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LA PALUDE DI VELTRONI E LE POLITICHE SOCIALI COME SABBIE MOBILI

Publie le mercoledì 4 agosto 2004 par Open-Publishing

Nel 2001 il Sindaco Veltroni nella nomina dei suoi assessori fece un’operazione di stampo democristiano.
Per compiacere alla Curia che si aspettava una nomina d’area alle Politiche sociali insedia in quell’Assessorato Raffaela Milano, figlia di Emanuele Milano. Emanuele Milano è direttore di SAT 2000 emittente di riferimento della Conferenza Episcopale Italiana. Inoltre la Milano è legata alla Comunità di S. Egidio e al Tribunale del Malato.

Non a caso l’assessore finanzia borse di studio ad Ateneo Impresa di derivazione confindustriale dove insegnano personaggi del Tribunale del Malato. Non a caso affida indagini sulle RSA al Tribunale del Malato
Insomma una figlia di papà che comincia a spostare il welfare cittadino: più volontariato in sostituzione dei servizi, meno decentramento, più licenziamenti selvaggi e più sponsor commerciali.

Veltroni si assicurava così gli appoggi alla sua giunta di varie componenti dell’associazionismo cattolico e delle testate giornalistiche collegate al padre della Milano.

Attraverso D’Erme riuscirà ad unire il diavolo e l’acqua santa tenendo a bada così le potenziali critiche dei disobbedienti alle Politiche del suo Assessore Milano. Un assessore che dovrebbe essere rinominato come assessore "al Volontariato".

Con la Milano i primi danni: chiude il centro di Pronta accoglienza del Protettorato San Giuseppe. 8 educatrici e una cuoca vengono licenziate. Alle educatrici che si rivolgono a lei l’assessora stringe le spalle e consiglia di fare una cooperativa.

In quello stesso anno viene licenziato un operaore della cooperativa Il Cigno che è anche Rappresentante per la Sicurezza. Una catena di licenziamenti che non si ferma più: Alessandro viene licenziato dalla cooperativa San Pietro e Paolo, Luciano viene licenziato dalla cooperativa Obiettivo 2000, Gladis viene licenziata dalla cooperativa Il cigno, 20 operatori occupano la casa dei diritti sociali perchè non ricevono lo stipendio da sei mesi.

In questi gironi un altyro licenziamento selvaggio dalla cooperativa Il cigno.

Nel 2003 muiono a Roma per il caldo e la solitudine il 50% in più di anziani rispetto agli anni precedenti ma la Milano, forte dei suoi agganci televisivi e mediatici presenta fino alla fine di agosto dati contraffatti smentiti poi dall’Istituto Superiore di Sanità.

Riesce a farla franca e a continuare le sue politiche di accentramento di risorse e decisioni. Decide di trattenere il 12% dei fondi concessi dalla Regione Lazio per il finanziamento dei Piani di Zona Municipali. Con i suoi collaboratori spende e spande per progetti sperimentali, finanzia servizi e progetti per i quali si autocontrolla e si autoverifica.

Tesse una trama democristiana per sottrarsi a possibili belligeranze della CGIL attraverso il suo braccio destro proveniente dallo SPI CGIL. Come suo collaboratore trattiene Federico Bonadonna, figlio dell’Assessore regionale di RC. Da il contentino ai disobbedienti attraverso tavoli sociali sulle palazzine occupate.

Intanto mazzola con le sue politiche filodatoriali, di ghettizzazione del disagio di compressione dei diritti dei lavoratori attraverso una delibera di accreditamento senza contrappesi.

Il 5 luglio scorso, di fronte alle proposte emendative della Commissione Politiche sociali sulla delibera di accreditamento degli enti, ha posto il veto contro la posizione stessa dei consiglieri di maggioranza rinviando ogni discussione.