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La nostra impotenza a razionalizzare il Male

Publie le lunedì 13 settembre 2004 par Open-Publishing

di Viviana Vivarelli

La mia mail "A chi giovano questi rapimenti’" ha suscitato un vespaio di polemiche e di commenti pro e contro. Si trattava in effetti di una ipotesi e, a quanto sembra, non e’ stata solo mia.

Quando il buio e’ troppo profondo, la nostra mente va a caccia di indizi, per paura dell’oscurita’. La nostra debolezza cerca una soluzione che ci faccia sentire meno disperati e meno soli. Ci sono ipotesi credute vere solo perche’ ci danno una visione piu’ facile del mondo, ma e’ sempre piu’ difficile dire: "sono sicuro di questo", soprattutto di cio’ di cui sappiamo solo quel che ci fanno sapere. La storia ha questa caratteristica: che la sua parte visibile e’ sempre minore della parte sommersa e che chi e’ immerso nel quadro non vede il retro dello stesso quadro, purtroppo non lo puo’ vedere mentre abita nel quadro e nemmeno puo’ vederlo vivendo 50 anni o 100 anni dopo che la storia si e’ fatta.

Per questo valutare chi tira realmente i fili degli eventi e’ sommamente difficile ed e’ quasi impossibile per noi attualmente capire cosa e chi ci sia realmente dietro i sequestri di Baldoni, dei due giornalisti francesi e delle due Simone e degli altri due iracheni che erano con loro. Possiamo solo sentire a fiuto che questi rapimenti sono diversi, mandano un messaggio diverso, sono stati compiuti da persone diverse. Ma non abbiamo le prove di nessuna cosa precisa, solo una sensazione assurda di deja vue che ci fa tornare alla memoria altri fatti, altre atrocita’, altre pericolose commistioni.

Coloro che sono contro l’ipotesi di complotti occidentali con la perversione dei servizi segreti avanzano come giustificativo che la ferocia premeditata sarebbe troppa, come se la storia troppe volte non ci avesse dimostrato che l’uomo e’ capace di ogni nefandezza e di ogni menzogna, al di la’ dell’inimmaginabile. Tutto il terzo Reich si appoggio’ su una serie di menzogne incredibili ripetute e ripetute finche’ un popolo intero non le credette vere, e ancor oggi c’e’ chi e’ pronto a giurare che i lager e l’olocausto furono solo frutto della propaganda degli alleati per infangare il Reich e che non ci furono 11 milioni di morti o paralumi fatti di pelle umana o teste di cane impiantate in corpi umani, perche’ ci sono atrocita’ cosi’ grandi che la mente non puo’ accettarle e trova piu’ rassicurante semplicemente negare la loro possibilita’.

Cio’ che nego non esiste. E cio’ che non esiste non mi fa paura.

Accettare l’esistenza di un male puro, cinico, antiumano, assoluto e’ cosi’ difficile perche’ libera la nostra impotenza, confonde il padre col nemico, l’amico con lo stupratore, la sicurezza col terrore, ci fa precipitare in un baratro orrendo. Allo stesso modo ancor oggi c’e’ chi si rifiuta di accettare le atrocita’ commesse da Stalin o da Pinochet, ad Abu Graib o nel teatro russo o nella scuola di Ossezia. Chi fece e perche’? e da quante parti? La mente si confonde. Abbiamo bisogno di dire: questo e’ si’, questo e’ no, questo e’ buono, questo e’ cattivo, questa e’ la verita’ e questa la bugia, di questo devo aver paura, questo mi difende. Questa divisione ci permette di sopravvivere. Ma e’ solo un bisogno soggettivo che rassicura le nostre coordinate di certezza e dunque i pilastri della nostra identita’, perche’ l’identita’ deve costruirsi su valutazioni sicure... eppure... questo atteggiamento e’ ancora immaturo.

La realta’ non e’ nei nostri desideri e quasi sempre la storia mostra che la realta’ e’ peggiore di come viene raccontata dal potere e abbastanza piu’ intricata del semplice che vorremmo. Ma capire e’ piu’ complicato che parteggiare. Attualmente noi possiamo solo dubitare, dubitare delle spiegazioni gia’ fatte, delle spiegazioni date artamente e che dividono il campo di battaglia in modo netto e troppo facile cosi’ che sia rapido schierarsi e rassicurarsi. Troppa informazione tutta a un senso equivale a non avere alcuna informazione, schemi troppo facili ed emozionali equivalgono a fredde e premeditate manipolazioni della verita’. Non riusciamo a credere che un governo usi il proprio popolo per sperimentare armi batteriologiche, eppure e’ successo. Non riusciamo a credere che ci siano partiti che tentano la presa del potere usando servizi segreti deviati e parte dell’esercito e persino parte dell’opposizione, eppure sta succedendo.

Non riusciamo ad accettare che le brigate rosse potessero essere colluse non solo con la mafia ma anche con gli stessi servizi e le forze della destra, eppure e’ successo anche questo. Nessuno ci dice che nei lager non c’erano solo ebrei, omosessuali e zingari ma anche cittadini tedeschi contrari al regime, come c’erano in Siberia o nei manicomi criminali sovietici. Nessuno ci fa veramente credere che nelle sezioni di polizia o nelle carceri italiane si possa applicare la tortura, eppure la tortura e’ diventata legge.

