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Iraq, no di Sadr al governo.Allawi gli dà ultima chance
Publie le giovedì 19 agosto 2004 par Open-PublishingIl leader sciita Moqtada al-Sadr ha respinto le richieste del governo di porre fine alla rivolta che capeggia, mentre il primo ministro ad interim iracheno Iyad Allawi ha risposto porgendo un’ultima chance per il disarmo, in un altalenarsi di affermazioni e smentite sull’andamento delle trattative per la soluzione della crisi di Najaf, mentre nella città santa sono ripresi violenti scontri.
"E’ estremamente chiaro che respingiamo (le richieste del governo)", ha detto lo sceicco Ahmed al-Sheibani — stretto collaboratore di Sadr e comandante dell’armata Mehdi — ai giornalisti all’interno del mausoleo dell’Imam Ali, dove Sadr e i suoi miliziani sono ancora asserragliati.
Dichiarazioni a cui Allawi ha risposto più tardi rivolgendo un "appello finale" al leader religioso radicale perché disarmi le sue milizie e abbandoni i luoghi sacri nella città di Najaf.
"Questo è per loro l’ultimo appello al disarmo, a lasciare il tempio sacro, a impegnarsi in un lavoro politico e a prendere in considerazione gli interessi della madrepatria", ha detto Allawi in una conferenza stampa a Baghdad.
Nel frattempo, colonne di fumo nero si erano levate in cielo nei pressi del mausoleo dell’Imam Ali poco dopo che Sadr ha reso noto il suo no alle richieste del governo iracheno.
Aerei da guerra e carrarmati Usa hanno colpito la zona attorno al tempio.
In un’altra zona, tre colpi di mortaio hanno colpito una stazione di polizia, uccidendo sette persone e ferendone altre 21, secondo quanto detto dalla polizia.
In precedenza il leader sciita aveva detto di voler negoziare un accordo con il governo per trovare una soluzione alla crisi che da oltre due settimane sta infiammando la città meridionale del Paese.
In mattinata il governo iracheno aveva minacciato Sadr, dicendo che avrebbe messo in atto un raid militare se il religioso non avesse acconsentito alle richieste che prevedevano che abbandonasse la violenza e che consegnasse le armi.
Il segretario di Stato Kasim Daoud aveva detto — visto che il governo era ricorso a tutti i mezzi pacifici per persuadere Sadr — di essere intenzionato a trovare una soluzione militare qualora il leader religioso non avesse voluto deporre le armi e lasciare il mausoleo dell’Imam Ali nella città di Najaf dove è asserragliato assieme ai suoi miliziani. (Reuters)