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La sinistra interroga il Governo: "Perché tagliate i fondi ai partigiani?"
Publie le martedì 24 agosto 2004 par Open-PublishingUna decina di parlamentari del centrosinistra ha oggi presentato un’interrogazione parlamentare al Governo della Casa delle Libertà, un documento attraverso il quale si chiede chiarezza sulle ragioni che hanno spinto l’Esecutivo a tagliare "drasticamente i fondi per le associazioni partigiane".
Il centrodestra sta infatti da tempo tappando i buchi provocati dalle sue disastrose politiche economiche ai danni delle organizzazioni collegate alla resistenza. I contributi statali che da oltre cinquant’anni venivano destinati alle associazioni antifasciste sono stati decurtati del 10% nel 2002 e del 55% nel 2003.
"I contributi statali sono essenziali per sostenere l’attività culturale delle associazioni partigiane ed il loro impegno a tramandare e ad attualizzare la memoria e i valori dell’antifascismo e della Resistenza, posti a fondamento della Costituzione repubblicana - si legge nel testo dell’interrogazione - non vorremmo che le Associazioni si trovassero ulteriormente in difficoltà nell’adempiere ai loro compiti Istituzionali, anche in vista di una degna celebrazione del sessantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo".
La questione della riduzione dei fondi era già denunciata molto tempo fa dall’Anpi che, attraverso il suo sito internet, aveva puntato il dito contro il mancato stanziamento, da parte della maggioranza, "di 3 milioni di euro per le celebrazioni del sessantesimo anniversario della Resistenza e della Liberazione".
Inoltre, qualche mese fa il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Arrigo Boldrini, aveva messo nero su bianco il suo disappunto di fronte ad un’operazione volta a togliere l’ossigeno alle organizzazioni antifasciste.
"Appare difficile - aveva scritto - non ipotizzare che dietro questi fatti ci siano precisi disegni politici per farla finita una volta per sempre con la Resistenza, la memoria storica, il ricordo di pagine che a taluno possono essere indigeste".
Eppure, quando vuole, il centrodestra i soldi li trova molto facilmente. Recentemente la commissione Difesa del Senato ha approvato un disegno di legge che riconosce come legittimi belligeranti gli appartenenti al cosiddetto esercito della sedicente repubblica sociale italiana.
In sostanza la Casa delle Libertà pagherà la pensione ai terroristi che, dopo l’8 settembre del 1943, si schierarono con Mussolini e contro il legittimo Governo di Pietro Badoglio, che era stato ufficialmente nominato dall’allora capo dello Stato Vittorio Emanuele III.
Le Associazioni partigiane, esprimendo indignazione per questo progetto, ricordarono che le truppe della Repubblica Sociale Italiana, un ente creato per volontà del nazismo, erano sotto il comando e a disposizione delle truppe del Terzo Reich.
L’Anpi aveva dunque chiesto ai partiti, ai sindacati e alle associazioni di mobilitarsi "in difesa dei valori della Resistenza e contro questo insulto alla memoria dei Caduti e ai sentimenti di quanti, militari e civili, si batterono per la libertà".