Home > LETTERA SUL 20 MARZO E DINTORNI
La situazione politica attorno al movimento per la pace si è fatta grottesca.
Vorrei porre le seguenti domande a tutte e tutti coloro che nel Comitato Fermiamo la guerra e nel
movimento altermondialista si battono autenticamente per la pace e contro la guerra senza se e
senza ma.
– Perché la maggioranza dell’opposizione in Italia anziché opporsi al governo di guerra e
alle sue scelte si è astenuta in Senato sul voto di guerra ?
– Perché questo è avvenuto dopo l’impegno comune assunto fin dal 15 febbraio 2003 tra
movimento pacifista e forze politiche per fermare la guerra all’Iraq e impedire la complicità
italiana a questa guerra ?
– Perché i maggiori dirigenti dell’attuale "triciclo" hanno partecipato non solo al 15
febbraio 2003 ma anche alla più recente Marcia Perugia-Assisi, assumendosi un impegno morale e
politico di difesa e rappresentanza delle richieste del movimento per la pace?
– Perché il grande schermo della kermesse del "triciclo" trasmetteva le immagini del
corteo arcobaleno con grande sventolìo di bandiere, alludendo ad una implicita rappresentanza e
stretta connessione tra pacifisti e Ulivo2 ?
– Perchè questi stessi dirigenti, dopo essersi astenuti sul voto cruciale contro la
guerra e quindi dopo aver disatteso gli impegni assunti, pretendono di partecipare alla manifestazione
del 20 marzo, il cui obiettivo è proprio ciò che essi hanno negato in Parlamento ?
Sembra una farsa di Dario Fo. Ma noi, dico noi pacifisti, come ci stiamo in tutto ciò ?
A queste domande è stato pubblicamente risposto da più voci del movimento pacifista.
"Chi non è portatore di questa richiesta (ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq) non
appartiene al movimento per la Pace.Le forze politiche e, in ciascuna di esse, i parlamentari che
rifiuteranno queste richieste non dovranno mai più contare sul voto di chi si sente tradito sui temi
decisivi della Pace." (Ciotti, Strada, Zanotelli).
"Il comportamento della maggioranza della lista riformista segna una rottura gravissima con il
movimento pacifista ed è incompatibile con la manifestazione del 20 marzo"(Agnoletto).
"Diciamo a quei partiti e a quei parlamentari che si sono astenuti sulla guerra, dopo aver aderito
in varie forme al movimento per la pace, che non possono più travestirsi di arcobaleno e
sventolare le nostre bandiere, usandoci come vestito buono per rifarsi il look. Chi si è astenuto sulla
guerra si astenga dall’esibire ancora un pacifismo di facciata e dal partecipare alla manifestazione
del 20 marzo. Questa è ispirata dalle lotte dei veri pacifisti in tutto il mondo."( Ginatempo-
Maestri)
"Ci sentiamo impegnate a produrre sempre e ovunque pratiche di pace pertanto considereremo
sgradita la presenza alla manifestazione del 20 marzo di chiunque non si sia apertamente opposto alle
scelte che sostengono la guerra e manterremo questo criterio di giudizio in tutte le prossime
occasioni elettorali democratiche del nostro paese" (Convenzione permanente di donne contro le guerre).
"Ricordiamo a quelli (singoli parlamentari o partiti) che si sono assunti la gravissima
responsabilità di avallare la prosecuzione dell’occupazione militare dell’Iraq, che tale scellerata
posizione è del tutto incompatibile con la piattaforma del 20 marzo e di conseguenza con una eventuale
partecipazione e presenza in piazza" (Conf. Cobas).
Dunque è evidente che riteniamo il comportamento dei maggiori dirigenti del "centrosinistra" non
solo incoerente e incompatibile col movimento per la pace ma anche ipocrita e opportunista,
soprattutto quando il segretario dei DS pretende di partecipare alla manifestazione per il ritiro delle
truppe dopo essersi astenuto sul ritiro delle truppe. Pretesa certo arrogante, che ignora l’etica
della politica, offende sul piano umano oltre che politico i valori della verità, della
autenticità, della fedeltà agli impegni. Tutti valori essenziali per il movimento pacifista. Ma vorrei dire
un ’altra cosa: come pacifista mi sento offesa e beffata. Dal ’91 sono impegnata per la pace, da
quando, insieme a tante donne coraggiose abbiamo urlato FUORI LAGUERRA DALLA STORIA: ho ignorato da
allora la carriera accademica e la mia torre d’avorio dell’Università. Insieme a migliaia di
attivisti/e per la pace in tutto il mondo abbiamo lavorato lungamente per arrivare a costruire il
movimento globale contro la guerra senza se e senza ma. Solo in Italia ci sono state l’anno scorso ben
7000 manifestazioni contro la guerra. C’è in gioco la speranza e l’impegno di milioni di persone,
perché il lavoro degli attivisti rappresenta realmente oggi in Italia la maggioranza dell’opinione
pubblica. Tutto questo non solo non trova sufficiente rappresentanza da parte di tutta
l’opposizione in Parlamento, ma non trova neanche rispetto e riconoscimento autentico da parte dei maggiori
rappresentanti del Triciclo. Veniamo prima usati, per ottenere facili consensi elettorali, per
rifarsi sui massmedia la maschera di pacifisti dell’ultima ora, ma soprattutto veniamo beffati quando
si annuncia di voler sfilare insieme a noi nella manifestazione che con tanto sacrificio stiamo
costruendo. Mancanza di rispetto, sì, perché affermare: "io vengo lo stesso", ignorando le
gravissime critiche e contestazioni già da noi rivolte, è un atto di arroganza. La democrazia sostanziale
significa dare voce al popolo, significa fare autocritica quando si sbaglia, significa dismettere
lo stile del potere.
