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L’ombra dell’uranio impoverito sulla morte del caporale Valery

Publie le giovedì 5 febbraio 2004 par Open-Publishing

Il caporale, 27 anni, si era ammalato di ritorno dalle missioni
nella ex Jugoslavia. Era stato abbandonato a se stesso
L’ombra dell’uranio impoverito sulla morte del caporale Valery
Nessuna risposta agli appelli degli amici e alle interrogazioni
parlamentari su una vicenda che rimane oscura

CAGLIARI - E’ stato tutto inutile. Le lettere al Presidente della
Repubblica, l’interrogazione parlamentare di un deputato dello Sdi, il
tentativo di consegnare una petizione al ministro della Difesa perché
qualcuno di occupasse di lui. E infine il tam tam degli amici su
Internet. Valery Melis, 27 anni, caporale dell’esercito italiano,
ridotto su un lettino da un male che uccide, il linfoma di Hodgkin, è
morto ieri sera tardi nell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

Il forte sospetto è che la sua malattia sia stata conseguente
all’inalazione di polveri radioattive, si parla di uranio impoverito.
Melis, aveva partecipato alle missioni di pace in Bosnia e Macedonia.
Tornato a casa si era ammalato.

Era stato sottoposto a Milano al trapianto delle cellule staminali
donate dalla sorella, ma il 23 gennaio le sue condizioni si sono
aggravate costringendolo al ricovero in ospedale, in rianimazione.

Ma l’accusa che pesa sui vertici militari è quella di averlo abbandonato
a se stesso, di non averlo aiutato a combattere la malattia, a far
fronte alle spese per le cure. "Nessun militare è mai venuto a
trovarmi", raccontava Valery dopo la scoperta della malattia,
diagnosticatagli nel 1999, al rientro dall’ultima missione di quattro
mesi in Macedonia. "Nessuno che mi dicesse: stai tranquillo ti stiamo
vicini". Il suo caso era stato denunciato anche da un amico, il tenente
Cristiano Pireddu, con lettere a quotidiani e tv. Pireddu era stato
sospeso dal servizio.

Sul suo caso il deputato di Forza Italia Piergiorgio Massidda aveva
presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri
alla Difesa e alla Salute. "Sembrerebbe che Valery Melis sia stato
completamente dimenticato dalle istituzioni", scrive il parlamentare
sardo, "e lasciato solo a combattere contro la terribile malattia, senza
adeguati contributi economici da parte dello Stato. Ancora oggi al
militare non sarebbe stata riconosciuta la causa di servizio.
Addirittura gli sarebbe stato inizialmente sospeso lo stipendio, mentre
i rimborsi per le cure mediche sarebbero stati assolutamente inadeguati".
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Ancora ieri Enrico Buemi (Sdi), aveva rivolto un’interrogazione al
ministro della Difesa. "I militari ammalati dopo la missione in Kosovo
hanno il diritto di ricevere aiuto dallo stato. E tutti i cittadini
italiani hanno, inoltre, il diritto di avere le necessarie informazioni
su quanto successo nell’ex Jugoslavia.
Perché si stanno ammalando i militari? Quali armi sono stati utilizzate
nei Balcani?"

Per domani sera alle 20 in piazza Yenne a Cagliari i suoi amici avevano
già organizzato una fiaccolata per contestare chi lo ha dimenticato Nei
giorni scorsi, una manifestazione analoga era stata "sedata" con
l’intervento della polizia.

http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/cronaca/caporale/caporale/caporale.html