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Dazibao Internazionale Elezioni-Eletti
di Viviana Vivarelli
E’ grottesco che non ci sia nessuno in America che faccia autocritica sul farraginoso e pessimo sistema elettorale americano, un sistema che e’ del 1792, come se il mondo non fosse cambiato, il 1792, quando fare un viaggio a Washington era gravoso per le strade, la neve, il tempo... per cui ogni stato nominava i delegati che andassero la’ a votare per il presidente. Un un sistema vecchio di 212 anni e che funziona da schifo per un paese che pretende di epsortare il suo progresso e la sua democrazia nel mondo!?!
La prima cosa che spaventa e’ che gli americani sono totalmente ignoranti di come la democrazia sia gestita altrove e magari meglio. Una specie di accecamento vanaglorioso e di attaccamento provinciale esclude ogni confronto e ogni progresso. Un conservatorismo pesante e ottuso blocca ogni rinnovamento. In fondo siamo sempre al telefilm ’La casa nella prateria’, il tempo e’ passato per il mondo intero ma non per gli yankees, che sono ancora nelle li’ nelle piccole chiese fondamentaliste fatte di assi di legno, con le loro piccole beghe da saloon.
Questo arresto del tempo, se e’ ovvio nella sconfinata piaga dell’analfabetismo culturale della masse, resta un enigma spiacevole quando si parla di docenti delle prestigiose universita’, di costituzionalisti o magistrati o politici illuminati, che pure ci saranno. Non solo questa vecchia America provinciale e beghina difende puntigliosamente se stessa come un meglio che non si puo’ migliorare, non solo si pregia di ignorare il resto del mondo, ma ogni stato vive chiuso in un ancora piu’ stretto provincialismo elefantiaco e ogni uomo e’ infine ristretto nelle usanze della sua country con un orizzonte mentale bassissimo e di piccolissimo spessore. Questo provincialismo l’americano medio se lo porta dietro anche all’estero, come faceva l’uomo inglese nel Commonwealth, che almeno qualche sostrato culturale lo aveva.
A noi sembra inconcepibile che una grande potenza, che si vanta di esportare la propria democrazia nel mondo come un non plus ultra, non abbia nemmeno il concetto del voto come diritto-dovere. Insomma: la democrazia si basa principalmente sul voto e tutto quello che riguarda il voto decide il grado della democrazia stessa. Per noi e’ normale pensare che ci debbano essere elenchi elettorali, registrazioni esatte sul numero degli elettori e ci sembra legittimo che ognuno abbia come diritto inderogabile il suo certificato elettorale, che comprova la sua capacita’ democratica attiva, e sia messo nelle condizioni piu’ favorevoli per usarlo, ricevendo dallo stato ogni aiuto in questo. Vedremmo come una grave lesione fatta ai principi fondamentali della democrazia ogni limite o abuso sul diritto di voto, in America no. La democrazia e’ un optional, o un colpo di culo, come vincere una lotteria. Quest’anno mi e’ andata bene, voto.
In USA manca perfino una anagrafe della popolazione, non sanno nemmeno quanti sono i cittadini di diritto, come in Brasile, e poi vogliono far fare le elezioni in Irak!? Ci sono 3066 contee, ognuna fa i propri elenchi elettorali come le pare, nei modi piu’ vari, secondo i placet dei boss di turno e nessuno e’ garantito di niente. Che bei cittadini!!!
La nostra Costituzione prevedeva addirittura che, in caso di non esercizio del voto, si scrivesse d’ufficio sui documenti di riconoscimento: ’non ha votato’, come una valutazione negativa che indicasse il cattivo uso di un diritto-dovere, perche’ il diritto che ognuno di noi ha e’ un dovere verso la comunita’ totale. Poi questa cosa e’ decaduta, per disapplicazione.
In USA non ci sono registri elettorali, nessuno sa quanti sono gli elettori attivi interni o all’estero, si fanno censimenti ogni dieci anni senza aggiornamenti, le percentuali di votanti sono del tutto arbitrarie proprio perche’ il numero degli elettori potenziali nessuno lo sa. E dunque e’ un po’ a caso che si dice: il 40% non ha votato. Il 40% di cosa? E poi: il 40%???!!!! E vengono fuori presidenti che sono votati dal 30% degli elettori. Il 30%!?!? E la chiamano democrazia? cioe’ governo del popolo?!?
Il voto non e’ un diritto, e’ una ’opzione’, che si attiva solo se l’americano chiede, sua sponte, il certificato elettorale, ma per averlo ogni stato ti fa un esame in modo diverso o ti costringe a superare prove che per i meno colti sono impossibili e ti bocciano prima di cominciare (un tempo bastava essere nero, o non pagare un tot di tasse o essere analfabeta per essere out), ora i motivi per cui questo certificato non ti viene dato sono infiniti, basta una multa per eccesso di velocita’, o essere stato iscritto ’per errore’ in una lista di non aventi diritto (ci sono migliaia di questi errori!), ma non sono previsti tempi celeri di correzione, oppure semplicemente l’amministrazione puo’ mandarti la scheda in ritardo o puo’ non indicare il seggio presso cui devi andare per cui sarai costretto a girare a caso all’infinito (come succede ogni volta).
