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La pensione di Jessica

Publie le venerdì 23 gennaio 2004 par Open-Publishing

Vita da Co.co.co, quando per il minimo servono 413 anni. Conti in
tasca: breve calcolo dei versamenti necessari ad arrivare al minimo
previdenziale nell’era della flessibilità.

Jessica ha lavorato nel call center che opera (terziarizzato) per la
Seat Pagine Gialle, fornendo informazioni sugli iscritti nell’elenco
telefonico commerciale, quello con le pagine gialle, appunto.Ha
iniziato a lavorare poco più di due anni or sono, con un rapporto di
lavoro a Collaborazione coordinata continuativa (una Co.co.co.), una
durata del contratto di sei mesi, una prestazione lavorativa di 40 ore
su sette giorni alla settimana domenica compresa, una paga oraria di
6,75 euro. Via via, la durata dei contratti si è accorciata: l’impresa
che ha appaltato i lavori della Seat può rinnovare il contratto di
collaborazione ogni due mesi e può sostituire la lavoratrice che
termina il periodo previsto dal contratto individuale con un’altra
lavoratrice disponibile a lavorare in condizioni meno onerose per
l’impresa. Il risultato è che due anni dopo si lavora a paga oraria di
4,90 euro.

Si lavorava, e si continua a lavorare, soggetti a più forme di
controllo della propria prestazione individuale: dalla supervisione in
sala del capo che oggi si chiama, come alla Fiat, «team leader» al
dover rispondere entro 90 secondi a domande sempre più impegnative
rivolte via telefono da «utenti» che non è stato difficile, per le
lavoratrici, individuare in figure dell’azienda che svolgevano il
compito di esaminatori.

Si doveva lavorare sempre, ed un giorno di assenza per malattia
comportava, e comporta, quindici giorni di sospensione del lavoro e
del compenso della retribuzione.

Jessica ha iniziato a protestare ed a organizzare la protesta, per
queste ragioni si è trovata progressivamente anche lei ad una paga
oraria di 4,90 euro e a una prestazione settimanale che è passata da
40 a 9 ore settimanali.

Jessica, ovviamente, non pensa alla sua futura pensione. Facciamole
però un semplice conto.

Lavora 9 ore settimanali a 4,90 euro all’ora: guadagna 44,1 euro alla
settimana.

Essendo una Co.co.co., versa il 13 per cento di contributi: 5,73 euro
alla settimana.

Per maturare il minimo di pensione deve aver maturato una quota di
contributi che le permette, con il sistema contributivo, di avere una
pensione superiore all’assegno sociale maggiorato del 20 per cento.
L’assegno sociale è stato nel 2003 di 358,99 euro, con la
maggiorazione del 20 per cento, la sua pensione minima non può essere
inferiore a 430,78 euro.

Per avere a 57 anni questa pensione devi aver accumulato una cifra
pari a 430,78 euro al mese, che viene corrisposta per 13 mensilità e
fa 5.600,14 all’anno, ed a 57 anni ti attribuiscono ancora circa 22 di
vita per cui devi avere prima versato all’Inps almeno 12.3203,08 euro.

Allora, quante settimane deve lavorare Jessica per maturare il minimo
di pensione? Il conto, a questo punto, è semplice: 12.3203,08 diviso
5,73 euro versati ogni settimana.Jessica dovrà lavorare per 21.501
settimane. Ogni anno è fatto di 52 settimane: quindi dovrà lavorare
413 anni e mezzo.Insistendo con le rimostranze e le proteste Jessica è
stata licenziata... pardon, l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori
non si applica... non le é stato rinnovato il contratto.

A maggior ragione, lunga vita Jessica.

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