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Landini parla di sciopero ma lo sciopero c’è già. Ed è oggi

par Checchino Antonini

Publie le venerdì 18 ottobre 2013 par Checchino Antonini - Open-Publishing

Dopo averle sostenute la Cgil scopre l’insostenibilità delle larghe intese. Ecco il programma dello sciopero del sindacalismo di base

«Siamo di fronte al fatto che c’e un processo di deindustrializzazione. Questa manovra non interviene su questi temi. È evidente che adesso è il momento, se uno vuol difendere il lavoro e il sistema industriale, di muoversi e agire», dice Landini, il segretario generale Fiom a margine di un attivo Cgil a Bologna. Lo sciopero generale è «assolutamente necessario perchè questa manovra rischia di essere una presa in giro per i lavoratori. Perchè non affronta nulla dei problemi che oggi hanno, come difendere il lavoro, la politica industriali, gli investimenti» ha detto il leader della Fiom. Alla domanda se questa richiesta non rischi di rompere il fronte unitario del sindacato, Landini ha risposto: «abbiamo proposto di fare uno sciopero dei metalmeccanici - ha aggiunto, spiegando che questa proposta sarà al centro di un incontro lunedi con Fim e Uilm - Poi se c’è uno sciopero generale di Cgil Cisl e Uil facciamo quello di Cgil Cisl e Uil. Non mi pare che ancora ci sia». «Noi lo proponiamo ai metalmeccanici, perchè pensiamo che a partire da noi c’è bisogno di farlo. Poi se si allarga a tutti, è chiaro che lo facciamo assieme a tutti. Se Cgil Cisl e Uil proclamano lo sciopero generale».

«Nei prossimi giorni, probabilmente lunedì - risponde a stretto giro d’agenzie e dallo stesso attivo bolognese - ci sarà l’incontro tra le segreterie unitarie che decideranno le iniziative. Noi attendiamo quel giorno per immaginare quali da fare a livello unitario, sapendo che dal momento in cui non ci saranno le condizioni ovviamente la Cgil dovrà decidere come rispondere, da una parte con una iniziativa di lavoratori e pensionati, e dall’altra su come seguire l’iter parlamentare, visto che lo stesso governo continua dire che sarà determinante». A chi le chiede se uno sciopero non sarebbe troppo oneroso per gli italiani già provati dalla crisi, Lattuada ha spiegato che «c’è sempre stato nel movimento dei lavoratori una grande dimostrazione di decisione sulle cose da fare, ma non c’è ombra di dubbio che uno sciopero generale in questo momento significherebbe chiedere l’ennesimo sacrificio. Credo che dovremo valutare tutte le opportunità, non escludendo anche questa ipotesi in un percorso che però è di confronto». Lattuada ha sottolineato il valore dell’unitarietà: «si tratterà di valutare quali sono le mosse migliori per cambiare la manovra, in fondo lo sciopero (se ci sarà) è evidente che sarà in funzione di cambiare la legge di stabilità».

Ma in Cgil è tutto un lagnarsi sulle mancate promesse del governo. Perfino i poliziotti. Fabrizio Fratini, segretario nazionale Fp-Cgil a Daniele Tissone, segretario generale Silp-Cgil, i poliziotti: «Visto questo mutismo del governo e la mancanza di confronto - lanceremo un un percorso di mobilitazione che prevederà il coinvolgimento del personale dei corpi di polizia, cominciando da un sit-in permanente davanti a Piazza Montecitorio a partire dal prossimo 28 ottobre. Iniziative che manterremo fino a quando non sarà dato ascolto alle rivendicazioni avanzate dal sindacato».

«Eravamo già molto in crisi col decreto sulla stabilizzazione dei precari, si è aggiunta la legge di stabilità che sul lavoro pubblico è massacrante. Dico scherzosamente: ’Prendo un anno sabbatico’, perchè non sappiamo cosa fare», commenta da Bologna anche Rossana Dettori, segretaria generale della Fp Cgil. Il segretario della funzione pubblica ha ricordato che nel settore si blocca il rinnovo dei contratti, l’indennità di vacanza contrattuale e il turn over. «C’è poi la spending review - ha aggiunto - che ovviamente colpirà in maniera particolare i servizi. Questa manovra attacca il lavoro pubblico, ma in più indebolisce i diritti di cittadinanza perchè l’effetto vero sarà la riduzione dei servizi pubblici. O il governo la modifica, o la risposta unitaria sarà molto dura. Dalla mobilitazione, e non escludiamo lo sciopero generale».

