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Per i magistrati parigini non c’è pericolo di fuga
L’Italia aveva chiesto l’estradizione dell’ex leader dei Pac
Terrorismo, la Francia scarcera Cesare Battisti
PARIGI - E’ stato scarcerato a Parigi Cesare Battisti, ex leader dei
Proletari armati per il comunismo. Una decisione che potrebbe avere
conseguenze sul piano diplomatico tra Italia e Francia. La Chambre
d’Instruction della corte d’Appello ha accolto la richiesta di rilascio
avanzata dai legali dell’italiano rifugiato dal 1990 in Francia. E questo il
giorno dopo l’annuncio del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu che ha
ribadito la linea dura contro il terrorismo e contro chi "è scappato
all’estero" per sfuggire alla responsabilità penale dei reati commessi
durante gli anni di piombo.
Battisti, 49 anni, da tempo noto per la sua carriera di scrittore di gialli,
è stato condannato a due ergastoli in Italia per omicidio e rapina. Era
stato arrestato il 10 febbraio scorso su richiesta della magistratura
italiana che ne ha chiesto l’estradizione.
La scarcerazione di oggi è stata motivata con il fatto che non c’è
pericolosità, né il rischio di fuga. Il 17 aprile si terrà sempre davanti
alla Chambre de l’Instruction della corte d’Appello l’udienza per decidere
sull’estradizione. I giudici, però, hanno imposto alcune misure cautelari.
Battisti ha l’obbligo di soggiornare nell’Ile-de-France ed entro otto giorni
dovrà consegnare il suo passaporto alla corte. Ha inoltre l’obbligo di firma
ogni settimana e dovrà tenersi alla larga da aeroporti e aerodromi.
L’avvocato difensore Jean-Jacques De Felice si è detto soddisfatto e ha
affermato che "la richiesta di estradizione nasce da un desiderio di
vendetta delle autorità italiane".
E la magistratura italiana non prenderà bene questa notizia. Proprio ieri
aveva dichiarato che "lo Stato non dimentica i propri morti" né il proprio
dovere che è quello di "individuare i responsabili e rendere giustizia. Lo
sappia, aveva aggiunto, anche chi "scappato all’estero si sottrae da troppo
tempo all’esecuzione di condanne definitive".
L’ex-moglie e l’attuale campagna di Battisti si sono commosse quando in aula
è stato annunciato l’ordine di scarcerazione, mentre la figlia adolescente
Valentine ha reagito con lacrime di gioia. Fuori dal Palazzo di Giustizia
circa duecento sostenitori di Battisti hanno esultato, abbracciato gli
avvocati e gridato lo slogan: "Paolo libero!". Il riferimento è
all’ex-brigatista Paolo Persichetti, estradato l’anno scorso in Italia dalla
Francia.
Anche Le Monde è sceso oggi in campo a difesa di Battisti. In un editoriale,
sotto il titolo "Diritto per Battisti", il prestigioso quotidiano francese
si oppone a che l’ex- terrorista sia rimandato in patria dove lo attende il
carcere a vita. Secondo Le Monde un’estradizione di Battisti significherebbe
"sottometterlo a un giudizio politico che nulla giustificherebbe" e
"ammettere che l’Europa del diritto e delle libertà cede il passo a quella
delle connivenze ideologiche".
Il giornale mette innanzitutto in risalto, come del resto fanno i legali
dell’ex terrorista, che già nel 1991 la corte d’appello di Parigi respinse
una richiesta italiana di estradizione sottolineando che Battisti era stato
condannato a Milano "per due omicidi commessi nel febbraio 1979 lo stesso
giorno e alla stessa ora, uno a Milano e l’altro a Venezia".
’Le Monde’ esprime poi la speranza che la giustizia "rispetti l’impegno
della Francia preso da Francois Mitterrand nel febbraio 1985" quando
l’allora presidente si impegnò a non estradare "gli ex-attivisti italiani"
che "avessero rotto in modo evidente con il terrorismo".
La Repubblica