Home > Iraq: la guerra illegale

Iraq: la guerra illegale

Publie le venerdì 24 settembre 2004 par Open-Publishing
1 commento

di Furio Colombo

Di fronte a 64 Capi di Stato e centinaia di Primi ministri e ministri degli Esteri del mondo, Kofi Annan, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha affermato con parole dure e nette che la guerra in Iraq è fuori dalla legalità internazionale. Lo ha detto in modo solenne, dichiarando aperta la Cinquantanovesima Assemblea Generale, dunque con l’intenzione di dare alla sua dichiarazione il senso più ampio, più politico, più drammatico possibile.

Il presidente Bush, che è salito al podio dell’Assemblea subito dopo Annan, non ha potuto che parlare d’altro, chiedendo in modo generico “maggior sostegno dell’Onu”. Delle parole di Kofi Annan, Bush dovrà rispondere al suo Parlamento, alla sua opinione pubblica. Soprattutto, fra poco, ai suoi elettori.

Ma l’accusa di Kofi Annan riguarda anche gli altri Paesi che si sono lasciati coinvolgere dalla guerra illegale. Possono i nostri Carabinieri restare parte attiva e operativa di una situazione illegale? Possono le nostre Istituzioni, cui spetta il compito di rappresentare il Paese unito in momenti drammatici, constatare che siamo fuori dalla legalità internazionale senza trarne le conseguenze?

La domanda è importante perché, per quanto riguarda il coinvolgimento italiano in questa tragica guerra, tutto è stato fatto, e presentato agli italiani, - Parlamento e Paese - in forme altamente simboliche. È stato detto “missione di pace” mentre infuriava (e adesso infuria di più) una guerra, per dare un segnale benevolo. Si è insistito sul non-combattimento benché le truppe italiane siano state messe sotto il comando di unità combattenti inglesi e americane, per non violare l’articolo 11 della Costituzione che dice «L’italia ripudia la guerra». E si è aggiunto e precisato ogni volta che il contingente italiano agiva “nell’ambito e su mandato delle Nazioni Unite”.

Ora il Segretario Generale ha fatto chiarezza di fronte all’Assemblea Generale. Ha detto che tutto ciò che accade in Iraq è fuori dalla legalità internazionale e la viola. Ha denunciato come illegale sia la decisione politica che l’operazione militare. L’Italia è - con i suoi soldati - parte della operazione militare. Ma, ci hanno ripetutamente spiegato Berlusconi, Martino e Frattini, è anche partner politico. Dunque il giudizio decisivo dell’unica autorità competente a stabilire che cosa avviene davvero “nell’ambito e su mandato dell’Onu”, rivela definitivamente che la manovra politica di Berlusconi - che ha offerto soldati italiani alla guerra in Iraq - non ha alcuna garanzia dell’Onu. Quella garanzia non c’è, e adesso è stato detto in modo inequivocabile. Impossibile continuare a non prendere atto della fine, dichiarata in modo pubblico e solenne, di una clamorosa finzione.

http://www.unita.it/index.asp??SEZIONE_COD=&TOPIC_ID=37970

Messaggi