L’obiettivo di modificare la legge di stabilità è anche quello della Filcams: «la nostra insoddisfazione deriva dal fatto che sono poche le risorse destinate a quei settori che hanno poche tutele e necessità di consolidare politiche di sostegno all’occupazione: il commercio e il turismo sono uno di questi settori», dice Franco Martini, segretario della Filcams-Cgil.

«Cgil e Uil, dopo aver apertamente sostenuto il Governo Letta, ora cianciano di possibile sciopero generale. Lo sciopero generale c’è, è già in campo, è quello proclamato dalla Unione Sindacale di Base per domani, 18 ottobre - ricorda l’Usb - le misure annunciate dal governo delle larghe intese fanno tabula rasa della pubblica amministrazione e macelleria dei dipendenti pubblici. I tagli, allo stato sociale e alla sanità, previsti sotto forma di spending review delegata al super commissario - nonché rappresentante di spicco del FMI - Carlo Cottarelli, dimostrano la natura anti sociale del Governo Letta in ossequio ai diktat della Troika». L’USB Pubblico Impiego invita tutti i dipendenti pubblici a scioperare e scendere in piazza domani a Roma, rifiutando con sdegno la mancia del cuneo fiscale e pretendendo l’apertura immediata dei contratti per aumenti salariali veri, l’assunzione del precariato, il buon funzionamento dell’amministrazione pubblica, la reinternalizzazione dei servizi privatizzati.

«Domani scioperiamo e riempiamo le strade di Roma», dice Usb annunciando di aver recepito l’appello del sindaco di Roma Ignazio Marino a revocare, nel trasporto pubblico locale, per la sola città di Roma e per la fascia oraria 20/24, lo sciopero nazionale di venerdì 18 ottobre. La richiesta del Sindaco è motivata dagli ingenti disagi che la concomitanza dello sciopero con la partita Roma-Napoli (spostata dal Prefetto senza alcun rapporto con gli organizzatori dello sciopero) e con la manifestazione sindacale potrebbe provocare ai cittadini romani. «Apprezzando comunque la disponibilità del Sindaco Marino ad un incontro con l’USB per avviare il confronto sul futuro del TPL nella nostra città - le cui sorti sono state al centro dei numerosi scioperi convocati dall’USB ed effettuati con grande adesione e, purtroppo, con grandi disagi per i cittadini romani - la USB decide di accettare l’invito del Campidoglio a revocare lo sciopero, nella sola città di Roma e nella di fascia oraria dalle ore 20 a fine servizio, sia per il trasporto di superficie che per le metropolitane, auspicando che questo gesto di buona volontà segni l’avvio di un confronto serrato e proficuo sul futuro del TPL in città con la nostra organizzazione sindacale, troppe volte immotivatamente discriminata ai tavoli negoziali aziendali e comunali».

Dalle sedi regionali dell’USB sono attesi oltre 100 pullman per il corteo, con concentramento in piazza della Repubblica alle ore 10.00, che percorrerà piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazzale dell’Esquilino, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, per approdare in piazza San Giovanni.

Dietro lo striscione di apertura dei sindacati promotori, il corteo sarà aperto dal coordinamento dei migranti e rifugiati seguiti dai lavoratori dell’ILVA di Taranto e dai Vigili del Fuoco in divisa. Ha dato la propria adesione anche il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Sul palco in piazza San Giovanni si alterneranno gli interventi di lavoratori e rappresentanti sindacali.

Dalle ore 16.00 nella piazza partiranno gli "speakers’ corner", gazebo di dibattito sui seguenti temi: Precariato nella P.A., Mutualismo e conflitti verso una nuova confederalità sociale, Rompere con la UE!, Amnistia per le lotte sociali, Migranti e rifugiati, Democrazia nei luoghi di lavoro, Zero rifiuti, Carta costituzionale o Costituzione di carta? Dalle 19.00, il contributo degli artisti che hanno dato il loro sostegno allo sciopero generale, fra cui Banda Bassotti, 99 Posse, Ascanio Celestini, Assalti Frontali, Banda Popolare dell’Emilia Rossa. Una "acampada" in piazza San Giovanni traccerà il ponte con la manifestazione di sabato 19 ottobre.

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