In USA non vota chi ha subito condanne anche piccole ed e’ impensabile che voti un handicappato, un povero o anche un dipendente che non puo’ lasciare il lavoro per l’unico giorno prescritto, e ogni contea ha elenchi di motivi diversi di non voto, a volte basta un giorno di carcere, mentre da noi votera’ Tanzi e, se continua cosi’, anche Brusca, in USA sarai costretto a 5, 6 ore di fila per la scarsita’ del personale al seggio, o dovrai andare in un luogo molto lontano per cui dovrai chiudere la tua attivita’ o perdere la tua occupazione. Certo, puoi votare per posta, sempre che tu sia riuscito ad avere il tuo certificato per tempo, pero’ nessuno sa quanti sono gli elettori all’estero, forse 3 milioni, nessuno ci ha spiegato come vota il soldato in Irak, e poi la posta e’ lenta e la maggioranza delle lettere arrivera’ troppo tardi (immagina le poste irachene, che gia’ quelle italiane...) e nessuno ti dara’ la sicurezza che sara’ conteggiata nel modo giusto o che qualcun altro invii il tuo voto per te o scambi il suo col tuo (Bush ha scambiato le lettere dei marines alle famiglie, e dunque...!), non sono previste garanzie o riscontri, il tuo voto postale non avra’ garanzie, e nemmeno sarai garantito dai sistemi elettronici, di cui dicono che avessero gia’ un 2000 voti per Bush prima di iniziare, come i tassametri dei nostri taxi che partono avvantaggiati, insomma 2000 voti qua e 2000 la’....tutto il sistema sembra predisposto non all’esercizio della democrazia, ma al suo boicottaggio.
E poi... il groviglio degli strumenti elettorali, per scheda, per punzonatura, elettronico...spesso anche multipli nello stesso seggio, tali da evitare a priori riconteggi o verifiche contro presunti brogli o errori.
Che non solo in tutta la confederazione ma addirittura nello stesso stato e nello stesso seggio non si sia avvertita la necessita’ di un sistema elettorale unico, pratico, semplice, riscontrabile (e sopratutto dopo gli ultimi brogli) e’ cosa che sembra orribile e la dice lunga sulla pretesa modernita’ degli americani e sul loro pragmatismo. Piu’ che di progresso si fa prova di una protervia greve e rozza, un conservatorismo contadino stolto e duro, una volonta’ di perpetuare se stessi financo negli errori.
Quando poi si passa a valutare il doppio turno c’e’ da mettersi le mani nei capelli. Il voto non misura affatto la volonta’ popolare ma e’ filtrato dai grandi elettori in modo capzioso. Ci sono stati dove i voti se li cucca l’unico candidato di maggioranza e gli altri si buttano via, come a dire che se vivi in Sicilia, tanto vince la mafia, puoi anche non andare a votare, non sarai mai rappresentato.
Proiettate questo guazzabuglio in uno stato europeo qualsiasi, immaginate una Italia dove per eleggere il boss unico di riferimento si ripeta l’esperienza americana, dove ogni regione-stato abbia sistemi di voto diversi, ostacoli l’esercizio di voto e uno, solo per avere il certificato elettorale, debba superare una gimkana di ostacoli e di prove tecnico-intellettuali-fiscali, si voti di giovedi’, non sia pagato il viaggio per andare nella tua sede, tu possa votare per corrispondenza (hai in mente le poste italiane e i controllori italiani?), si lasci libera la mafia di coercire la popolazione a piacere, si costringano gli elettori anche vecchi o handicappati a stare sei ore in coda magari sotto pioggia o neve, li si faccia votare con una decina di sistemi diversi o anche su pc con software taroccato, in un solo giorno (Bianco ci provo’ e fu il caos), ma poi possano votare non per il parlamento, bensi’ per un tot di rappresentanti per regione dati un po’ a caso, per cui la Sicilia ha 40 grandi elettori ma l’Emilia solo 4 e la Padania 400, indipendentemente dalla popolazione, in base a criteri del 1792 (e qui magari lo stato Vaticano avrebbe piu’ elettori di tutti) e ogni regione decida poi se questi 40 e questi 4 o questi 400 dovranno votare in proporzione del voto ricevuto, oppure se i 400 di maggioranza della Sicilia voteranno come un sol mafioso...
Ma questa non e’ democrazia, e’ un casino.
Messaggi
1. > LA PESSIMA DEMOCRAZIA AMERICANA, 5 novembre 2004, 19:52
Concordo pienamente! Ke tristezza...