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L’angosciante silenzio, le bandiere della pace e le esternazioni di Fini
Publie le domenica 19 settembre 2004 par Open-Publishingdi Articolo 21
Il movimento pacifista sfila per le città italiane. Un sio web afferma: liberati i due ostaggi francesi"
Da una parte le notizie sui giornalisti francesi, ormai da trenta giorni ostaggi dell’esercito islamico. Per loro si afferma una liberazione già avvenuta. Georges Malbrunot e Christian Chesnot, ma afferma che «sono già liberi ed esercitano il loro mestiere», «filmeranno e copriranno le operazioni della resistenza, durante un certo periodo di tempo, la cui durata rimarrà segreta per ragioni di sicurezza. Dopo di che divulgheranno al mondo la realtà di quanto accade in Iraq». Dall’altra il silenzio per le due Simone. Un silenzio che, giorno dopo giorno, dienta sempre più angosciante. Intanto l’Italia manifesta per loro e per l’Iraq. E poi le dichiarazioni di Fini: i pacifisti sono come Ponzio Pilato.
«Questo lungo silenzio ci dà ancora più angoscia». La famiglia di Simona Torretta, la cooperante di 29 anni rapita in Iraq, ha poca voglia di parlare, anche perchè di notizie da commentare non ce ne sono. «Questa lunga attesa, non finisce mai - afferma Laura, una delle sorelle di Simona - e ormai sono parecchi giorni che non si sa nulla. Posso solo dire che spero finisca presto questa attesa». «Più passano i giorni e più mi sento agitato». È il breve commento fatto ai cronisti da Luciano Pari, padre ddell’altra Simona. Il padre della ragazza non ha voluto aggiungere altro, ma le poche parole spiegano bene come l’assenza di notizie sulla sorte della figlia stia aumentando di giorno in giorno la preoccupazione della famiglia.
Intanto questa mattina nel corso di un incontro a Palazzo Baracchini con il Ministro della Difesa Antonio Martino, l viceministro Al-Bayati - secondo quanto informa il Ministero della Difesa ha espresso «Ferma condanna» per il sequestro in Iraq di Simona Pari e Simona Torretta. Il viceministro Al-Bayati ha, inoltre, confermato «il massimo impegno, come già assicurato dal Presidente iracheno Al Yawar nel corso della recente visita in Italia, per una positiva soluzione della vicenda. Nel corso dell’ incontro, Al-Bayati ha tracciato «un quadro rassicurante nel medio periodo delle prospettive del suo Paese, indicando anche, a tale fine, l’esigenza che prosegua e si rafforzi il sostegno della comunità internazionale all’azione del Governo iracheno».
Ma oggi l’Italia della Pace ha manifestato per le due Simone.
Un «nuovo, pressante appello» per la liberazione di Simona Torretta e Simona Pari è stato lanciato oggi a Roma da Mohamed Nour Dachan, presidente dell’ Unione delle Comunità ed Organizzazioni islamiche in Italia, che ha partecipato ad una manifestazione della massoneria del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. «Chiedo a quanti trattengono Simona Pari e Simona Torretta - ha detto Mohamed Nour Dachan, secondo quanto reso noto dagli organizzatori della manifestazione - di liberare subito le due donne, di far cessare l’ angoscia dei loro familiari, di non proseguire in un’ azione che danneggia ulteriormente il popolo iracheno".
Alcune centinaia di persone hanno partecipato oggi in piazza San Babila a Milano a una manifestazione indetta dal Comitato Milano per la Pace per chiedere la liberazione delle due volontarie italiane e dei due iracheni rapiti a Bagdad. Un cittadino iracheno durante la manifestazione ha letto in arabo un appello per la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta, e sono stati esibiti decine di cartelli per chiedere il ritiro immediato delle truppe dall’Iraq, per dire «Basta alla guerra».
Chitarre e tamburelli, bandiere e striscioni bianchi con su scritto «Liberate la pace» hanno accompagnato le centinaia di persone, tra cui molti bambini, che hanno manifestato oggi pomeriggio a Genova per chiedere la liberazione delle due italiane e degli altri rapiti a Baghdad e dire «stop subito» ai bombardamenti su Falluja e su tutte le città irakene. Il corteo variopinto e pacifista è partito alle 18 da piazza Raibetta, nel centro storico, per raggiungere piazza De Ferrari e poi il Ponte monumentale, in via XX Settembre, dove sono state accese fiaccole e calate le bandiere della pace. Alla manifestazione hanno partecipato, secondo la polizia, circa trecento persone, tra cui molti rappresentanti di associazioni pacifiste. Tra questi c’ era Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il giovane ucciso durante il G8".
Contro i pacifisti, invece, il vice Premier Gianfranco Fini. «Vi invito ad una mobilitazione per la pace contro il pacifismo che è una caricatura della pace. Ponzio Pilato fu il primo pacifista della storia. Quello che se ne lavò le mani». Lo ha detto rivolgendosi alla platea dei militanti di Azione Giovani che hanno invitato il leader di Alleanza Nazionale ed altri esponenti di governo alla loro festa a Roma. «La pace non si conquista sventolando bandierine, ma portando avanti una politica autenticamente pacificatrice -ha detto Fini- l’alternativa al terrorismo è questa, non è il pacifismo». «Nei confronti del terrorismo -ha proseguito Fini- non può e non ci deve essere alcun tipo di giustificazione. Per fortuna anche a sinistra hanno aperto gli occhi e hanno capito che per i terroristi non ci sono buoni o cattivi».
«Le dichiarazioni di Fini contro i pacifisti sono gravissime e irresponsabili: il vicepremier si vergogni e si scusi pubblicamente, o si dimetta». Lo ha affermato il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. Per Pecoraro le affermazioni di Fini «sono doppiamente gravi in quanto rilasciate in piena emergenza terrorismo e ostaggi, suonando come una incitazione alla guerra contro i pacifisti, peraltro già particolarmente colpiti dal barbaro omicidio di Enzo Baldoni e dal rapimento di Simona Pari e di Simona Torretta. Nemmeno Bush nella sua versione più fondamentalista è arrivato a tanto - prosegue Pecoraro - se Fini non riesce a mantenere la calma in un momento così delicato, farebbe bene a dare le dimissioni». «Di fronte a queste irresponsabili affermazioni, è sempre più necessaria una grande mobilitazione contro la guerra - conclude il leader dei Verdi - e contro questo governo che non solo ha trascinato l’Italia nel pantano iracheno, ma che ora vuole addirittura mobilitarsi contro i pacifisti».
«Le pesanti accuse lanciate da Gianfranco Fini contro il pacifismo, sarebbero parole irresponsabili pronunciate da chiunque, ma assumono una gravità se possibile ancora maggiore soprattutto perchè pronunciate dal vicepresidente del Consiglio». Lo sottolinea invece Marco Rizzo, eurodeputato dei Comunisti Italiani. «A detta di Fini, infatti, per la lotta al terrorismo sarebbe necessario mobilitarsi contro il pacifismo -prosegue Rizzo- che è una caricatura della pace, mentre servirebbe una politica pacificatrice. Sia onesto con se stesso Fini. L’Iraq è un inferno devastato da scontri, bombardamenti, omicidi, rapimenti. Alcune zone sono totalmente fuori controllo. Sarebbe questa una politica pacificatrice? Le parole di Fini sono ingiustificabili, pericolosissime e gravemente irresponsabili».