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Kerry d’accordo comunque con la guerra irachena. E Bush ringrazia

Publie le martedì 10 agosto 2004 par Open-Publishing

di red.

«Grazie, John», firmato George W. Bush. Dicono le agenzie di stampa che fosse ironico e raggiante il presidente americano quando, martedì pomeriggio ad un comizio a Pensacola, in Florida, ha ringraziato il suo rivale Kerry per aver ribadito il suo appoggio alla guerra in Iraq. «Kerry riconosce che andare in Iraq è stata una decisione giusta e sono felice che il senatore sia d’accordo con me. Ringrazio Kerry per avere chiarito la propria posizione» ha replicato Bush davanti ad una piccola folla di elettori Repubblicani.

Qualche ora prima il senatore nonché candidato democratico alla Casa Bianca John Forbes Kerry aveva detto ai giornalisti mentre si trovava in Arizona in una sua tappa del tour elettorale che avrebbe comunque votato a favore della guerra in Iraq anche se si fosse saputo che non c’erano armi di distruzione di massa. «Si, avrei votato comunque per dare questa autorizzazione al presidente, è giusto che un presidente in certi casi la abbia ma deve saperla usare con efficacia», avrebbe detto Kerry secondo quanto riportato dalle agenzia di stampa.

Apparentemente, dunque, per Kerry non è tanto il merito, quanto l’efficacia di una guerra. Tuttavia ha precisato che se sarà eletto presidente conta di ridurre significativamente la la presenza militare americana in Iraq nel giro di sei mesi. «È ovvio che dipende da come andranno le cose ma vorrei coinvolgere più gente in questo sforzo e sono certo che in questo saprei fare meglio del presidente Bush», ha continuato. Kerry non ha voluto precisare se paesi arabi e europei in privato gli abbiano già promesso di partecipare più attivamente alla ricostruzione dell’Iraq e alla salvaguardia della sicurezza.

Naturalmente Bush, che è in estrema difficoltà nei sondaggi proprio a causa della guerra irachena, ha colto la palle al balzo ed ha approfittato subito dell’insperato appoggio del suo avversario. Come fa ormai quotidianamente, il presidente degli Stati Uniti ha difeso l’intervento militare, perché «siamo tutti più sicuri da quando Saddam Hussein si trova in fondo a una cella». Per Bush «anche se le armi di distruzione di massa non sono state trovate, intervenire in Iraq è stata la cosa giusta, perchè Saddam aveva la capacità di produrle e avrebbe potuto trasmettere questa capacità a terroristi. Non potevamo prendere un rischio di questo tipo dopo l’11 settembre» ha detto.

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