Iraq: Hezbollah prende distanze da sequestri ostaggi

Il movimento integralista sciita libanese Hezbollah, ritenuto responsabile di numerosi sequestri di occidentali durante la guerra civile che dal 1975 al 1990 insanguinò il Libano, e che di recente ha preso le distanze dal controverso ed anti-americano leader sciita iracheno Moqtada al Sadr, sembra adesso seriamente intenzionato a fare lo stesso con i gruppi sunniti iracheni che prendono ostaggi in Iraq.

Proprio ieri, infatti, il filo-iraniano ’Partito di Diò - voluto, appoggiato e finanziato da Teheran - in un comunicato apparso sulla stampa di Beirut ha lanciato un appello ai rapitori delle due cooperanti italiane di ’Un ponte per...’ sequestrate a Baghdad - Simona Torretta e Simona Pari -, sottolineando ciò che in questi ultimi anni le due donne hanno fatto a favore del popolo iracheno.

Nel documento si dice inoltre che «il rilascio delle due donne rappresenterebbe un segno di gratitudine per le centinaia di migliaia di italiani che hanno manifestato contro la guerra in Iraq e di incoraggiamento per le organizzazioni e le forze che sostengono i diritti della nazione araba».

Hezbollah ricorda quindi che le due giovani donne «fanno parte di un’organizzazione che si è distinta per le sue attività a favore della causa palestinese in particolare e di quella araba in generale e che ha addirittura inviato a Baghdad diversi suoi membri come ’scudi umanì nel tentativo di sventare un attacco militare americano contro l’Iraq».

Per di più, prosegue il comunicato di Hezbollah, le due italiane hanno «contribuito alla realizzazione delle cerimonie per commemorare il massacro di Sabra e Chatila», i due campi profughi palestinesi alla periferia Sud di Beirut dove - durante l’invasione israeliana del Libano nel 1982 - miliziani cristiani massacrarono oltre un migliaio di palestinesi, per lo più donne, vecchi e bambini. SDA-ATS

http://www.swissinfo.org/sit/Swissinfo.html?siteSect=143&sid=5205642