Ci raccontiamo delle favole per dormire piu’ tranquilli. Perche’ l’uomo non tollera la follia del male e non tollera che possa esserci anche da parte di chi dice di proteggerlo. Il pericolo e’ sempre nella casa dell’orco, ma quella non puo’ essere la mia casa. Non riusciamo a capire nemmeno che un attentato come quello delle Torri non puo’ nascere dalla pura follia ma da cause storiche dove il male ha provocato altro male. Ci raccontiamo una favola falsata dove ci sono 1021 americani morti ma non ci sono 30.000 iracheni morti, dove il cristianesimo e’ una grande religione civile ma dove tutte le altre religioni sono barbare, dove portiamo la civilta’ mentre seminiamo la morte e siamo il popolo eletto mentre siamo la vergogna di Dio. Nessuno e’ piu’ nemico della verita’ del bravo uomo comune.

Malgrado la nostra sia l’eta’ mediatica per eccellenza, dove lo strumento dell’informazione e’ stato strumentalizzato come un’arma politica, ideologica e commerciale come mai e’ avvenuto in passato, per quanto la realta’ che noi crediamo vera risulti continuamente contaminata da falsita’ che vengono via via smascherate, per quanto gli uomini che ci parlano con voce sincera siano capaci con la stessa voce sincera di convincerci di cose radicalmente opposte, contro il nostro stesso interesse e contro ogni evidenza possibile, l’uomo continua a essere una creatura innocente e fiduciosa che vuole con tutte le sue forze ’credere’ a qualcosa, ’credere’ a qualcuno, fidarsi di una versione attendibile e lineare dei fatti, dividere l’amico dal nemico, un uomo che quando un fatto viene smascherato non riesce nemmeno a mettere a fuoco lo smascheramento per salvare la sua fede, per non mettere in crisi le sue convinzioni ed e’ dunque condannato ad essere il paladino dell’errore.

E’ la ragione stessa nella sua pretesa di coerenza e verita’ a ribellarsi la’ dove le bugie diventano insopportabili o prospettano ipotesi troppo inquietanti. Noi non lo sopportiamo. Una bugia semplice ci rassicura piu’ di una verita’ complessa e sfuggente. E’ il nostro senso di umanita’ a rifiutare possibilita’ violentemente antiumane.

"Questo non e’ possibile" e’ quello che immediatamente pensiamo quando il nostro cuore detta alla nostra mente un alibi per non affrontare troppo dolore, troppo scompenso della vita, troppa incoerenza programmata, troppo male.
Ma la coerenza del Male resta, ’ancora’, un’altra cosa.

LA STRATEGIA DEI SEQUESTRI

di Pancho

Ovvero: come convincere un occidente pacifista che la guerra in Iraq è giusta.

Sono troppe le contraddizioni, le zone d’ombra e gli interrogativi sulla strategia dei rapimenti che ha preso piede in Iraq. Qual è il vero obbiettivo di questi rapimenti? Perché vengono rapiti solo civili? Perché agiscono con tale facilità e chi sono questi sequestratori? Già alcuni dubbi sorgono quando si vedono le richieste dei sequestratori: non solo sono poste con assurdità (non c’è alcuna intenzione di ottenere qualcosa), ma servono per destabilizzare i paesi che subiscono il ricatto, e il sequestro di civili, pacifisti, serve per convincere un popolo unanime contro la guerra che esista davvero una minaccia.....

.....La cosiddetta “resistenza irachena” ha sempre colpito militari. Il sequestro di civili e pacifisti non è casuale e non viene fatto per maggiore semplicità. Risponde ad un chiaro disegno di convincimento dell’opinione pubblica.

Questi sequestri hanno un carattere strumentale: il loro vero obbiettivo non è quello di ottenere la liberazione dell’Iraq dagli invasori americani e alleati, ma di accrescere e creare lo scontro e l’odio tra civiltà che in realtà non esiste. I sequestri sono la continua giustificazione alla guerra verso l’opinione pubblica: è per questo che sono prevalentemente mediatici, colpiscono civili e sono diretti ad un “pubblico” che è stato scettico e contrario alla guerra.

I veri beneficiari dei rapimenti sono gli stati in guerra. I rappresentati dei governi che hanno promosso la guerra sono complici dei rapinatori. Sempre pronti a rilasciare qualche dichiarazione reazionaria e razzista sullo scontro tra civiltà. E se, per un pagamento di un riscatto o per qualche altro gioco politico, i sequestrati vengono liberati, il governo in guerra guadagna credibilità anche in termini elettorali.
Anche per questo non è chiaro chi siano questi sequestratori.

E soprattutto perché agiscano con tale facilità.

L’universo di sigle di gruppi di sequestratori che si è creato ha la stessa validità dell’invenzione di Al-Queda (la fantomatica rete di terrorismo mondiale). Non è da escludere la connivenza di servizi segreti con questi rapimenti. L’ideazione di una strategia molto prolifica per continuare la guerra e perseguire gli interessi economici. Con questo non intendo negare che la maggior parte dei sequestratori siano arabi, ma tra gli ideatori e i protettori di queste azioni ci siano molti bianchi con passaporto occidentale.

La strategia dei rapimenti non porta nessun beneficio alla causa irachena. Al contrario sposta l’attenzione dalle stragi di civili iracheni che avvengono quotidianamente. Le immagini dei sequestrati monopolizzano i media e ricattano i popoli e le persone che si erano e si battono contro la guerra.

L’uccisione di civili giustifica la guerra e l’invenzione razzista di una minaccia islamica.

L’inquietante connivenza dei servizi segreti occidentali (confermata da alcune metodologie usate e dalla protezione e libertà di azione di questi gruppi), è provata dalla necessità di continuare una guerra alla quale ancora non è stata data una spiegazione formale convincente. I sequestri sono uno strumento mediatico diretto verso l’occidente per giustificare la guerra, per distogliere l’attenzione dagli interessi economici e per creare odio.

vivianavivarelli@aliceposta.it