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Italiane rapite.Emergency:cessi occupazione militare in Irak
Publie le martedì 7 settembre 2004 par Open-PublishingITALIANE RAPITE/ EMERGENCY: NON DISTINGUONO GOVERNO DA ITALIANI
07/09/2004 - 19:31
"E’ un crimine. Ma occupazione militare deve cessare"
Roma, 7 set. (Apcom) - "Il sequestro di Simona Torretta e Simona Pari è innanzitutto un crimine e rappresenta un motivo di angoscia per la condizione nella quale si trovano queste due persone". E’ la premessa di Emergency che, in una nota, punta il dito sul Governo italiano: "Presso consistenti strati di iracheni che in forme diverse, anche criminali, si oppongono all’occupazione militare del loro paese, la responsabilità dei governi coincide con la responsabilità di tutti i cittadini dei paesi occupanti. È venuta meno la distinzione tra i milioni di italiani che hanno osteggiato la guerra e chi l’ha voluta e la conduce".
"Questa incapacità e questo rifiuto a distinguere - porsegue la nota dell’organizzazione fondata da Gino Strada - sono stati favoriti dalla totale, esibita indifferenza del governo di fronte alla volontà di pace e alla richiesta di rispetto della Costituzione. Chiedendo che cessi immediatamente la partecipazione dell’Italia all’occupazione militare dell’Iraq, chiediamo semplicemente il ripristino della legalità internazionale".
"Ribadirlo con forza in questa circostanza - conclude la nota di Emergency - non è ’cedere a un ricatto criminale’, come stoltamente troppi dicono, ma è ’cedere’ alla Costituzione, al diritto internazionale, all’umanità. Tra l’angoscia per la sorte di due nostre concittadine e il rifiuto di una politica distruttiva e violenta non c’è una relazione strumentale, ma una sostanziale, assoluta coincidenza".