Si è deciso nell’ultima riunione del Comitato fermiamo la guerra di non mettere veti alla
partecipazione di nessuno perché noi siamo quelli della libera circolazione, della libertà di
manifestare, della contestazione ad ogni zona rossa. Bene, ho già detto che sono d’accordo a non mettere
ostacoli fisici e a non trasformare sui media gli ipocriti in vittime. Ma ho ribadito in riunione e
l’ho ridetto alla manifestazione politica del Capranica che il vincolo di coerenza è un vincolo
morale e politico; ho detto anche che questo vincolo è stato infranto e che questo ha prodotto una
rottura politica col movimento per la pace che reclama oggi una diversa alleanza politica tra i veri
pacifisti.
Ora io credo che proprio la rottura del vincolo di coerenza deve indurci non ad un buonismo di
facciata, ma ad alzare il tiro della nostra critica politica e della nostra contestazione a chi si è
assunto la responsabilità della rottura politica con noi.
Ho anche richiesto alla riunione che si dichiarasse in un comunicato, agendo poi di conseguenza,
che "le adesioni alla manifestazione da parte di chi si astiene in Parlamento sono politicamente
inaccettabili". La mia proposta è stata respinta con motivazioni che non condivido, relative
all’unità e all’allargamento.
Circa lo spirito inclusivo della manifestazione del 20 marzo e circa la necessaria "unità" vorrei
invitarvi a riflettere, per favore. L’anno scorso abbiamo fatto la più larga unità con chi ieri
votava e praticava la guerra (dal Kosovo all’Afghanistan, all’esercito europeo, alle scelte di
riarmo) con la motivazione che sull’IRAQ eravamo d’accordo e che ci univamo per fermare la guerra.
Risulta oggi evidente che sull’Iraq non siamo più d’accordo. Inoltre sono venute meno, purtroppo, le
motivazioni umanitarie che potevano indurci ad una alleanza ambigua. Voglio dire che la causa
umanitaria - salvare migliaia di vite umane e fermare la guerra - è perduta. Non c’è più riparo alle
decine di migliaia di morti che ci sono già stati in Iraq e a quelli che ci saranno a causa della
continuazione dell’infame occupazione militare e della guerra civile. Ci rimane allora la causa
politica: costruire e rafforzare l’opposizione globale alla guerra permanente per condizionare le
scelte dei Signori della guerra e impedire che la Global War si estenda e si allarghi. Ottenere non
solo che la guerra non passi nella coscienze, ma neanche nei territori e sui corpi delle persone.
Compito immane e di lungo periodo. Perché si possa produrre questo processo è indispensabile la
verità. La verità viene prima di ogni considerazione unitaria e di ogni tattica politica, viene prima
dell’esito elettorale di qualunque prossima elezione, è l’unica condizione basilare per una vera
svolta politica. Dunque affermare oggi la verità e cioè che l’astensione di guerra è incompatibile
col movimento per la pace è propedeutico ad ogni futura alleanza politica o patto di pace. Così
come affermare oggi che siamo contro tutte le guerre e che le missioni militari di occupazione come
l’Afghanistan sono guerra sporca esattamente come l’Iraq. Così come affermare che non accettiamo
la complicità italiana alla guerra globale, sotto nessuna forma, compresa la NATO e l’esercito
europeo .
Perderemo anche la causa politica se non facciamo chiarezza subito, oggi qui e ora. Oggi non ci
serve più una unità se non è basata sulla radicalità e la massima chiarezza politica.
E la chiarezza riguarda anche i nostri rapporti politici con la direzione dei DS che pretende oggi
di avere la patente di pacifista, anche se gli abbiamo detto a chiare lettere che astenendosi sono
usciti dal movimento per la pace. Anche se insistono a voler manifestare contro se stessi
(posizione in piazza contro posizione in Parlamento), in una manifestazione che chiaramente li contesta
nella sostanza e con la quale non hanno alcuna connessione sentimentale, non faranno che
squalificarsi agli occhi del popolo della pace. Non mi preoccupa certo l’insuccesso elettorale che
otterranno, mi preoccupa il fatto che il popolo della pace non abbia adeguati e sufficienti rappresentanti
là dove si decide.
Mi preoccupa che ancora una volta la nostra inclusività e spirito democratico sia utilizzata per
non smascherare gli ipocriti e gli opportunisti, per non respingere le manovre di potere, per non
contestare chi si merita di essere contestato e criticato. Dunque, rivendico per bastaguerra e per
tutti/e coloro che condividono la mia indignazione il diritto di contestazione dei finti pacifisti
in ogni luogo e occasione sia possibile esprimerla, in forme nonviolente ma inequivocabili.
Al sit-in davanti al Senato Bastaguerra di Roma ha esposto un cartello con disegno dove si diceva
ULIVO CON L’ELMETTO IPOCRITA PERFETTO. So che in altre città come a Genova sono state fatte
contestazioni e proteste sotto la sede dei DS per l’annunciata astensione di guerra. Ma non è che
l’inizio, è ancora poco, troppo poco.
Personalmente non sono disposta ad accogliere alla testa del corteo, dietro il nostro striscione,
i dirigenti dei Ds e del Triciclo che hanno violato il vincolo di coerenza, che per me resta
valido sul piano etico e politico. Se costoro vogliono partecipare alla manifestazione coprendosi di
ridicolo, lo facciano lontano da noi, altrimenti si coprirebbe di ridicolo - e si esporrebbe a
contestazioni - anche il Comitato Fermiamola Guerra, ma NON IN MIO NOME.
Chiedo verità, non prendiamoci più in giro. Parto per la carovana di pace cercando aria più fresca
e nuova.