Home > La lunga marcia dei bananeros
Venerdì erano accampati a Nagarote, 45 chilometri da Managua. Il mattino
hanno raggiunto Cementera. Sono circa tremila persone, ex lavoratori delle
piantagioni di banane dove per decenni è stato usato a manbassa il Nemagon,
un potente pesticida. O meglio: loro hanno usato, con le proprie mani,
respirato con i propri polmoni, assorbito nei loro propri sistemi nervosi. Ed
è per questo che sono in marcia, per chiedere il sostegno del governo
nicaraguense nella causa intentata alle alle 7 aziende che hanno prodotto,
distribuito o utilizzato il Nemagon in Nicaragua: Dow Chemical Corp, Shell
Oil Company, Standard Fruit Co., Standard Fruit and Steamship, Dole e
Chiquita Brand. Non è la prima marcia che gli ex lavoratori «bananieri»
compiono, da Chinandega a Managua, per rivendicare i propri diritti.
Ed è
istruiti da quella prima, estenuante camminata che questa volta hanno
adottato la strategia di alzarsi alle 3,30, per mettersi in marcia alle 4 e
sfruttare le ore fresche della mattina. Camminano circa 14 chilometri, poi si
accampano con le loro migliaia di amache cercando i punti d’ombra. Sono
divisi in gruppi di 50, 100 o 200 persone, ogni gruppo ha un responsabile di
cibo, acqua. A ogni tappa trovano una jeep del Ministero della Salute
(Minsa), con personale medico che controlla pressione e stato di
disidratazione, e manda a casa chi non ce la fa. Spesso lungo la strada hanno
trovato solidarietà popolare. E negli ultimi giorni hanno trovato anche
reporters e troupes televisive, e le cronache hanno cominciato a parlare di
loro.
I bananeros sono spesso gente in là con gli anni e ammalata: perché quel
pesticida, commerciato con il nome di Nemagon, o Fumazone - in termini più
tecnici Dbcp, dibromo-3-cloropropano - è assai nocivo: non per nulla la
California ne aveva vietato l’uso già nel 1977, e due anni dopo tutti gli
Stati uniti, avendo notato che gli addetti agli stabilimenti chimici in cui
era prodotto erano colpiti da sterilità... Nelle piantagioni del Nicaragua
però è stato usato fino ai primi anni 90, provocando un vero e proprio
avvelenamento di massa (vedi TerraTerra, 12 maggio 2002).
L'associazione di
circa quattromila lavoratori ed ex lavoratori bananieri (Asotraexdan), nata
in Nicaragua nel 1992, calcola che 180 persone siano morte e altre migliaia
stiano lottando contro mali che vanno dal tumore ai reni, pancreas e milza
alle malformazioni cutanee, senza contare la sterilità diffusa e i figli
malformati nati da persone esposte al pesticida. Stiamo parlando di grandi
piantagioni e di migliaia di addetti, ma non esiste un'indagine
epidemiologica sistematica - è stata proprio l'associazione degli
ex-lavoratori a documentarsi sugli effetti del pesticida. I dirigenti
dell'associazione calcolano che negli anni
70 nei sette distretti della
regione di Chinandega, siano passati circa 8.400 lavoratori , a cui
aggiungere le mogli o figlie che portavano loro il pranzo e i bambini che
giocavano tra le piante: ventimila persone andrebbero sottoposte a qualche
controllo.
Mercoledì scorso, il 4 febbraio, una delegazione di bananeros ha
incontrato una «commissione interistituzionale» - ne fanno parte
rappresentanti dei lavoratori stessi, il governo, la procura della
repubblica, parlamentari e associazioni per i diritti umani - per fare il
punto della situazione. All’incontro c’erano anche degli avvocati
rappresentanti delle ditte produttrici. Pare che i legali abbiano dichiarato
la disponibilità delle aziende a negoziare dei risarcimenti, ma sembrano
irremovibili su una condizione: che sia abrogata la «Legge speciale per il
Nemagon», che considerano incostituzionale.
Eppure quella legge è l’unica
vera vittoria ottenuta dai lavoratori bananieri. E’ stata approvata nel
gennaio del 2001 dal parlamento nicaraguense, il suo nome esteso è «legge
speciale per promuovere processi richiesti dall’uso di pesticidi a base di
Dbcp». E’ in base a questa legge (364/2001) che gruppi di ex addetti hanno
promosso cause legali. E’ ben per ottenere garanzie che la legge non sarà
abrogata che i lavoratori bananieri e la Asotraexdan sono tornati a marciare
su Managua, dove contano di arrivare proprio oggi.
da "il manifesto"