gli analisti arriverebbero tramite vari intermediari, passano le direttive al "raggruppamento della difesa nazionale" - jamiyyat-e defa’ al-vatani- che a sua volta tramite altri intermediari fa arrivare le direttive al gruppo terrorista dell’" Esercito islamico dell’Iraq". al-Sha’alan che proviene da tribù di Khaza’el è stato sconfessato dagli stessi capitribù per aver versato troppo sangue iracheno per servire le forze d’occupazione e costruire un proprio potere.

Lui, che in varie occasioni si è distinto per eccessiva e ingiustificata violenza contro le forze -anche moderate- che si oppongono all’occupazione, ha lo stesso obiettivo di Allawi, il medesimo approccio, gli stessi padrini, soltanto con un ruolo diverso. A quanto pare, visto lo scandalo degli ostaggi francesi, la CIA sembrerebbe adesso aver l’intenzione di trasferire al-Sha’alan e qualcun altro della banda nell’"Oasi di pace" eterna per insabbiare tutto ed evitare che la verità venga a galla.

Mentre i francesi e diversi servizi segreti medio orientali hanno fatto arrivare un preciso messaggio ad al-Sha’alan e suoi uomini: la vita degli ostaggi è legata alla loro stessa vita.

http://www.megachip.info/modules.php?name=News&file=article&sid=3071