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La scelta di "un ponte per...": Questa è la nostra vita

Publie le venerdì 17 settembre 2004 par Open-Publishing

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Questa è la nostra vita
Pubblicato 17 09 2004 da claudio

Nella notte forti bombardamenti su Falluja, 60 morti. Un cadavere “probabilmente di un occidentale” trovato a Samarra, difficile l’identificazione perché sarebbe stato ucciso qualche giorno fa. La notte ci ha portato ancora più inquietudine, la mattina è scivolata in altro orrore. Scontri ad Haifa Street a Baghdad, poi un’autobomba. Ricomincia la conta dei morti e feriti. Già venti quando scriviamo.
Questa è la nostra vita, ora. Orecchio teso e occhi vigili tutto il giorno, centinaia di telefonate. Una dozzina di donne e uomini sempre al lavoro in quattro stanze, rotazione di turni, centinaia di volontari mobilitati sui territori. Abbiamo nel cuore la vostra solidarietà che ci sostiene senza fine, nella testa il bisogno di spiegare chi sono i nostri quattro ostaggi e di mantenere la lucidità per capire.

Finché non sappiamo di loro questa sarà la nostra vita. Ci chiedete in tanti cosa si può fare, come aiutare. Molti propongono, altri pretenderebbero dichiarazioni, discese in campo. Il senso di impotenza ci unisce tutti. Stiamo in silenzio, l’attività politica ridotta al minimo, le nostre presenze pubbliche annullate. Finché non sappiamo, ci sembra un salto nel vuoto dire alcunché. Ci basta il vuoto di Ra’ad, Mahnaz e delle Simone, delle centinaia di vittime di ogni giorno iracheno.