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“Le bombe nelle piazze, le bombe nei vagoni, le mettono i fascisti, le pagano i padroni” . Wikileaks conferma
par Nando Mainardi
Publie le venerdì 12 aprile 2013 par Nando Mainardi - Open-PublishingWikileaks ha colpito ancora, e questa volta ci consente di conoscere cosa ha combinato la diplomazia americana tra il 1973 e il 1976. I "Cables Kissinger" rivelano, tra le altre cose, trame, manovre e ingerenze del governo americano negli affari italiani. Oggi "La Repubblica" rende nota l’irritazione del dipartimento di Stato statunitense dell’epoca per i passi in avanti della magistratura italiana nella lotta ai neofascisti, ai neonazisti e ai servizi segreti gravemente collusi, che piazzavano bombe e progettavano colpi di stato. Ad esempio, l’ambasciatore Usa a Roma diede giudizi negativi sull’arresto del generale Amos Spiazzi, coinvolto nell’organizzazione golpista "Rosa dei Venti".
Stessa cosa per l’arresto del capo del Sid Vito Miceli. Gli apparati governativi americani parlavano di "caccia alle streghe alimentata per avvantaggiare la sinistra", di tentativo di "far sterzare a sinistra la politica italiana" e via dicendo. Insomma, la magistratura non doveva indagare su cospirazioni e stragi - questo il ragionamento - perché questo significava stare dalla parte dei comunisti. Questi documenti non devono stupire più di tanto, perché in realtà confermano un quadro generale, alleanze esplicite e sommerse, già noti da tempo, spesso confermati anche nelle aule dei tribunali, seppure dopo insabbiamenti e lunghissimi e contorti iter giudiziari. In Italia, in quegli anni, era all’opera un blocco, costituito da apparati dello stato, uomini di governo, servizi segreti, organizzazioni fasciste e naziste, con l’obiettivo di una svolta autoritaria nel nostro Paese.
Tale blocco si muoveva contando su spinte e alleanze internazionali tra cui, in particolare, sostegni significativi nel campo degli apparati governativi statunitensi. La priorità era fermare, ad ogni costo e con ogni mezzo, il consenso crescente dei comunisti, e una lunga e gloriosa stagione di grandi lotte e di mobilitazioni operaie e democratiche. Va detto che la nuova sinistra, la sinistra extraparlamentare, la sinistra rivoluzionaria, insomma la sinistra nata dalla grande spinta del ’68 italiano, fu la prima, e in presa diretta, a denunciare pubblicamente quanto stava avvenendo, a fare nomi e cognomi, a mettere radicalmente in discussione le finte ed artefatte verità diffuse in primis dalle istituzioni.
Un esempio su tutti: il primo, vero passo verso la ricostruzione della strage di Piazza Fontana, l’individuazione degli assassini (altro che gli anarchici!!) e dei conniventi, del quadro interno ed internazionale, venne fatto con la pubblicazione del volumetto "La strage di Stato" del 1970, che sancì la nascita della "controinformazione". Quella sinistra lì avrà sicuramente commesso diversi errori, in quegli anni e negli anni successivi. Ma ha anche dei meriti, come l’aver smascherato cosa stava avvenendo nel Paese.
Perciò Wikileaks, oggi, ci dice un po’ di cose che avvennero dietro le quinte in quegli anni. Migliaia di ragazze e di ragazze, che si definivano rivoluzionari, c’erano già arrivati una quarantina d’anni fa, senza conoscere i documenti riservati del governo statunitense, ma con la lotta, la militanza e la voglia di andare oltre le "verità" propinate. Anche per questo, vanno ringraziati.