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L’ intervista Boato: «Un plauso alla procura tra mille difficoltà ha lavorato bene»

Publie le giovedì 4 marzo 2004 par Open-Publishing

Genova Un plauso per la procura genovese che, «in mezzo a grandi difficoltà
tecnico-giuridiche e politiche, è riuscita a fare un buon lavoro».
«Ricordiamoci tutti, però che solo le sentenze finali ci dicono se qualcuno
è colpevole o meno. Prima, qualsiasi indagato resta non colpevole. E
sottolineo che solo una commissione parlamentare d’inchiesta potrebbe
risalire alle responsabilità politiche di una gestione così deleteria dei
giorni del G8».

Marco Boato, parlamentare verde, ex Lotta continua, noto per le sue
posizioni "garantiste" in tema giudiziario, sostenitore della linea del
sindaco di Genova Pericu che ha costituito il Comune come parte civile nel
processo contro 26 ragazzi accusati di devastazione, plaude ai magistrati
genovesi dopo la notizia sugli avvisi e i rinvii a giudizio a carico degli
agenti di polizia sui casi della Diaz e di Bolzaneto.

Boato, le inchieste sui poliziotti per le vicende del G8 vanno avanti a
pochi giorni dall’inzio dei processi contro i 26 no global.
«Evidentemente la procura genovese ha applicato gli stessi criteri per i
vari filoni d’inchiesta. Che poi sono quelli dello Stato di diritto.
L’azione penale è obbligatoria. Durante il G8 sono stati commessi, da una
parte marginalissima dei ragazzi che sono scesi in piazza, dei reati: la
procura aveva il dovere di cercare e perseguire i responsabili».
Adesso tocca agli agenti...

«Vale lo stesso principio. L’individuazione delle responsabilità penali è
obbligatoria anche per quei fatti molto gravi, da qui le gravi imputazioni,
accaduti alla Diaz e a Bolzaneto. Quei fatti che a livello politico abbiamo
cercato di analizzare in Parlamento: io sono stato relatore di minoranza,
ma all’epoca centrodestra disse che la colpa era tutta dei no global,
mentre si mostrò molto "giustificazionista" nei confronti delle forze
dell’ordine. Si sono dimenticati che la polizia deve far rispettare la
legge, non violarla. Oggi chiediamo ancora quella commissione, ma il Polo
appare sordo».

Lo ha detto lei: le accuse contro le forze dell’ordine sono pesantissime.
«Fino a prova contraria, fino all’accertamento di un’eventuale
responsabilità, deve restare la presunzione di non colpevolezza. Ripeto:
basta applicare lo Stato di diritto. Quindi un’accusa e una difesa, un
giudice terzo. Così sta succedendo a Genova. Accertare i fatti non è solo
doveroso: è auspicabile per fare in modo che quei giorni non tornino più».
In questo caso la procura di Genova come si è comportata, secondo lei?
«Sono spettatore da lontano, ma da quello che si capisce penso si possa
dare un giudizio molto positivo per come ha operato questa procura in tutte
le difficoltà che ha incontrato. Non dimentichiamo che il governo
Berlusconi ha detto più volte che alla Diaz e a Bolzaneto non era successo
nulla. Che gli unici "sistemi" usati dai poliziotti erano stati quelli per
dividere maschi da femmine».

E invece?

«Invece, nonostante queste pressioni, la procura è andata avanti. Ci sono
state le inchieste, gli accertamenti, gli avvisi. Ora si va a processo. Si
capirà se ci sono responsabilità penali».
Per quelle politiche?

«E’ innegabile che il governo non ha ancora risposto sul ruolo politico che
diversi suoi membri e altre personalità del centrodestra a Genova in quei
giorni hanno ricoperto. Siamo daccapo: solo una commissione parlamentare
può capire quale indiscutibile peso ha avuto Gianfranco Fini in quei giorni».
Per la commissione non ci sono speranze...

«Direi di no. Gli stessi uomini che in tutta fretta hanno voluto studiare
la bufala Telekom Serbia, sul G8 non ci sentono».